Salto con gli sci, lo “scandalo Norvegia” si allarga? Si muove la Fis, dubbi sulla combinata nordica

Si allarga l’inchiesta sulla frode sportiva perpetrata dalla squadra norvegese maschile di salto con gli sci. Nella giornata di lunedì, la Federazione Internazionale ha inviato una lettera formale alla Federazione norvegese, richiedendo di poter ispezionare tutte le tute utilizzate durante i Mondiali di Trondheim. Non solo quelle del salto con gli sci, ma anche quelle […]

Mar 12, 2025 - 07:55
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Salto con gli sci, lo “scandalo Norvegia” si allarga? Si muove la Fis, dubbi sulla combinata nordica

Si allarga l’inchiesta sulla frode sportiva perpetrata dalla squadra norvegese maschile di salto con gli sci. Nella giornata di lunedì, la Federazione Internazionale ha inviato una lettera formale alla Federazione norvegese, richiedendo di poter ispezionare tutte le tute utilizzate durante i Mondiali di Trondheim. Non solo quelle del salto con gli sci, ma anche quelle della combinata nordica.

La Federazione norvegese ha garantito piena cooperazione. Non potrebbe essere altrimenti, considerate le ammissioni di colpa di svariati tecnici e il fatto che tutti gli eventi di Coppa del Mondo dei prossimi giorni siano programmati proprio in Norvegia, fra Oslo e Vikersund. Al riguardo, c’è chi ha storto il naso per la presenza fra i convocati di Marius Lindvik e Johann Andre Forfang. Però, credibilmente o meno, i due atleti si sono professati ignari dell’accaduto e al momento non vi sono prove che possano smentire questa posizione.

Diversa la situazione legata al management. Dopo la sospensione del capo allenatore Magnus Brevig e del sarto Adrian Livelten, si è aggiunta anche quella di Thomas Lobben, principale assistente di Brevig. Per il finale di stagione, la guida del movimento è stata affidata allo sloveno Bine Norcic, responsabile della squadra B.

Ancora non è chiaro se vi saranno ulteriori ripercussioni sull’accaduto. Si è spiegato come i risultati di tutte le gare dei Mondiali debbano essere considerati “scritti a matita”, poiché non è da escludere una squalifica di massa, oppure ulteriori sanzioni. Non solo nel salto, bensì anche nella combinata nordica, risucchiata dall’inchiesta.

Sotto questo aspetto, deve però essere chiara una dinamica. La Fis ha doverosamente domandato di ispezionare le tute usate, ma se anche dovessero risultare regolari, questo non proverebbe alcuna innocenza. La ragione è semplice. I video mostravano come stessero venendo spostati i chip da un indumento all’altro. Il chip è a tutti gli effetti la CIE di una tuta, la identifica. In altre parole, dal punto di vista informatico, si stava falsificando l’identità delle tute, ponendo chip associati ad attrezzatura regolamentare su degli indumenti fuori dalla legalità.

È, dunque, lapalissiano come le tute ufficialmente usate possano risultare in regola! Il nodo da sciogliere è semmai un altro, ovvero se e quando è stata contraffatta l’identità degli indumenti, perpetrando una frode. Al riguardo, ispezionare quelli ufficiali è doveroso, ma rischia di essere sostanzialmente inutile. Si tratta di un passaggio obbligato, però non certo definitivo.

Si resta sintonizzati e se lo scandalo si allargherà ulteriormente nel tempo (le gare precedenti a quella dell’8 marzo) e nello spazio (settore femminile, piuttosto di combinata nordica). Ora come ora, l’impressione è che in Norvegia stiano cercando di ridurre al minimo i danni e di salvare il salvabile.

Comprensibile, da un certo punto di vista, ma non può bastare a chi è preposto a garantire la credibilità della disciplina. Non ci si può accontentare di sacrificare sull’altare pubblico qualche capro espiatorio, lasciando impuniti altri responsabili.