Smart mobility: che cos’è e come migliorerà le nostre città

La smart mobility è un approccio integrato e tecnologicamente avanzato alla mobilità urbana, pensato per migliorare l'efficienza dei trasporti, ridurre l'impatto ambientale e offrire soluzioni più sostenibili e accessibili per i cittadini. L’approfondimento L'articolo Smart mobility: che cos’è e come migliorerà le nostre città proviene da Economyup.

Mag 6, 2025 - 15:00
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Smart mobility: che cos’è e come migliorerà le nostre città

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Smart mobility: che cos’è e come migliorerà le nostre città



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La smart mobility è un approccio integrato e tecnologicamente avanzato alla mobilità urbana, pensato per migliorare l’efficienza dei trasporti, ridurre l’impatto ambientale e offrire soluzioni più sostenibili e accessibili per i cittadini. L’approfondimento

Aggiornato il 6 mag 2025



Smart mobility, cos'è e come funziona
Smart mobility, cos'è e come funziona

Il modo innovativo e sostenibile di muoversi nelle città ha un nome: si chiama smart mobility. Un termine emerso nei primi anni 2000, parallelamente alla diffusione del concetto di smart city e alla crescente consapevolezza della necessità di rendere i sistemi di trasporto più efficienti, ecologici e integrati con le nuove tecnologie digitali. Negli anni, in effetti, il modo in cui ci muoviamo sta diventando sempre più smart. E più si evolve, maggiori sono in vantaggi per chi si sposta.

Contestualmente sta crescendo anche il mercato: quello italiano delle auto connesse e della mobilità smart ha raggiunto un valore di 2,9 miliardi di euro nel 2023, con un incremento del 17% rispetto al 2022, come riportato dalla più recente ricerca su questo tema dell’Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano, diffusa nel 2024.

Ma vediamo in dettaglio in cosa consiste il variegato e innovativo universo della smart mobility, come è nato, come si è sviluppato, come sta evolvendo.

Smart mobility: la definizione

La smart mobility rappresenta un approccio integrato e tecnologicamente avanzato alla mobilità urbana, pensato per migliorare l’efficienza dei trasporti, ridurre l’impatto ambientale e offrire soluzioni più sostenibili e accessibili per i cittadini.

Il termine racchiude in sé una serie di elementi: la tecnologia, le infrastrutture per la mobilità (parcheggi, reti di ricarica, segnaletica, veicoli), le soluzioni per la mobilità (tra cui i modelli di new mobility) e le persone.

La smart mobility punta offrire un’esperienza di mobilità senza soluzione di continuità, dal primo all’ultimo miglio, che sia flessibile, integrata, sicura, on demand e conveniente.

Smart Mobility significa anche green, che si tratti di auto elettriche o di piste ciclabili. L’obiettivo finale dell’introduzione di una mobilità smart nelle nostre città è ridurre il traffico, ridurre l’inquinamento, creare flussi intelligenti e senza interruzioni, e rafforzare le economie di scala per promuovere una mobilità accessibile a tutti.

I principi chiave della smart mobility

Smart mobility non significa solo forme alternative di trasporto. È un fenomeno più ampio e complesso ed è basato sui seguenti principi:

  1. Flessibilità: Molteplici modalità di trasporto consentono a chi si sposta di scegliere quale di questa è la migliore in un determinato contesto.
  2. Efficienza: Il viaggiatore è in grado di arrivare a destinazione con il minimo sforzo e nel più breve tempo possibile.
  3. Integrazione: Il tragitto completo è pianificato senza tener conto di quali mezzi di trasporto vengono usati.
  4. Tecnologie pulite: Dai veicoli che causano inquinamento ci si sposta verso quelli a zero emissioni.
  5. Sicurezza: Morti e feriti in incidenti o altre fatalità vengono drasticamente ridotti.
  6. Accessibilità: Tutti devono poter avere accesso alle diverse forme di Smart Mobility.
  7. Benefici sociali: La Smart Mobility deve contribuire a una migliore qualità della vita.

Smart mobility: i modi di farla

Negli ultimi anni sono emerse diverse modalità di trasporto che hanno agevolato una mobilità più smart nelle nostre città. Ecco le principali.

