“Sono stato fatto fuori dalla Rai, uno choc: mi aggiravo come uno zombie. Terrorizzato da Fiorello, ho rischiato la morte 3 volte” : parla Giovanni Muciaccia
“Ci sono rimasto malissimo quando sono stato fatto fuori dalla Rai: mi aggiravo come uno zombie tra viale Mazzini e viale Clodio, come se mi avessero tirato due sberle. Era novembre 2019. Ho avuto la sfortuna di imbattermi in un direttore di rete, Carlo Freccero, che in un anno ha deciso di chiudere 10-12 programmi […] L'articolo “Sono stato fatto fuori dalla Rai, uno choc: mi aggiravo come uno zombie. Terrorizzato da Fiorello, ho rischiato la morte 3 volte” : parla Giovanni Muciaccia proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Ci sono rimasto malissimo quando sono stato fatto fuori dalla Rai: mi aggiravo come uno zombie tra viale Mazzini e viale Clodio, come se mi avessero tirato due sberle. Era novembre 2019. Ho avuto la sfortuna di imbattermi in un direttore di rete, Carlo Freccero, che in un anno ha deciso di chiudere 10-12 programmi immotivatamente. Io all’epoca stavo facendo Cinque cose da sapere e La porta segreta: niente, spazzato via tutto”, racconta Giovanni Muciaccia al Corriere della sera. Lui che a colpi di “fatto” e “colla vinilica”, con tanto di imitazione di Fiorello, ha cresciuto almeno tre generazioni di bambini con lo storico “Art Attack”, il programma Disney poi approdato su Rai2.
“Non avendo paracadute politici mi sono ritrovato a casa: è stato uno choc, una forma di violenza. Penso che un direttore non debba avere il potere di chiudere all’improvviso programmi di divulgazione, che dovrebbero essere nello statuto della tv pubblica. Freccero non l’ho mai incontrato di persona, non ho mai ricevuto nemmeno una telefonata: credo sia molto scorretto quello che ha fatto, le persone nella vita vanno affrontate, non ci si può arroccare dentro a una torre così”, spiega Muciaccia. In tv non si vede da qualche tempo ma continua a fare spettacoli e scrivere libri: “Alla fine vivo ancora di Art Attack perché da quando ho iniziato il programma mi sono messo a studiare l’arte, e oggi la divulgo attraverso gli spettacoli teatrali e le ospitate che faccio tra festival ed eventi. Ho un pubblico di tre generazioni super affezionato che mi segue. Ai tempi di Art Attack ho guadagnato ma anche risparmiato, sono stato saggio”.
Oggi il conduttore vive a Formello: “Intanto ho una bellissima famiglia: mia moglie Chiara Tribuzio e i nostri due figli Edoardo, 14 anni, e Maria Vittoria, 9 anni. Facciamo una vita semplice e stiamo molto insieme. Poi ho una grande passione per il kite surf e il mare: ecco, lì sono meno placido, cerco l’adrenalina. Ho rischiato di morire tre volte, una nel canale d’Otranto e due all’estero. Non riuscivo a tornare a riva”. Vorrebbe tornare in tv: “Mi piacerebbe ma non vivo in attesa della telefonata: ho colleghi che se spariscono un mese dallo schermo gli prende un coccolone. Io no, ho capito presto che le cose non sono eterne. Non lo sono neanche se sei un raccomandato: ci vuole equilibrio nella vita, grazie a questo mi sono evitato la depressione”, racconta al Corriere della Sera.
Spiegando di aver detto quattro volte no a “L’Isola dei Famosi“: “Non lo farei mai perché non si mangia, per me impensabile, e poi perché non è un’esperienza secondo me professionale. Non giudico chi fa questi show, ho avuto una grande lezione di vita una volta: giudicai un collega che si spogliava in pubblico per un reality, poi lo ritrovai in un ospedale oncologico pediatrico con un figlio ricoverato. Quindi: ognuno fa quello che vuole, ma penso che quel tipo di programmi li accetti se hai sperperato tutto e ti servono soldi“. L’imitazione di Fiorello gli ha regalato grande popolarità: “L’ho più sentito? No, ma sono terrorizzato all’idea di tornare da Fiorello perché quelle imitazioni hanno scatenato l’inferno: la gente mi fermava per strada, tra foto e battute. Mi sono camuffato mille volte per non essere visto. Non che la cosa mi desse fastidio, succede ancora adesso, ma in quel periodo era particolarmente intensa”, conclude Muciaccia.
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