
Una stella di neutroni svela un cielo invisibile Un team internazionale di astronomi ha utilizzato
MeerKAT, il più potente
radiotelescopio dell’emisfero australe, per osservare la
pulsar J0437–4715, distante
512 anni luce. Questo oggetto compatto e in rapida rotazione ha rivelato dettagli sorprendenti del
mezzo interstellare che circonda il nostro
Sistema Solare. I risultati dello studio, pubblicati su
Nature Astronomy, ridefiniscono la nostra comprensione del plasma che permea la
Bolla Locale. Cosa rende unica questa pulsar Le
pulsar sono i resti ultradensi di
supernove, con masse superiori a quella del Sole compresse in un diametro di pochi chilometri. Ruotando rapidamente, emettono
fasci di onde radio e un vento di
particelle energetiche. Quando si muovono a velocità supersonica attraverso il gas interstellare, generano una
onda d’urto a prua, simile alla scia di una barca che attraversa l’acqua. Nel caso di J0437–4715, la sua
scintillazione radio – simile al tremolio delle stelle nel cielo notturno – ha fornito una finestra sulle
strutture compatte di plasma tra noi e la pulsar. È la
pulsar millisecondo più vicina mai osservata con tale dettaglio. La scansione TC del cosmo Grazie all’eccezionale sensibilità di MeerKAT, gli astronomi hanno identificato ben
25 archi di scintillazione, una quantità mai registrata prima. Ogni arco rappresenta una sottile
struttura di plasma, permettendo di ricostruire una sorta di
modello tridimensionale del mezzo interstellare. Di questi,
21 si trovano nella Bolla Locale, una regione della galassia che si pensava fosse relativamente vuota. Questa zona fu scavata da
antiche esplosioni stellari circa
14 milioni di anni fa, creando una cavità di
gas caldo espanso. Tuttavia, le nuove osservazioni dimostrano che la
Bolla Locale è tutt’altro che vuota, con sacche di plasma che indicano
raffreddamento locale fino a 10.000 °C, in netto contrasto con le temperature iniziali di milioni di gradi. Uno sguardo dentro l’onda d’urto I restanti
4 archi di scintillazione hanno permesso di studiare, per la prima volta,
gli strati interni dell’onda d’urto a prua della pulsar. Questa struttura, visibile anche nella banda ottica grazie all’
idrogeno ionizzato che emette luce rossa, è stata analizzata come se si trattasse di una
tomografia. I dati hanno rivelato la presenza di
flussi di plasma in controcorrente, fenomeni rarissimi che fino a oggi erano previsti solo in
simulazioni numeriche. Questi
flussi inversi e le
velocità misurate metteranno ora alla prova le
attuali teorie sulle onde d’urto delle pulsar, spingendo i ricercatori a rivedere i modelli fisici del plasma nello spazio interstellare. Nuovi strumenti, nuove sorprese L’utilizzo sempre più diffuso di
radiotelescopi di nuova generazione, come MeerKAT, promette ulteriori scoperte sulle
interazioni tra le pulsar e il mezzo interstellare. Con questi strumenti, sarà possibile studiare
fenomeni invisibili come le
strutture turbolente di plasma, che giocano un ruolo chiave nella
dinamica della galassia e nel trasporto dell’
energia cosmica. La
scintillazione di una minuscola stella di neutroni, dunque, ha aperto una nuova finestra su un
universo nascosto, rivelando che
anche il nostro quartiere cosmico è più complesso e vibrante di quanto immaginassimo.
Scoperta una rete di plasma turbolento nella Bolla Locale