Smart mobility e sharing mobility: i sistemi a noleggio in condivisione

A Città del Messico, la metropoli con più traffico nel mondo, ci vuole in media il 59% del tempo in più del normale per raggiungere una destinazione (più del doppio dello standard), a Londra, Marsiglia e Roma il 38%. L’americano medio trascorre circa 34 ore ogni anno bloccato nel traffico, quello europeo 33. Questo comporta danni complessivi per 63 miliardi di euro (fonte: Siemens AG). Per non parlare dei livelli di inquinamento generati da automobili o altri servizi cittadini. La Smart mobility, come si è detto, può contribuire a combattere traffico e inquinamento, una necessità sempre più urgente in tutto il pianeta. La condivisione degli autoveicoli e i servizi on demand possono aiutare a contrastare i due fenomeni. Ecco 4 modelli di mobilità alternativa.

RIDESHARING (per esempio il carpooling) – Il ridesharing punta su una risorsa abbondante ma sottoutilizzata: i sedili vuoti delle automobili. Questa opzione non aggiunge alcun nuovo veicolo al servizio ed è per questo che contribuisce ad evitare le congestioni di traffico e l’inquinamento. Purtroppo il carpooling è sceso da un 20% di pendolari che lo utilizzavano nel 1970 a meno del 10% di oggi.

BICYCLE COMMUTING O BIKE SHARING – Il ricorso alla condivisione di biciclette è cresciuto negli anni più recenti, soprattutto in Europa e nelle città in pianura, con abbondanti piste ciclabili e altre infrastrutture. Per chi si deve spostare per pochi chilometri, il bike sharing è un’ottima soluzione.

CAR SHARING – Anche il car sharing si sta diffondendo nel mondo da quando la tecnologia ha reso possibile ad aziende e singoli individui il noleggio di auto per ore o addirittura per minuti. In Italia la capitale del car sharing è Milano.

SERVIZI ON DEMAND – Società come Uber e Lyft, che consentono di chiamare un’auto a noleggio attraverso un’applicazione, hanno provocato una rivoluzione nelle città dove è consentita la libera circolazione dei loro mezzi. Oltre a rendere il mercato dei taxi più competitivo.

Smart mobility e micromobilità

Dopo car sharing e scooter sharing, sono apparsi alcuni anni fa nelle aree urbane i monopattini elettrici e gli altri mezzi per la mobilità dell’ultimo miglio, la cosiddetta micromobilità. Tutti all’insegna di spostamenti sempre più ecologici, silenziosi, agili nel traffico e che conquistano giovani e lavoratori. Il loro uso è stato normato nel 2019. Con il Codice della Strada del 2024, sono arrivate nuove norme per la circolazione dei monopattini elettrici, mentre sono emersi vantaggi e anche alcune criticità. Resta tuttavia un modo di spostarsi rapido e a impatto zero.

Smart mobility e veicoli elettrici

Grazie alle auto elettriche è possibile non soltanto salvaguardare l’ambiente inquinando di meno, ma anche risparmiare sui costi del carburante. L’auto elettrica prevede però una serie di infrastrutture, come le colonnine di ricarica delle batterie dell’auto. Una smart city deve essere dotata delle infrastrutture necessarie per sviluppare la smart mobility.

Smart mobility e auto a guida autonoma

A dicembre 2018 Waymo, la divisione di Alphabet che si occupa di auto a guida a autonoma, ha lanciato il primo servizio di taxi senza conducente, un tipo di veicolo che dovrebbe consentire, tra i vari benefici, una minore congestione del traffico. Da allora numerose startup hanno testato le self-driving car lungo le strade della California. Nonostante gli incidenti mortali che hanno coinvolto i veicoli autonomi di Tesla e Uber, il settore continua ad attrarre ingenti capitali. Non ci lavorano solo i giganti del tech come Google (dato che Waymo, ex progetto Google driverless car, è di proprietà di Alphabet): nella corsa alla self-driving car troviamo in prima linea aziende di trasporto privato come la già citata Uber e la sua competitor Lyft, oltre a case automobilistiche, tra cui spiccano Ford e General Motors (proprietaria di Cruise Automation). Compagnie di estrazione diversa che puntano, però, allo stesso obiettivo: creare un servizio commerciale di trasporto autonomo, sfruttabile dal cliente tramite un’app. Esattamente ciò che fanno attualmente Uber o Lyft, ma con una sostanziale differenza: l’assenza del conducente.

Smart mobility in Italia: i dati

Secondo gli ultimi dati risalenti al 2024 dell’Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2023 il mercato nazionale delle auto connesse e della mobilità smart ha raggiunto i 2,9 miliardi di euro. Un risultato di tutto rispetto, se messo in relazione a quello dei principali Paesi occidentali.

