Savings and Investments Union, un impulso al venture capital e nuove opportunità per i fondi di investimento

Con una riduzione degli ostacoli normativi e fiscali e strumenti più efficaci per agevolare le exit, questa asset class potrebbe diventare più accessibile per gli investitori, contribuendo alla crescita delle startup europee. L'articolo Savings and Investments Union, un impulso al venture capital e nuove opportunità per i fondi di investimento proviene da FundsPeople Italia.

Mar 18, 2025 - 12:09
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Savings and Investments Union, un impulso al venture capital e nuove opportunità per i fondi di investimento

Il venture capital è fondamentale per sostenere l’innovazione e la crescita delle startup europee, in particolare nei settori strategici come IA, deeptech, biotech e cleantech. Tuttavia, il mercato europeo è ancora poco sviluppato rispetto agli Stati Uniti, dove i finanziamenti per le startup sono sette volte superiori a quelli disponibili in Europa, come evidenziato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). L’Unione del Risparmio e degli Investimenti (conosciuta con l'acronimo inglese Savings and Investments Union – SIU), la strategia con cui la Commissione europea punta a collegare il risparmio dei cittadini agli investimenti più produttivi, riserva particolare attenzione al venture capital, con l’obiettivo di ridurre il divario con gli Stati Uniti e rafforzare la competitività del settore in Europa.

In quest’ottica, la SIU intende superare le barriere che ne ostacolano lo sviluppo: oltre a facilitare la raccolta di capitali e a migliorare la liquidità del mercato, punta a semplificare il quadro normativo e fiscale, rendendo il venture capital un’asset class più accessibile e attraente per gli investitori. Ne deriva un’opportunità per le case di gestione, consentendo loro di giocare un ruolo più attivo nel venture capital.

FundsPeople ha avuto accesso a una bozza della SIU, che sarà presentata ufficialmente il 19 marzo. Sebbene la versione definitiva del documento che arriverà al Parlamento europeo e al Consiglio potrebbe subire delle modifiche, il tono e la direzione della regolamentazione che l’UE intende promuovere sono chiari.

Superare frammentazione normativa e sbloccare gli investimenti

Le attuali differenze normative tra gli Stati membri rappresentano un ostacolo per i fondi di venture capital, aumentando la complessità burocratica e i costi operativi per le imprese che vogliono espandersi su più mercati. “Affinché i fondi di venture e growth capital possano prosperare, è importante che le regole che si applicano a questi fondi, sia a livello europeo che nazionale, siano flessibili e proporzionate”, spiega la Commissione. La SIU punta a superare queste criticità attraverso un quadro normativo più armonizzato, riducendo le barriere amministrative e facilitando la raccolta di capitali. Con questa finalità, intende potenziare i fondi pubblici, superando l'inerzia degli investitori a investire in questa classe di attività. “I programmi nazionali e dell'UE che sostengono lo sviluppo del venture capital e del growth capital, dovrebbero essere ulteriormente sviluppati”, evidenzia il documento. La Commissione intende quindi collaborare con la Banca europea per gli investimenti (BEI) le banche nazionali e gli investitori privati per sbloccare un maggior numero di investimenti, in particolare da parte di investitori istituzionali.

Aggiornare il Regolamento EuVECA e agevolare le exit

Tra le misure proposte, assume particolare rilievo la volontà della Commissione di riesaminare e aggiornare il Regolamento EuVECA (European Venture Capital Fund), che ha creato un veicolo di investimento dedicato al venture capital nell’UE, per renderlo più attrattivo, ampliando la gamma di asset e strategie investibili. In parallelo, iniziative come TechEU e ETCI 2.0 forniranno strumenti di supporto per finanziare startup innovative, ampliando così le possibilità di investimento e contribuendo alla crescita dell’ecosistema del venture capital. Un ulteriore impulso potrebbe arrivare dalla cartolarizzazione:la Commissione presenterà delle proposte in quest’ambito nel secondo trimestre del 2025, concentrandosi sulla revisione della due diligence, della trasparenza e dei requisiti prudenziali per le banche e assicurazioni. Questa misura potrebbe liberare capitale bancario, aumentando i finanziamenti disponibili per startup e PMI e migliorando la scalabilità del venture capital, creando un ecosistema più favorevole alla crescita delle imprese innovative.

Uno degli ostacoli primari allo sviluppo del venture capital in Europa è la scarsa liquidità dei mercati secondari e le difficoltà delle operazioni di exit. La mancanza di strumenti adeguati per permettere agli investitori di uscire dagli investimenti limita l’attrattività di questa asset class e rende più complessa la raccolta di nuovi capitali da parte dei gestori di fondi. Senza opzioni di uscita chiare, gli investitori restano esitanti a impegnarsi nel lungo termine, frenando il potenziale di crescita del settore. Per affrontare questa sfida, entro il primo trimestre del 2026 la Commissione presenterà delle misure per sostenere le exit degli investitori, anche per esplorare un possibile quadro dedicato per consentire la negoziazione multilaterale intermittente di azioni di società private. Per le case di gestione, ciò rappresenta un’importante opportunità. Maggiori possibilità di uscita per gli investitori significheranno un mercato più fluido e attrattivo.

Un sistema fiscale più favorevole al venture capital

Il sistema fiscale in molti Paesi UE penalizza il venture capital, favorendo il finanziamento tramite debito e creando ostacoli agli investimenti transfrontalieri. Questa frammentazione limita la competitività del settore e la capacità di attrarre capitali internazionali. La SIU punta a ridurre queste barriere, armonizzando la fiscalità a livello europeo e sostenendo il Debt-Equity Bias Reduction Act (DEBRA) per riequilibrare il trattamento fiscale tra debito ed equity. Inoltre, la direttiva FASTER (Faster and Safer Tax Relief of Excess Withholding Taxes) rende le procedure di ritenuta alla fonte nell'UE più efficienti e sicure per gli investitori. “Tuttavia, le differenze nei sistemi fiscali nazionali possono creare oneri amministrativi e ostacoli agli investimenti transfrontalieri.

Tali barriere limitano le opportunità di investimento. È necessario intervenire a livello nazionale per eliminare tali ostacoli”, ribadisce la Commissione. In conclusione, un mercato europeo del venture capital più integrato e liquido, con minori barriere normative e fiscali e strumenti più efficaci per agevolare le exit, potrebbe rendere questa asset class sempre più strategica nei portafogli di investimento. Le riforme proposte dalla SIU aprono nuove opportunità per l’industria dei fondi, favorendo l'interesse di un numero maggiore di investitori verso questa classe di attività.

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