Sparatoria di Monreale, l’audio su Tik Tok con il racconto della strage. Calvaruso: “Sono stato aggredito, poi ho sparato”

Il 19enne accusato di triplice omicidio ha raccontato la sua versione dei fatti al gip. L’arresto non è ancora stato convalidato. Gli inquirenti hanno trovato sui social un vocale con i dettagli di quanto accaduto sabato notte: ecco le parole disperate del testimone

Apr 29, 2025 - 20:06
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Sparatoria di Monreale, l’audio su Tik Tok con il racconto della strage. Calvaruso: “Sono stato aggredito, poi ho sparato”

Palermo, 29 aprile 2025 – Spunta un audio sulla strage di Monreale: il racconto postato su Tik Tok da un ragazzo ch spiega all’amico tutti i dettagli della sparatoria che sabato notte ha causato la morte di tre giovani e il ferimento di altri due. Nella traccia audio, i dettagli di ciò che sarebbe avvenuto prima e durante la sparatoria. 

Intanto il 19enne Salvo Calvaruso – arrestato per il triplice omicidio e accusato di strage – avrebbe raccontati agli inquirenti di essere stato aggredito con caschi e bottiglie dopo una animata discussione con dei ragazzi che lo accusavano di guidare in modo spericolato e di essere stato buttato giù dalla moto.

Dopo il raid, Calvaruso aveva chiamato un amico, dicendo: “Ho fatto un macello”. Caccia ad almeno quattro complici. Centinaia di persone hanno partecipato stasera alla fiaccolata sul luogo della strage in memoria delle vittime, uccise da una raffica di proiettili (almeno 20) sparati nel centro di Monreale. 

Calvaruso: “Sono stato aggredito con caschi e bottiglie. Poi ho sparato”

Salvo Calvaruso si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip chiamato a convalidarne il fermo, ma poi ha voluto rendere dichiarazioni spontanee raccontando la sua versione dei fatti. Il ragazzo ha detto di essere stato aggredito con caschi e bottiglie dopo una animata discussione con dei ragazzi che lo accusavano di guidare in modo spericolato e di essere stato buttato giù dalla moto.

Calvaruso ha aggiunto di aver cercato di scappare, di essere stato raggiunto e colpito e solo allora di aver preso la pistola e sparato. "È stata un’udienza drammatica interrotta più volte. Il ragazzo ha pianto ed è distrutto. Sa benissimo cosa ha fatto", dice il legale Corrado Sinatra, che precisa che il cliente è incensurato, ha un lavoro e la sera della rissa prima di andare a Monreale aveva lavorato come tutti i giorni. Il gip non ha ancora deciso sulla convalida.

Cosa emerge dall'audio su Tik Tok

C'è un audio di un giovane che su Tik Tok racconta la strage di Monreale avvenuta tra sabato e domenica in cui sono morti tre giovani. Un racconto che, secondo gli investigatori, ricostruisce quanto accaduto la notte tra sabato e domenica. Il giovane nell'audio parla con un amico e racconta ciò che sarebbe avvenuto prima e durante la sparatoria.

Tutto inizia perché qualcuno dei giovani palermitani si era avvicinato verso lo scooter del 23enne Salvatore Turdo, una delle vittime. Uno dei palermitani a bordo di un’altro scooter – dovrebbe trattarsi proprio Salvatore Calvaruso – ha rischiato di investire Turdo tagliandogli la strada.

La situazione degenera: rissa tra monrealesi e palermitano

"Salvo, che era testa calda – racconta il giovane nell’audio – gli ha detto attento che ci sono anche i bambini". E il centauro, scendendo dello scooter, gli ha risposto: “Tu chi m. sei”. In un primo momento, anche con l'intervento del cugino di Salvo – il 26enne Andrea Miceli, deceduto anche lui nella sparatoria – si è cercato di riportare la calma. “Chiedigli scusa che ci stiamo divertendo tutti”, ha detto Miceli.

Ma, mentre uno del gruppo dei monrealesi era girato è arrivato un colpo di casco. A questo punto è partita la lite. I monrealesi hanno iniziato a colpire con i caschi i palermitani e questi le avrebbero prese di santa ragione. “Erano con i volti insanguinati, solo due che avevano il casco avevano ferite solo al volto, gli altri in testa e in faccia”, aggiunge il giovane.

Il ragazzo in lacrime: “Salvo mi è morto tra le braccia”

"Alla fine i palermitani sono tornati e hanno preso ‘i ferri’, ( le pistole, ndr) e hanno iniziato a sparare". Drammatica la fine del racconto. “Lo capisci che poteva sparare anche a me. Salvo – racconta il giovane in lacrime – mi è morto tra le braccia, aveva una ferita al collo mi chiedeva aiuto e io non sapevo cosa fare”.