Stellantis festeggia il rinvio dei dazi
Calcoli di JP Morgan indicano che l’introduzione dei dazi potrebbe portare ad un consistente aumento medio dei costi delle auto ma per ora le tariffe sono state soltanto rinviate di un mese.

Un mese di tempo per trovare piani alternativi e spostare la produzione negli Stati Uniti. È questa la decisione del Presidente Donald Trump con la quale ha rinviato l’entrata in vigore dei dazi sul settore automobilistico, venendo incontro alle richieste del settore.
La decisione è arrivata ieri a seguito di un incontro tra il tycoon e i vertici di Stellantis (John Elkann), Ford (Jim Farley) e General Motors (Mary Barra), al termine del quale la portavoce del Presidente, Karoline Leavitt, ha annunciato la sospensione di “dazi per ogni auto nell’area di libero scambio USMCA”, ovvero l’accordo firmato tra Stati Uniti, Messico e Canada nel 2018 quando venne rinegoziato il NAFTA.
L’amministrazione ha spiegato che sono state le tre società a chiedere un confronto: “hanno avanzato la richiesta e il presidente è contento di esaudirle, quindi un mese di esenzione”, dichiarava Leavitt aggiungendo che la motivazione è quella di non creare loro uno svantaggio economico.
La notizia ha attirato gli acquisti sulle azioni Stellantis anche a Piazza Affari, dopo che ieri il titolo aveva chiuso a +9,24% la seduta di Wall Street, con una crescita del 3% e tornando sopra quota 12 euro in un inizio positivo anche per il FTSE MIB (+0,80%).
Ieri anche resto del settore dell’automotive USA aveva trovato sostegno dal rinvio dei dazi: General Motors aveva guadagnato il 7%, Ford Motor il 5% e Tesla il 2%
Arrivato subito il ringraziamento pubblico da parte di Stellantis nei confronti di Trump. “Ringraziamo il Presidente per la decisione di concedere un'esenzione di un mese dai dazi ai prodotti conformi all'USMCA", si leggeva in una nota del gruppo automobilistico.
"Sosteniamo con forza la sua determinazione a consentire al settore automobilistico americano di prosperare, e nelle prime 100 ore della sua nuova amministrazione abbiamo annunciato importanti investimenti per far crescere le nostre attività in America", prosegue la nota di Stellantis, che dice anche di condividere l'obiettivo della nuova amministrazione "di costruire più auto americane e creare posti di lavoro americani duraturi".
I veicoli prodotti dalle tre aziende rispettano le regole dell'USMCA che richiedono il 75% di contenuto nordamericano per ottenere l'accesso esente da dazi al mercato statunitense.
Queste regole richiedono anche che il 40% del contenuto di un'auto passeggeri sia prodotto negli Stati Uniti o in Canada, basandosi su una lista di ‘parti fondamentali’ che include motori, trasmissioni, pannelli della carrozzeria e componenti del telaio. La soglia per i pickup è del 45%.
Gli scambi nell’area USMCA legate all’auto rappresentano il 22% del totale. Secondo le proiezioni di JP Morgan i costi dei dazi doganali avrebbero procurato un aumento medio del costo delle auto di 3.100 dollari, con picchi di 10 mila per quei brand impossibilitati a usare linee di produzione e supply chain solo statunitensi.
"Ford, GM e Stellantis applaudono il presidente Trump per aver riconosciuto che i veicoli e le parti che soddisfano gli elevati requisiti di contenuto statunitense e regionale dell'USMCA dovrebbero essere esenti da questi dazi", ha dichiarato Matt Blunt, presidente dell'American Automotive Policy Council, che rappresenta le tre aziende.