Servizi finanziari, aumenta la presenza femminile nei board delle società quotate
Il dato emerge dall'EY European Financial Services Boardroom Monitor. il nostro Paese, con il 43,1% di donne, si colloca dietro Francia (47,9%) e Spagna (45,1%) per presenza di donne nei CdA. E anche il divario retributivo è inferiore alla media europea (12% vs 15%). L'articolo Servizi finanziari, aumenta la presenza femminile nei board delle società quotate proviene da FundsPeople Italia.

Posizione “alta” in classifica per l’Italia sul fronte delle donne in ruoli di leadership nel settore dei servizi finanziari. A questo, si associa anche una remunerazione mediana cresciuta di quasi il 30% negli ultimi cinque anni a livello europeo. Il dato emerge dall'EY European Financial Services Boardroom Monitor, che monitora semestralmente l'esperienza, la formazione e le competenze dei membri dei consigli di amministrazione delle istituzioni finanziarie e assicurative comprese nell’MSCI European Financials Index e di altri grandi intermediari finanziari.
La presenza femminile nei CdA
Per quanto attiene alla rappresentanza femminile nei CdA del settore finanziario, il nostro Paese, con il 43,1% di donne, si colloca dietro Francia (47,9%) e Spagna (45,1%). A pari merito i Paesi Bassi (43,1%), mentre seguono Germania (40%), Belgio (38,5%) e Svizzera (37,8%). “I consigli di amministrazione italiani dei player del settore finanziario e assicurativo stanno evolvendo e si preparano ad affrontare le sfide legate all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità, integrando al proprio interno specifiche competenze in materia”, si legge nella nota di accompagnamento ai dati. Questi sviluppi, commenta Stefano Battista, Italy financial services market leader di EY, “testimoniano un'evoluzione verso una governance più inclusiva e orientata alla sostenibilità e all'innovazione”.
Cresce la remunerazione
Al contempo il Monitor di EY rileva una crescita generale della remunerazione dei membri dei consigli di amministrazione nei Paesi europei. In Italia, la remunerazione mediana è aumentata passando dai 150.323 dollari del 2019 ai 173.894 dollari del 2023, dato che colloca il nostro Paese in una posizione intermedia rispetto alle altre economie del continente. Mentre in Svizzera oggi la remunerazione mediana raggiunge i 338.621 dollari, seguita da Spagna (252.570) e Regno Unito (199.856), in altri Paesi, come Belgio (110.534) e Francia (83.941), si attesta su livelli più bassi.
Concentrando l’attenzione sulla remunerazione mediana delle donne nei CdA, tuttavia, emerge un aumento di quasi il 30% in Europa, passando dai 128.912 dollari del 2019 ai 167.421 dollari del 2023, un aumento lievemente maggiore a quello fatto registrare dalle remunerazioni dei consiglieri uomini, cresciute nello stesso periodo del 22,5% (2019: 155.369 dollari – 2023: 190.361 dollari). L’analisi di EY evidenzia come uno dei principali fattori a favorire l'incremento della remunerazione femminile sia “l’aumento della presenza di donne in ruoli di leadership, in qualità di presidenti di Consigli di Amministrazione o di Comitati Endoconsiliari, passata dal 42,9% nel 2021 al 44,0% nel 2024”.
In Italia gender gap del 12%
Da qui anche il dato italiano: “Il divario retributivo di genere nei CdA dei servizi finanziari è diminuito al 12%, un dato migliore rispetto alla media europea del 15%”, afferma Luca Galli, EY risk leader, financial services che indica come la futura direttiva europea 'Women on Boards' prevista per il 2026 “rafforzerà ulteriormente questi progressi, promuovendo una rappresentanza femminile ancora più equilibrata nei ruoli di leadership”.
Competenze tech e ESG nei board
Un ultimo dato del report diffuso da EY riguarda l’incremento delle competenze tech e ESG tra i membri dei board delle società finanziarie. L’Italia, con il 24,3% di membri dei consigli di amministrazione che hanno competenze tecnologiche, è seconda solo alla Spagna (28,2%) su questo parametro; seguono Olanda (23,8%), Germania (20,7%), Francia (20,4%), Svizzera (20%) e Belgio (15,4%). Guardando alla sostenibilità, l’Italia si posiziona al terzo posto con il 14,6% dei consiglieri che ha competenze ESG (percentuale che arriva al 23,8% tra i consiglieri nominati negli ultimi 12 mesi), dopo Francia (20,4%) e Spagna (15,5%).
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