Scalare l’Everest è troppo pericoloso? I droni cambiano le regole

6 minuti contro 7 ore: così i droni cambiano l'Everest trasportando attrezzature e salvando vite, ma è solo l'inizio di un nuovo capitolo. L'articolo Scalare l’Everest è troppo pericoloso? I droni cambiano le regole è tratto da Futuro Prossimo.

Apr 21, 2025 - 09:56
 0
Scalare l’Everest è troppo pericoloso? I droni cambiano le regole

La quiete surreale dei ghiacciai immacolati, le torri di roccia che si stagliano verso il cielo. Poi d’improvviso, un suono inaspettato rompe l’incantesimo: una scala che cade dall’alto, portata non dalle mani di uno sherpa esausto, ma da un drone. Mi chiedo quante vite avrebbe potuto salvare questa tecnologia nei decenni passati. Sull’Everest, la montagna più alta e forse più letale del pianeta, un cambiamento epocale sta prendendo forma.

Non è una tempesta improvvisa o una nuova via di scalata, ma qualcosa di più sottile e potenzialmente più dirompente: l’arrivo dei droni, macchine volanti capaci di trasportare in pochi minuti ciò che agli umani richiede ore di fatica mortale.

Everest, la distanza si accorcia

Guardate i numeri, e capirete subito perché questa tecnologia potrebbe cambiare tutto: sull’Everest il Campo Base si trova a circa 5.364 metri d’altitudine, mentre il Campo Uno a 6.065 metri. La distanza aerea? Appena 2,9 chilometri. Eppure, per percorrerla, uno sherpa impiega dalle sei alle sette ore di faticoso cammino tra crepacci nascosti e seracchi instabili. Un drone? Sei o sette minuti. La matematica della sopravvivenza non potrebbe essere più chiara.

E non è solo questione di tempo risparmiato. È questione di vite. Milan Pandey è seduto al Campo Base, contemplando panorami che pochi hanno visto; ma lui è arrivato lì senza ramponi né piccozze. È un pilota di droni, e il suo lavoro sta portando nel mondo dell’alpinismo una rivoluzione silenziosa ma profonda.

Il suo obiettivo è semplice e nobile: aiutare quegli sherpa che da settant’anni tracciano la via per gli scalatori occidentali, pagando spesso con la vita. Decine di loro sono morti nel farlo. Pandey, di Airlift Technology, startup locale di mappatura con droni, crede che combinando la sua expertise tecnologica con la conoscenza delle montagne degli sherpa, il tetto del mondo possa diventare un luogo meno letale.

Droni sull’Everest, genesi di un’idea salvavita

La necessità aguzza l’ingegno, si dice. E quale necessità è più impellente della sopravvivenza? Mingma G Sherpa di Imagine Nepal, società che guida alpinisti da quasi un decennio, ha compreso l’importanza di questo tipo di assistenza quando ha perso tre amici e guide di montagna in una valanga nel 2023. I loro corpi non sono mai stati recuperati.

“Dovevano continuare a salire e scendere dalla montagna venti volte per prima individuare il percorso e poi tornare per l’attrezzatura. Avevo sentito che in Cina usano droni per aiutare in questo su un’altra montagna, così ho pensato ‘perché non qui?'”

racconta con quella semplicità disarmante che solo chi vive quotidianamente con la morte può permettersi.

Contemporaneamente, Raj Bikram, CEO di Airlift Nepal, stava mappando l’Everest in 3D con droni quando il sindaco della regione del Khumbu gli chiese quanto peso potessero trasportare quei dispositivi. Un’idea fortuita, nata dall’intersezione tra dolore e tecnologia, tra tradizione e innovazione. Nell’aprile 2024, con l’aiuto di due droni donati dalla cinese DJI, Airlift ha iniziato a sperimentare.

“All’inizio, poiché era anche la nostra prima volta al Campo Base dell’Everest, non eravamo sicuri di come il drone si sarebbe comportato a quell’altitudine e a quella temperatura”

E non era un timore infondato. La visibilità ridotta e la velocità del vento sono tra le sfide principali. Ci è voluto un mese per imparare a conoscere il terreno. Ma ne è valsa la pena: la prima operazione di pulizia di Airlift Nepal ha utilizzato un drone per riportare circa 500 kg di rifiuti dal Campo Uno al Campo Base.

L’uomo e la macchina, una simbiosi necessaria

Per la stagione 2025 di scalate dell’Everest, Pandey afferma che Airlift aiuterà gli sherpa a trasportare attrezzature prima, e raccoglierà i rifiuti poi. È una collaborazione, non una sostituzione. Gli sherpa indicano a Pandey la direzione necessaria, poi lui fa volare prima un piccolo drone per navigare il sentiero. A quel punto, gli sherpa fanno ciò che hanno sempre fatto: scalano fino ai pericolosi seracchi.

“Una volta che scoprono ‘qui ci serve una scala’, ‘qui ci serve una corda’, ci inviano le coordinate via walkie-talkie e poi trasportiamo l’attrezzatura lì”, spiega Pandey. I droni possono anche trasportare attrezzature salvavita come bombole d’ossigeno e medicinali.

C’è ancora molto da fare, ovviamente. Ogni drone costa 70.000 dollari, e questo è solo l’inizio delle spese. “Al Campo Base tutto è costoso”, osserva Bikram. “Poiché non c’è elettricità, abbiamo bisogno di molto carburante per caricare le batterie. Il costo per raggiungere effettivamente il campo, il costo della manodopera, l’alloggio, il cibo, c’è molto.”

L’arrivo di un drone al Campo Base. Immagine: Airlift Technology

Le radici di una tradizione

Dawa Janzu Sherpa, 28 anni, è un “frontman” sull’Everest con i dottori del ghiacciaio da otto anni. Il team di sherpa è guidato da un anziano che ha sviluppato la sua esperienza nella navigazione e decide il percorso, ma è il frontman con la sua forza e giovinezza che va per primo sul ghiacciaio.

“Quest’anno sull’Everest c’è molto ghiaccio secco che rende molto difficile fissare i sentieri, e ci sono molte torri di ghiaccio nel mezzo”, racconta. I droni stanno riducendo il tempo e il livello di rischio della metà, anche se lui non lo fa per passione: è il solo sostentamento della moglie e delle due figlie.

“Con il brutto tempo che abbiamo visto finora quest’anno non avremmo fissato il sentiero in tempo se non fosse stato per quell’aiuto”, aggiunge. E forse è proprio questa la chiave: la tecnologia che non sostituisce l’uomo, ma lo aiuta a sopravvivere, a tornare a casa dai propri cari.

L'articolo Scalare l’Everest è troppo pericoloso? I droni cambiano le regole è tratto da Futuro Prossimo.