Sanremo 2025, Carlo Conti in conferenza stampa: «Nessuna pressione politica, certo che sono antifascista». Scotti: «Il Festival lo vedo bene in Rai»
La Rai afferma di avere pronta una proposta per il Comune dopo la sentenza del Tar, che le impone di andare a bando per la trasmissione L'articolo Sanremo 2025, Carlo Conti in conferenza stampa: «Nessuna pressione politica, certo che sono antifascista». Scotti: «Il Festival lo vedo bene in Rai» proviene da Open.

«Siete molti di più del mio ultimo Festival del 2017». Si compiace Carlo Conti nel corso della conferenza stampa alla vigilia della prima serata della 75esima edizione del Festival di Sanremo. Il conduttore toscano ha elogiato i precedenti direttori artistici: «Sicuramente Claudio Baglioni prima di me e Amadeus in questi cinque anni hanno fatto un lavoro incredibile». «Per me Sanremo è casa. Ci sono stato per la prima volta nel 1985 con la mia Fiat 127 per prendere le interviste agli artisti».
L’esibizione contro la guerra
Carlo Conti ha annunciato che l’edizione di domani si aprirà con un omaggio a Ezio Bosso, compositore torinese che si esibì nell’edizione del 2016. Bosso è morto nel 2020 per una recidiva del cancro con cui combatteva dal 2011. Saliti sul palco Gerry Scotti e Antonella Clerici, il direttore artistico ha annunciato «un grande show di Jovanotti». Non ci saranno monologhi, ma un intervento contro la guerra di un’artista israeliana e una palestinese, Noa e Mira Awad, che duetteranno su Imagine, di John Lennon.
Niente monologhi a Sanremo: Carlo Conti spiega perché
Spiegando la decisione sui monologhi, Carlo Conti ha chiarito. La ragione – ha spiegato il direttore artistico – è unicamente dovuta a «tempi televisivi». «Con 29 cantanti che si devono esibire in una sola sera non possiamo perdere tempo», ha aggiunto. «Credo che una parola forte sia meglio di tante parole», ha aggiunto Conti anticipando un intervento di Paolo Kessissoglu e sua figlia sull’isolamento dei giovani. Il tutto, in una serata più breve di quelle delle ultime tre edizioni. «Voglio finire abbastanza presto, intorno all’1», ha chiarito il direttore artistico, prima di mettere un punto fermo. «Non cerco polemiche».
Carlo Conti antifascista
«Siete antifascisti?», è stata la domanda posta ai conduttori poco dopo. «Certo! Siamo nel 2025», ha risposto Carlo Conti senza esitazione. «Ma trovo la domanda anacronistica: mi preoccupano altre cose del futuro. Ma non dovremmo dimenticare quello che hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni per la nostra libertà», ha aggiunto. «Moltissimi miei parenti erano partigiani», gli ha fatto eco Gerry Scotti.
Sanremo via dalla Rai? Faremo una proposta al Comune
Interpellato è stato poi Gerry Scotti, sulla possibilità ipotizzata nelle scorse settimane, che Sanremo possa non andare più in onda sulla Rai ma su altre emittenti. Tra queste Mediaset. «Mediaset non è interessata. E io non sono qui per portare gli interessi di nessuno. Vedo Sanremo benissimo alla Rai come il nostro amministratore delegato», ha detto il conduttore volto del biscione. «Noi non temiamo nessuno», ha aggiunto Ciannamea rispondendo all’ipotesi che anche Discovery possa essere interessata e dichiarando che la Rai farà ricorso contro la sentenza del Tar che le impone di andare a bando per la trasmissione. «Faremo una proposta autonoma al Comune per un contratto con la Rai». Posizione con cui il sindaco di Sanremo Alessandro Mager concorda.
Il sole sanremese
Dalla sala stampa Lucio Dalla, il direttore artistico ha scherzato con i giornalisti ed encomiato il sole sanremese, «che mi ha permesso di ravvivare il colore naturale della mia pelle». Poi è passato ai ringraziamenti di rito alla squadra organizzativa e agli sponsor. Nel corso della kermesse musicale.
Le serate di Sanremo 2025
Tutti gli artisti si esibiranno per la prima volta già nel corso della prima serata. Venerdì sera, la quarta serata, è quella dedicata alle cover, mentre sabato ci sarà la finale con l’annuncio del vincitore. Rispondendo alle domande dei giornalisti Carlo Conti ha poi spiegato di non aver avuto pressioni per togliere i monologhi, «è una decisione legata a questioni di tempi televisivi». «Credo che una parola forte sia meglio di tante parole che magari annoiano», ha aggiunto Carlo Conti anticipando un intervento di Paolo Kessissoglu e sua figlia sull’isolamento dei giovani. Ha poi cercato subito di spegnere le tensioni: «Non cerco polemiche, ho fiducia nella capacità dei cantanti di tenere alto il livello». Ha anche promesso di non volere allungare troppo la scaletta, finendo verso l’1.
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