In particolare, le soluzioni per l’auto connessa valgono 1,56 miliardi di euro (+11%). I sistemi di Advanced Driver Assistance Systems (Adas) integrati nei nuovi modelli, come la frenata automatica d’emergenza o il mantenimento del veicolo in corsia, raggiungono i 950 milioni di euro (+28%).

Le soluzioni Smart Mobility nelle città, in primis per la gestione dei parcheggi e la sharing mobility, valgono 400 milioni di euro, +18%. A fine 2023 nel nostro Paese si contavano 16,9 milioni di auto connesse, poco meno della metà del parco circolante (42%), uno ogni quattro abitanti.

Sempre secondo l’Osservatorio del Polimi, il tema Smart Mobility è considerato fondamentale o molto rilevante da più di quattro comuni italiani su cinque (83%) con popolazione superiore ai 15mila abitanti. Sono in lieve aumento le iniziative: nel 2023 il 53% dei comuni ha avviato progetti, nel 2022 erano il 50%. Poco più di tre comuni su quattro (77%) hanno avviato almeno un progetto nel triennio 2021-2023, con mobilità elettrica (88%) e sharing mobility (72%) ai primi posti. Per il futuro, si guarda anche a nuove sperimentazioni, in primis in ambito guida autonoma (31%), Air Mobility e Mobility as a Service (MaaS, 16%).

Nel triennio 2021-23 aumenta il numero di iniziative dei progetti MaaS (Mobility as-a-service) attivati a livello globale, (+47% vs 2018-20). In Italia l’attenzione dei comuni è rivolta all’attivazione di diverse sperimentazioni in questo ambito, anche grazie ad ulteriori stanziamenti del Pnrr dedicati al progetto “MaaS4Italy” nel 2023: 16 milioni di euro destinati a progetti pilota che mirino ad espandere l’utilizzo della mobilità integrata. Tra i servizi MaaS di maggiore interesse per il consumatore troviamo il trasporto pubblico urbano (30%), le soluzioni per il parcheggio (24%) e il car sharing (18%).

Smart mobility: il nodo della normativa

Il tema della smart mobility – che, come abbiamo visto, include mobilità elettrica, infrastrutture intelligenti e veicoli a guida autonoma – richiede un deciso cambio di passo anche sotto il profilo legislativo.

Oggi in Italia scontiamo un significativo ritardo normativo: la regolazione primaria procede con lentezza, ostacolata dalla complessità degli iter parlamentari, mentre gli interventi regolatori secondari – come quelli relativi ai varchi ZTL o alle sperimentazioni locali – si muovono più rapidamente, ma in modo frammentario e disomogeneo.

È necessario invece uno sforzo organico per dotare il sistema giuridico di strumenti flessibili e anticipatori, capaci di governare l’innovazione senza subirla.

Smart mobility e smart city

Una smart city racchiude in sé il concetto di smart mobility. Smart city significa infatti città intelligente, ovvero una città che sa stare al passo con le innovazioni e con la rivoluzione digitale. Per questo una smart city deve, tra le molte altre cose, poter offrire infrastrutture per la mobilità (parcheggi, reti di ricarica, segnaletica, veicoli) e soluzioni per la mobilità tra cui, per esempio, car sharing, bike sharing e scooter sharing.

Smart mobility e infomobilità

Un esempio di società nata per rendere la mobilità più smart è InfoBlu, costituita nel 2000 dall’esperienza e dalle tecnologie di Autostrade per l’Italia. Leader italiano dell’infomobilità, offre soluzioni ai principali player del settore: case automobilistiche, sistemi di navigazione, emittenti televisive e radiofoniche, operatori telefonici, call center ed applicazioni mobile, oltre a enti pubblici e gestori di reti viarie.

Smart mobility e green

Una smart city punta anche a una mobilità green, che si tratti di auto elettriche o di piste ciclabili. L’obiettivo finale è ridurre il traffico, abbassare i livelli di inquinamento, creare flussi intelligenti e senza interruzioni e rafforzare le economie di scala per promuovere una mobilità accessibile a tutti.

Mobility as a service

Una smart city è in grado di proporre ai cittadini modelli di Mobility as a Service (MaaS). Cosa significa? In pratica la MaaS consente di passare dal concetto di mobilità come modo di spostarsi lungo un percorso da organizzare in prima persona, e gestendo singolarmente ogni passaggio, a un servizio omnicomprensivo da utilizzare al bisogno e possibilmente pagando a forfeit. Si tratta di uno nuovo sistema di mobilità che si basa sul concetto di abbonamento, oppure sulla formula del pay per use (pagamento in base al concreto utilizzo), e che si sta diffondendo in modo particolare nelle grandi città.

