Romania, il candidato sovranista Simion: “Il mio modello è Meloni. I russi? Sono criminali”
“Avremo la stessa linea in politica estera dell’Italia. Adotteremo la stessa strategia di Giorgia Meloni”, dice George Simion, il candidato più votato al primo turno delle elezioni presidenziali della Romania tenutesi domenica scorsa. “Non ho rapporti con Mosca e non voglio averli perché li considero dei criminali”, assicura. E “la Nato – sottolinea – è […]

“Avremo la stessa linea in politica estera dell’Italia. Adotteremo la stessa strategia di Giorgia Meloni”, dice George Simion, il candidato più votato al primo turno delle elezioni presidenziali della Romania tenutesi domenica scorsa. “Non ho rapporti con Mosca e non voglio averli perché li considero dei criminali”, assicura. E “la Nato – sottolinea – è vitale per la Romania”.
Simion, che si definisce “l’unico candidato sovranista”, ha sostituito alla guida del movimento nazionalista Alleanza per l’Unione dei romeni Calin Georgescu, l’indipendente di estrema destra escluso dalle elezioni per aver “violato l’obbligo di difendere la democrazia”. Lo scorso 24 novembre Georgescu aveva raccolto il 23% dei voti al primo turno delle presidenziali, ma il voto era stato poi annullato dalla Corte Costituzionale romena, che aveva ravvisato influenze della Russia nella campagna elettorale volte a favorire proprio il candidato nazionalista.
Domenica scorsa Georgescu e Simion si sono recati al voto insieme. Il leader dell’Alleanza per l’Unione dei romeni ha ottenuto il 41% delle preferenze staccando di venti punti il liberale europeista Nicușor Dan. E in vista del ballottaggio del 18 maggio punta a ottenere l’appoggio di Victor Ponta, l’ex premier socialdemocratico diventato sostenitore del “Romania first”, che al primo turno ha racimolato il 13% dei voti.
Rispetto a Georgescu, Simion – 39 anni, in parlamento dal 2020 – sembra volersi porre su posizioni meno di rottura nei confronti dell’Occidente. Il modello di riferimento, dice in un’intervista ad Alessandra Muglia del Corriere della Sera, è il Governo italiano presieduto da Giorgia Meloni. “Saremo nella stessa posizione solo se gli ucraini rispetteranno i diritti delle minoranze, perché abbiamo mezzo milione di romeni lì e loro non rispettano i loro diritti in materia di chiesa e scuola: cercheremo di imporlo alla parte ucraina”, precisa. “Ma siamo sulla stessa lunghezza d’onda nel condannare la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. Sosteniamo una Nato forte e sosteniamo un’alleanza forte con l’amministrazione di Trump”.
Simion – che è anche vicepresidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei, lo stesso gruppo europeo di Fratelli d’Italia – è invece nettamente contrario al piano ReArm Europe sostenuto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: “Voterò contro il riarmo dell’Unione europea perché per scopi militari abbiamo la Nato e non serve creare una nuova forma di alleanza militare”, spiega.
Poi aggiunge: “La Nato è vitale per la Romania, per la Polonia, per gli Stati baltici per via della Russia”. “La Russia – osserva – è un pericolo. Ma il pericolo più grande è avere due blocchi geopolitici separati, avere l’Unione europea e gli Stati Uniti come avversari. Il nostro obiettivo nell’Ecr (il gruppo europarlamentare dei Conservatori e riformisti a cui appartiene anche Fratelli d’Italia, ndr) e come presidente della Romania (se confermato al ballottaggio, ndr ) è mantenere unito il mondo libero, mantenere le relazioni transatlantiche, proprio come sostiene Giorgia Meloni”.
Dopo il successo al primo turno, il candidato di Alleanza per l’Unione dei romeni ha ricevuto dall’Italia le congratulazioni da parte della premier Meloni e del vicepremier leghista Matteo Salvini: “Salvini è stato tra i primi a congratularsi ieri su Twitter, a spoglio ancora in corso…”, conferma. “Anche Giorgia Meloni si è complimentata su WhatsApp. Mi consulto spesso con lei sulle nostre strategie politiche a livello di Ecr”. E da Washington e Mosca? “Ho ricevuto un messaggio dal dipartimento Usa della Sicurezza Interna. Non ho rapporti con Mosca e non voglio averli perché li considero dei criminali”, rimarca.
Il piano di Simion è, in pieno stile Trump, “rendere la Romania di nuovo grande”. Come? “Investendo e concentrandoci sulla nostra economia”, afferma: “Siamo sull’orlo del collasso. Dobbiamo ridurre le tasse. Dobbiamo tagliare la burocrazia. Abbiamo bisogno di una riforma dello Stato”. Il candidato punta a “reindustrializzare il nostro Paese, iniziare a produrre di più qui. Abbiamo moltissimi minerali. Abbiamo petrolio e gas naturale nel Mar Nero. Abbiamo oro, rame, sale. Abbiamo tutti gli elementi della tavola periodica di Mendeleev. Abbiamo terre rare, che ora sono un argomento molto popolare. Quindi dobbiamo creare posti di lavoro ben retribuiti sfruttando questa ricchezza”, dice.