Salmaso e Romano, Federazione STEM: «Puntiamo su innovazione e competitività»
La rivoluzione del cambiamento e dell’innovazione passa attraverso le discipline scientifiche e tecnologiche. Una presa di coscienza che risulta ancora difficile per il Paese. Solo una minoranza degli studenti – il 27% – persegue percorsi d’istruzione terziaria su Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. «La Federazione STEM nasce per valorizzare e tutelare le professioni che rappresentano […] L'articolo Salmaso e Romano, Federazione STEM: «Puntiamo su innovazione e competitività» proviene da ilBollettino.

La rivoluzione del cambiamento e dell’innovazione passa attraverso le discipline scientifiche e tecnologiche. Una presa di coscienza che risulta ancora difficile per il Paese. Solo una minoranza degli studenti – il 27% – persegue percorsi d’istruzione terziaria su Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. «La Federazione STEM nasce per valorizzare e tutelare le professioni che rappresentano il motore dell’innovazione e della competitività» dicono Alessia Salmaso, Presidente del Comitato Scientifico della Federazione STEM, e Beniamino Romano, Segretario Generale. «Vogliamo aiutare la crescita della capacità tecnologica e questo lo si fa elevando le professioni STEM a valore primario per il Paese. La Federazione è parte della CSE – Confederazione Indipendente Sindacati Europei ed è la prima realtà sindacale italiana interamente dedicata ai professionisti del settore».
L’obiettivo della Federazione STEM?
«Garantire il riconoscimento di queste competenze essenziali, promuovere il loro sviluppo e costruire un sistema di tutele adeguato per chi lavora nell’innovazione».

Sebbene i numeri degli iscritti ai corsi di laurea non mostrino cenni di miglioramento negli ultimi dieci anni, si registrano tendenze diverse a seconda delle tipologie considerate. In particolare, le famiglie STEM più diffuse sono Ingegneria Industriale e dell’Informazione – che rappresenta il 45% del settore nel 2022 – dato in crescita dal 36% registrato nel 2012), seguita dalle discipline di ambito Scientifico (32%) e da Architettura e Ingegneria Civile (14%, in diminuzione rispetto al 28% del 2012). Le tipologie in assoluto meno diffuse sono Informatica e Tecnologie ICT.
Quest’ultime, pur riguardando competenze cruciali per affrontare le trasformazioni presenti e future, come l’AI e la cybersicurezza, sono frequentate solo dall’8% degli studenti del campo, di cui solo un 15% di ragazze. Nonostante negli ultimi 10 anni si sia verificato un progressivo e costante aumento, pari a circa il 60% degli iscritti all’interno di questo cluster, il numero di studenti nelle materie ICT rimane esiguo.
Il panorama globale
Allargando il quadro oltre l’Italia, ad altri nove Paesi (Belgio, Francia, Germania, Grecia, Malta, Olanda, Regno Unito, Romania, Spagna), i percorsi di questo tipo continuano a essere intrapresi da una minoranza di studenti. Nel 2021 infatti, solo il 23% degli studenti è iscritto a una laurea STEM, con alcune variazioni a seconda del Paese. Un quadro che è rimasto sostanzialmente stabile in Europa negli ultimi tre anni. Tra le diverse geografie, la Germania si conferma leader, visto che quasi quattro studenti su dieci frequentano percorsi di istruzione in questo ambito.
Il World Economic Forum stima che il 60% di tutti i posti di lavoro sarà radicalmente trasformato entro il 2030 in virtù dei progressi delle tecnologie di automazione, tra cui l’Artificial Intelligence (AI), i sistemi autonomi e la robotica. In particolare, i principali profili che guideranno la creazione di nuova occupazione saranno prevalentemente in ambito STEM, come, ad esempio, lo sviluppo di nuove professionalità legate all’AI, alla gestione dei dati, degli algoritmi e al machine learning, alla sostenibilità, all’intelligence e sicurezza informatica. Le professioni in ambito di ingegneria delle energie rinnovabili saranno altresì tra quelle in rapida crescita, in quanto le economie si stanno progressivamente orientando verso fonti energetiche alternative. Si rende dunque necessario un sostanziale reskilling destinato alle competenze chiave in grado di riscrivere i contorni delle competenze del futuro.
Cosa rappresentano per il Paese le professioni STEM?
«Sono strategiche per la crescita economica, sociale e tecnologica. Settori come intelligenza artificiale, robotica, biotecnologie, cybersecurity e ingegneria digitale stanno trasformando ogni aspetto della nostra società, creando nuove opportunità di sviluppo. Investire in queste competenze significa rafforzare la competitività, accelerare la transizione digitale ed ecologica e rispondere alle sfide globali con soluzioni innovative. Noi riteniamo che la forza di un Paese si misura dalla sua capacià tecnologica. Solo aiutando queste professioni a crescere, possiamo rafforzare il tessuto produttivo e innovativo. Va anche aggiunto che queste sono le professioni che guidano la trasformazione di processi lavorativi e che quindi, più di altre, possono dare spinta alla produttività.
Questo discorso è ancora più valido se parliamo di pubblica amministrazione. Le opportunità di miglioramento devono passare per un processo di digitalizzazione che sia basato sul miglioramento dei processi, e questo è materia per le professioni STEM. L’Italia ha una solida tradizione manifatturiera e un know-how di eccellenza nei settori ad alto contenuto tecnologico, ma il rischio è quello di rimanere indietro rispetto ai Paesi più avanzati. Secondo i dati europei, soffriamo di un gap significativo nella formazione e nella disponibilità di professionisti specializzati. Rafforzare queste discipline significa colmare il divario tra domanda e offerta di competenze, stimolare la ricerca e l’innovazione e garantire che il sistema produttivo italiano sia pronto per le sfide future. A tal riguardo, basta leggere le interviste dell’AD di Leonardo per avere conferma di cio che sto affermando».
Qual è il contributo di questo tipo di formazione specialistica al Mercato del lavoro?
«È sempre più centrale, con una domanda in costante crescita. Molte aziende faticano a trovare specialisti qualificati, il che dimostra l’urgente necessità di formare più talenti in questi settori. Inoltre, l’evoluzione tecnologica sta generando nuove figure professionali, che richiedono competenze sempre più interdisciplinari. La Federazione si pone come ponte tra il mondo del lavoro, le istituzioni e il sistema educativo, promuovendo percorsi di formazione mirati e strategie di upskilling e reskilling».