Smart mobility a Torino

Torino è una delle città italiane che vuole diventare una smart city anche attraverso la smart mobility, per esempio scommettendo sull’auto a guida autonoma. A ottobre 2018 a Torino è stato effettuato un test di auto a guida remota non in mezzo al traffico. Il 28 novembre è stato invece portato a termine il test dell’auto a guida autonoma nel traffico. A luglio 2019 la sindaca Chiara Appendino ha annunciato l’idea di testare le driverless car lungo l’autostrada Milano-Torino, insieme con il Comune di Milano. Nello stesso periodo l’allora assessore Paola Pisano, oggi ministra dell’Innovazione, ha affermato che Torino si è impegnata per realizzare test di mobilità aerea per il trasporto di 1 o 2 passeggeri all’interno di droni e per l’utilizzo di questi velivoli per la consegna rapida di oggetti. Il progetto a cui ha aderito la città di Torino è “Urban Air Mobility“ (UAM), iniziativa europea che vuol fare incontrare città d’Europa e vari attori interessati a effettuare test di soluzioni di mobilità aerea urbana.

Smart mobility e mobile payment

I percorsi della smart mobility si incrociano inevitabilmente con quelli del mobile payment, settore nel quale si assisterà a una vera e propria rivoluzione nei prossimi cinque anni. Già adesso le nuove tecnologie rendono più accessibile ed efficiente l’accesso ai servizi da parte del cittadino quali il pagamento dei mezzi di trasporto pubblici, dei parcheggi, dei servizi di car sharing, di ricarica dei mezzi elettrici e l’accesso alle zone a traffico limitato. Ma in futuro la digitalizzazione dei ticket e dei pagamenti trasformerà sempre più i servizi di trasporto pubblico metropolitano e consentirà alle ferrovie di adottare gli e-ticket come per i voli aerei. Inoltre si diffonderà ulteriormente il fenomeno del “pay as you travel” basato sulla location.

SMART MOBILITY – ESEMPI

A livello internazionale vari studi hanno identificato come nazioni leader nella Smart Mobility la Corea del Sud, il Giappone e Singapore. Ma anche in Europa ci sono esempi interessanti. Eccone alcuni.

Finlandia: le app per la mobilità on demand

La capitale della Finlandia punta a liberare il centro dalle macchine entro il 2025. Per questo ha tentato un primo esperimento, non riuscito, di mobility-as-a-service (MaaS) proponendo un servizio di minubus on demand. I pendolari lo hanno apprezzato, ma non si è rivelato profittevole ed è stato annullato nel 2015. Tuttavia l’amministrazione locale ci ha riprovato, stavolta con i privati. Sono così emersi vari provider di soluzioni MaaS e alcune delle app proposte da questi provider consentono un accesso continuativo a un tipo di mobilità “multi-modale” del trasporto pubblico (autobus, traghetti, biciclette), al noleggio di auto e alla chiamata di taxi, tutto in un’unica interfaccia. Gli utenti possono pagare il singolo viaggio o abbonarsi al servizio completo. L’Autorità del Trasporto regionale di Helsinki consente l’accesso ai dati relativi a percorsi, orari e costi attraverso le API aperte. L’app è integrata con i calendari degli utenti in modo che questi possano programmare in anticipo il proprio viaggio e scegliere in base a criteri come velocità, prezzo e comfort.

Spagna, il sistema per individuare i parcheggi

In Spagna è nata nel 2008 una società, Urbiotica, che favorisce i guidatori nel trovare parcheggio. L’impresa catalana è presente in 25 Paesi del mondo e di recente ha firmato un accordo con il Canada per gestire 1500 parcheggi in due città. Il sistema permette al conducente, attraverso una app, di individuare in modo rapido i posti liberi in superficie, dove alcuni sensori indicano la disponibilità dello spazio stesso. Come ha spiegato il direttore commerciale di Urbiotica, Marc Boher, questo sistema “consente di controllare nel modo più efficiente l’utilizzo e il pagamento dei parcheggi, evitando di conseguenza la congestione della circolazione e riducendo l’inquinamento”.

