Scuola, gli esami per i prof precari fissati dopo la scadenza dell’inserimento in graduatoria: “Valditara intervenga”

Migliaia di docenti che hanno fatto il concorso per insegnanti e ora devono fare il percorso formativo per l’abilitazione rischiano di non lavorare il prossimo anno. La maggior parte degli atenei ha previsto gli esami a luglio, ma l’inserimento nelle graduatorie provinciali (le cosiddette Gps) dev’essere fatto entro il 30 giugno. A sollevare il caso […] L'articolo Scuola, gli esami per i prof precari fissati dopo la scadenza dell’inserimento in graduatoria: “Valditara intervenga” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 7, 2025 - 07:16
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Scuola, gli esami per i prof precari fissati dopo la scadenza dell’inserimento in graduatoria: “Valditara intervenga”

Migliaia di docenti che hanno fatto il concorso per insegnanti e ora devono fare il percorso
formativo per l’abilitazione rischiano di non lavorare il prossimo anno. La maggior parte degli
atenei ha previsto gli esami a luglio, ma l’inserimento nelle graduatorie provinciali (le cosiddette
Gps) dev’essere fatto entro il 30 giugno.

A sollevare il caso sono i maestri e i professori precari che stanno facendo il corso alla “Carlo Bo” di Urbino. Nei giorni scorsi hanno scritto al rettore Giorgio Calcagnini segnalando che la prima data utile per l’esame finale fissata a metà luglio preclude la possibilità di inserimento nelle Gps di prima fascia. A detta degli insegnanti, al momento dell’iscrizione, avevano avuto rassicurazioni in merito, ma oggi non è più possibile.

È il caso di Sofia, 48enne, docente precaria da cinque anni che nel 2023 ha partecipato al concorso Pnrr1. Ancora non sa gli esiti dell’orale ma si è dovuta iscrivere al corso per avere i crediti formativi necessari: “Ci stanno chiedendo un sacrificio enorme e in più rischiamo alla nostra età di perdere il posto di lavoro. Il nostro tirocinio è di 84 ore: io faccio la docente al mattino e la tirocinante al pomeriggio. Non le pare assurdo? Dalle 8 alle 12 lo Stato mi fa lavorare come professoressa e più tardi mi dice che devo formarmi per salire in cattedra. È una contraddizione”.

Dall’ateneo di Urbino è arrivata la risposta agli interrogativi dei candidati: “Il disallineamento – cita la nota del rettore pubblicata sul “Corriere Adriatico” – tra i tempi previsti dal ministero
dell’Università e del Merito per l’inserimento nelle graduatorie provinciali di supplenza non
dipende certamente dalle singole università”.

L’ateneo per quanto di propria competenza ha cercato di abbreviare i tempi concentrando in tre mesi l’intero percorso pur garantendo la qualità della formazione ma non è bastato. Un problema che le università hanno segnalato a viale Trastevere senza ottenere alcuna risposta. “Siamo pronti anche noi – spiega Sofia a ilfattoquotidiano.it – a scrivere al ministro ma non sappiamo nemmeno a quale ufficio rivolgerci. Rischiamo di fare un buco nell’acqua. È importante che Giuseppe Valditara si renda conto della situazione e proroghi i termini per le Gps in modo che anche noi possiamo accedervi”.

Non resta che attendere che l’appello rivolto al ministero venga preso in considerazione per evitare che proprio a causa del concorso ci siano persone che non potranno accedere alle cattedre. Nei mesi scorsi le organizzazioni sindacali avevano già sollevato la questione della tempistica. L’unica via d’uscita, tuttavia, per molti docenti è stata quella di effettuare i corsi abilitanti con le università online che hanno organizzato il tutto a costi più alti ma in tempi più brevi senza alcun controllo sulla qualità della formazione.

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