Speranze sui dazi, Wall Street tenta il rimbalzo
Dagli Stati Uniti arrivano segnali distensivi sui dazi e il sentiment delle borse torna positivo dopo due giorni di netti cali anche se le incertezze restano dietro l’angolo.

Future sugli indici azionari statunitensi in rialzo, rimbalzando dal sell-off di ieri, sull'ipotesi che il presidente Donald Trump possa ridurre i dazi imposti ai principali partner commerciali del Paese.
Nell'azionario, i contratti sul Nasdaq salgono di mezzo punto percentuale, con in scia quelli sullo S&P500 (+0,30%) e quelli sul Dow Jones (+0,20%).
Il dollaro continua in forte calo nei confronti dell’euro: EUR/USD in crescita dello 0,70%, vicino quota 1,07. Oro stabile a 2.923 dollari l’oncia e Bitcoin in recupero oltre quota 90 mila dollari.
Dal fronte macro, oggi era atteso il dato Adp sull’occupazione non agricola negli Stati Uniti, risultata in crescita di 77 mila unità a febbraio, cifra inferiore alle previsioni (141 mila) e ai numeri precedenti (186 mila).
Alle 15:45 (italiane) è attesa indagine sul settore dei servizi dell'Ism e in serata (20:00 italiane) la Fed presenterà il proprio Beige book, che farà luce sull'impatto che l'incertezza tariffaria ha avuto sulla prima economia del mondo.
Ieri il segretario al Commercio Howard Lutnick ha dichiarato che Trump, che ha imposto dazi del 25% su Canada e Messico, sta valutando la possibilità di concedere alcune deroghe sulle importazioni, ad esempio per automobili e ricambi auto, nel rispetto dell'accordo di libero scambio tra Usa, Messico e Canada. Inoltre, nel suo discorso al Congresso di ieri, Trump ha riconosciuto che potrebbe esserci un "periodo di aggiustamento" per i dazi.
"Se i commenti di Lutnick sulla riduzione dei dazi per Canada e Messico dovessero essere confermati, si attenuerebbero alcuni dei timori" del mercato, spiega Mohit Kumar, capo-economista di Jefferies per l'Europa.
"Il mercato non ama l'incertezza e i dazi continueranno molto probabilmente a rappresentare un rischio eccessivo", ha affermato Nataliia Lipikhina, responsabile della strategia azionaria EMEA presso JPMorgan Private Bank, su Bloomberg TV. "Ma se osserviamo l’andamento degli utili negli Stati Uniti, in realtà vediamo una crescita a due cifre nel 2025 e nel 2026. A questo punto, acquistiamo sul calo", ha aggiunto.
Gli investitori hanno inoltre accolto con favore l'impegno di Trump a estendere i tagli fiscali del 2017, promessa che ha sostenuto il sentiment del mercato dopo la sua vittoria elettorale a novembre.
Ieri l’indice economico di ottimismo Ibd/Tipp statunitense per il mese di marzo si è attestato a 49,8 da 52, sotto le attese. “Non è stato questo che ha determinato la discesa di Wall Street ma è un segnale di indebolimento dell’economia, non il primo, che si aggiunge ai timori innescati per un rallentamento globale determinato dalle tariffe varate dall’amministrazione Trump”, spiegano gli analisti di UniCredit.
Poiché dati più deboli del previsto hanno alimentato preoccupazioni sulla crescita economica degli Stati Uniti, i mercati si sono mossi per valutare un ulteriore allentamento da parte della Federal Reserve quest'anno.
Ieri, per la prima volta quest'anno, i trader hanno previsto tre tagli dei tassi di interesse da parte della Fed nel 2025. I mercati ora vedono una probabilità del 50/50 che la Fed abbassi i tassi nella riunione di maggio, secondo lo strumento FedWatch di CME Group, mentre solo una settimana fa stimavano una probabilità del 75% che la Fed avrebbe mantenuto i tassi stabili quel mese.
Una riduzione del costo del prestito dovrebbe essere una buona cosa per i consumatori e le aziende, e quindi per i mercati, ma le azioni sono crollate in mezzo alla narrativa mutevole della Fed.
"I rischi di recessione stanno aumentando", ha detto a Yahoo Finance il responsabile economico di Renaissance Macro, Neil Dutta, che aggiunge: “penso che una volta che la Fed si troverà dalla parte giusta, quei rischi di recessione diminuiranno".
Tesla (+1%): le vendite in Germania sono crollate del 76% a 1.429 auto nel mese di febbraio, secondo l'Autorità federale tedesca per i trasporti automobilistici.
Moderna (+9%): l'amministratore delegato Stephane Bancel ha acquistato circa 160 mila azioni a circa 31 dollari per azione, come risulta dal deposito SEC di ieri.
Foot Locker (+2%): vendite nette per il quarto trimestre per 2,24 miliardi di dollari, battendo le stime degli analisti di 2,32 miliardi (dati LSEG).
Huntington Ingalls (+11%): il presidente Donald Trump creerà un ufficio per la costruzione navale e offrirà incentivi fiscali.
CrowdStrike (-8%): ha previsto per il primo trimestre ricavi leggermente inferiori alle stime, in quanto alle prese con la debolezza della spesa per i suoi prodotti di cybersicurezza.
Albertsons (+4%): entrerà nell'indice S&P MidCap 400 nell'IDX a partire da martedì 11 marzo, secondo quanto comunicato da S&P Dow Jones.
Amazon
Redburn Atlantic: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto da 280 a 250 dollari.
Tesla
BofA Securities: ‘neutral’ e target price diminuito da 490 a 380 dollari.
Goldman Sachs: ‘neutral’ e prezzo obiettivo tagliato da 345 a 320 dollari.
Moderna
Redburn Atlantic: ‘neutral’ e target price ribassato da 55 a 73 dollari.
Warner Bros
Citigroup: ‘buy’ e prezzo obiettivo aumentato da 13 a 15 dollari.