Sauditi a caccia di Pokémon? Perché Niantic cede la divisione videogame
La saudita Scopely ha sborsato 3,5 miliardi per portarsi a casa la divisione gaming americana con alcuni dei loro titoli più scaricati su smartphone e tablet. Tuttavia dopo il successo di Pokémon Go Niantic era in crisi creativa da tempo e stava licenziando personale. Cosa farà ora la software house di San Francisco?

La saudita Scopely ha sborsato 3,5 miliardi per portarsi a casa la divisione gaming americana con alcuni dei loro titoli più scaricati su smartphone e tablet. Tuttavia dopo il successo di Pokémon Go Niantic era in crisi creativa da tempo e stava licenziando personale. Cosa farà ora la software house di San Francisco?
Niantic Labs potrebbe cambiare ancora una volta pelle. Fondata come indipendente, successivamente acquisita e divenuta divisione interna a Google, quindi ritornata autonoma, la realtà messa in piedi nel 2010 da John Hanke è di fatto la principale responsabile di Google Earth, ovvero una delle app più ambiziose di Mountain View dal momento che digitalizza e rendere poligonale l’intera superficie terrestre con un livello di dettaglio accresciuto costantemente nel tempo.
L’INCREDIBILE STORIA DI NIANTIC
Nel corso degli anni Niantic ha lavorato a Google Maps, Street View, SketchUp e Panoramio. Poi ha voluto tornare a essere una software house a sé stante ed è riuscita a strappare la concessione d’uso a Nintendo della licenza del marchio Pokémon per un software per smartphone: Pokémon Go.
Nel videogioco Niantic ha trasfuso la sua abilità con le mappe, creando un fenomeno che non ha certo bisogno di presentazioni dato che gli oltre sei miliardi di dollari di fatturato stimati (la software house di San Francisco non ha mai rivelato i numeri esatti) nei primi sei anni di pubblicazione sono superati solo dai numeri dei download dagli store per tablet e smartphone.
E ORA?
Niantic Labs ha annunciato che venderà la sua divisione videogiochi allo sviluppatore mobile saudita Scopely per 3,5 miliardi di dollari e l’accordo, è stato specificato, include i tre principali software per cui è conosciuta: Pokémon Go, Pikmin Bloom e Monster Hunter Now.
Attenzione: come scritto in precedenza, si tratta di videogame basati su concessioni di licenza. Pokémon Go e Pikmin Bloom sono marchi di esclusiva proprietà della giapponese Nintendo mentre Monster Hunter Now appartiene alla nipponica Capcom.
I SAUDITI NON HANNO I MARCHI POKéMON, PIKMIN E MONSTER HUNTER
Questo dunque non vuol dire che Scopely è diventata proprietaria, come erroneamente riportato da diversi media, di Pokémon, Pikmin e Monster Hunter: affatto.
Tuttavia,Pokémon Go, Monster Hunter Now e Pikmin Bloom continueranno a esistere e a essere aggiornati. Se ne occuperà come sempre la divisione videoludica che li ha creati, ma lo farà sotto un altro cappello, quello della saudita Scopely, appunto.
NIANTIC IN CRISI CREATIVA
Per i sauditi l’ennesima operazione finalizzata a renderli una potenza nel settore del gaming. Occorre comunque ricordare che Niantic fosse in crisi creativa ormai da tempo, che l’entusiasmo per Pokémon Go dopo circa 10 anni stesse iniziando a spegnersi e che i titoli che sono seguiti non sono riusciti ad avere il medesimo impatto.
Scopely ha affermato nel suo annuncio che l’attività di gioco di Niantic ha generato 1 miliardo di dollari di entrate l’anno scorso: un risultato ragguardevole ma che ricomprende tutti i videogame attualmente sul mercato mentre negli anni passati la sola etichetta Pokémon Go portava in cassa numeri ben maggiori tanto che l’azienda ha annullato diversi progetti e licenziato almeno 310 dipendenti tra il 2022 e il 2023.
E NIANTIC?
Per la software house di San Francisco si prospettano insomma nuove avventure: appesi i videogame al chiodo, pare che la realtà intenda concentrarsi esclusivamente su progetti legati all’utilizzo di algoritmi di Intelligenza artificiale.