Italia, dal pagamento del parcheggio all’instant insurance

Una città smart deve essere in grado di facilitare gli spostamenti in auto dei propri cittadini e tutte le operazioni relative e conseguenti, tra cui la questione del parcheggio. La tecnologia può aiutare a velocizzare e semplificare le procedure. Così avviene in varie città d’Italia tra cui Milano, dove il pagamento della sosta auto è diventato ufficialmente virtuale da maggio 2015. Il parcheggio sulle strisce blu cittadine può infatti essere pagato da smartphone utilizzando l’app Telepass Pay: è sufficiente scaricare l’applicazione sul proprio telefonino, aprirla dopo aver trovato parcheggio sulle strisce blu, verificare la disponibilità del servizio e indicare quanto tempo si vuole sostare. Si può poi terminare la sosta oppure prolungarla sempre attraverso l’app Telepass Pay. In questo modo si evita di cercare monetine nelle tasche e affannarsi a cercare il più vicino parcometro. In alcuni Comuni è obbligatorio esporre un tagliando scaricabile dal sito di Telepass Pay. La lista dei parcheggi presso i quali è possibile il pagamento con Telepass Pay è in continua espansione: Agropoli, Alessandria, Ancona, Bergamo, Bisceglie, Brescia, Cassino, Cesena, Cesenatico, Cremona, Ferrara, Frascati, Gatteo, Grumo Nevano, Imola, Ivrea, Lodi, Milano, Monza, Napoli, Pavia, Pavia Centro, Roma, Romano di Lombardia, Salerno, Santa Severa, Saronno, Torino, Varese…È comunque possibile consultare la mappa di tutte le città, in costante aggiornamento, cliccando qui.

Olanda, i semafori intelligenti

In Olanda, sull’autostrada N205 a Noord-Holland, vicino ad Amsterdam, ci sono semafori che possono “parlare” con i viaggiatori in tempo reale attraverso un’applicazione. Sono in grado di fornire informazioni, anticipare le condizioni di traffico e dare priorità a determinati gruppi di automobilisti. Inoltre già dal 2016 sono stati installati nella città di ‘s-Hertogenbosch un tipo di semafori smart che sono in grado di regolare la durata del verde a seconda delle esigenze del traffico del momento. Quando ad esempio i semafori registrano una maggiore affluenza di biciclette, automobili o mezzi di trasporto pubblico sulla strada prolungano il via libera in modo da non creare ingorghi.

Startup della smart mobility

Nel contesto dell’affermazione della smart mobility, le aziende hanno sempre più bisogno di soluzioni e tecnologie innovative portate dalle startup. Diverse giovani realtà italiane si stanno cimentando in questo senso: alcune stanno dando il loro contributo al mondo dell’auto elettrica con tecnologie atte a facilitare la ricarica delle vetture, altre operano nel settore della Mobility-as-a-Service. Ci sono poi startup che offrono soluzioni e servizi per la sharing mobility, altre che puntano a risolvere l’annoso problema del trovare parcheggio. Ma stanno fiorendo anche realtà innovative dedicate a migliorare la logistica e qualcuna si spinge nel settore della mobilità aerea progettando l’avvento degli aereotaxi.

QUI UNA LISTA DI 21 STARTUP INNOVATIVE ITALIANE DELLA SMART MOBILITY

LAVORARE NEL SETTORE: QUALI COMPETENZE SERVONO

Chi vuole diventare esperto di smart mobility deve avere molte competenze trasversali. Il professionista che deve studiare, progettare e mettere in pratica soluzioni innovative per la mobilità deve avere competenze in materia di energia, trasporti, infrastrutture, informatica, logistica, meccanica. È opportuno che abbia esperienza nei rapporti con la pubblica amministrazione, perché diverse iniziative di smart mobility vengono applicate da Comuni e Regioni per migliorare la viabilità e la circolazione. Se vuole occuparsi in particolare di smart city, le città intelligenti e connesse, dovrà conoscere, tra le altre cose, la sensoristica, le piattaforme dati e il loro uso.

Sono dunque indispensabili le competenze multidisciplinari. Oppure si deve aver lavorato in ambiti diversi tra loro, riuscendo ad apprendere insegnamenti molto vari. È importante avere una solida formazione in ingegneria del trasporto, urbanistica o informatica. Altrettanto importanti, data la natura tecnologica del settore, sono le competenze specifiche in tecnologie digitali, analisi dei dati, Internet of Things, intelligenza artificiale e machine learning. Infine, considerando l’importanza della sostenibilità nella smart mobility, può essere un vantaggio la conoscenza delle questioni ambientali e delle politiche di sostenibilità.

In Italia esistono alcuni percorsi formativi: c’è per esempio il Master in Smart Mobility Management del MIP Politecnico di Milano, mentre Lumsa propone un Executive Master in Mobilità sostenibile e sharing.

(Aggiornato al 06/05/2025)

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