Quali sono le lauree e le competenze più richieste?
«Tra le lauree più richieste troviamo: ingegneria informatica e dell’automazione, Intelligenza artificiale e data science, cybersecurity e sicurezza informatica, biotecnologie e bioingegneria, fisica e matematica applicata, scienze e tecnologie per l’ambiente e l’energia. Le competenze più richieste spaziano dalla programmazione avanzata all’analisi dei dati, fino alla gestione dei sistemi di sicurezza informatica e allo sviluppo di tecnologie sostenibili».
Qual è la posizione dell’Italia rispetto al resto del panorama europeo?

«Siamo ancora indietro, per numero di laureati e per investimenti in ricerca e sviluppo. Secondo le statistiche Eurostat, la percentuale di laureati STEM in Italia è inferiore alla media UE. Inoltre, il Paese deve affrontare il problema della fuga di talenti: molti giovani professionisti scelgono di trasferirsi all’estero per cercare migliori opportunità di carriera. Per colmare questo gap, è necessario rafforzare il sistema educativo, incentivare le iscrizioni alle facoltà STEM e creare un ecosistema lavorativo più attrattivo».
Gender gap: come risolvere questa disparità trasversale?
«Le donne rappresentano ancora una minoranza nelle professioni STEM, sia nell’ambito accademico sia in quello aziendale. Solo il 16% dei laureati in ingegneria e il 20% dei professionisti ICT in Italia sono donne. Per superare questo divario, la Federazione STEM promuoverà iniziative di sensibilizzazione, mentorship per giovani studentesse e politiche aziendali orientate alla parità di genere. Includere più donne nelle STEM non è solo una questione di equità, ma una strategia vincente per arricchire il settore con nuove prospettive e competenze».
Quali sono gli obiettivi della Federazione STEM di quest’anno?
«Il primo è la creazione di un Contratto Nazionale delle Professioni STEM, per garantire tutele e diritti adeguati ai lavoratori del settore. Poi, la definizione di una legge per introdurre il Project Management nella Pubblica Amministrazione, per migliorare la gestione e l’efficienza dei progetti tecnologici, la promozione di percorsi di formazione e aggiornamento professionale, per colmare il mismatch di competenze. Ancora, azioni concrete per ridurre il gender gap, con programmi di supporto, incentivi per le donne e collaborazioni con aziende, università e istituzioni, per costruire un ecosistema favorevole allo sviluppo delle professioni tecnologiche. L’Italia ha un’enorme opportunità davanti a sé: rendere le STEM un pilastro centrale per il futuro del Paese. La Federazione è pronta a guidare questo cambiamento».
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