Roberto Benigni convince il pubblico di RaiUno con 4.396.000 spettatori e il 28% di share: “Nel Manifesto di Ventotene c’è l’idea di un’Europa unita”
Il pubblico ha risposto presente regalando a Roberto Benigni ottimi ascolti. Davanti alla tv per “Il Sogno” c’erano 4.396.000 spettatori con il 28% di share, in onda dalle 21.45 alle 00.01. La stessa scenografia, la musica di Nicola Piovani, l’abito blu di sempre e la camicia bianca senza cravatta. Per più di due ore, senza […] L'articolo Roberto Benigni convince il pubblico di RaiUno con 4.396.000 spettatori e il 28% di share: “Nel Manifesto di Ventotene c’è l’idea di un’Europa unita” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Il pubblico ha risposto presente regalando a Roberto Benigni ottimi ascolti. Davanti alla tv per “Il Sogno” c’erano 4.396.000 spettatori con il 28% di share, in onda dalle 21.45 alle 00.01. La stessa scenografia, la musica di Nicola Piovani, l’abito blu di sempre e la camicia bianca senza cravatta. Per più di due ore, senza pause pubblicitarie, il premio Oscar va avanti senza un gobbo e senza ospiti. I testi sono di Roberto Benigni e Michele Ballerin, lo spettacolo è scritto con Stefano Andreoli. Questa volta non tocca alla Costituzione, alla Divina Commedia, ai Dieci Comandamenti. Dieci anni dopo il suo ultimo show, nel mezzo tanti passaggi sanremesi (anche “Il Sogno” era stato annunciato al Festival), lo spettacolo è dedicato alla storia dell’Unione europea raccontata come una favola “scritta da uomini che non pensavano alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni“.
“Siamo senza rete, in diretta su Rai1, in diretta anche su Radio2, su Raiplay, in Eurovisione: ma questo è un colpo di Stato, siamo dappertutto, anche sul forno a microonde se lo accendete”, scherza l’attore a inizio serata dagli Studios di via Tiburtina a Roma. “Saluto il presidente della Repubblica, so che ci sta guardando. E come non salutare Sua Santità papa Francesco, che guarisca presto. Ieri ha detto una frase che mi ha commosso, bisogna disarmare le parole per disarmare le menti e la terra”.
“Con la sigla dell’Eurovisione siamo rimasti solo Sanremo e noi stasera, ma non è Sanremo”, ironizza. All’ultimo festival “avevo detto che c’era una storia d’amore tra Giorgia Meloni e Elon Musk. Ma mi ha chiamato Meloni per smentire: non è vero, tra me e Musk non c’è niente, lo giuro sulla mia Tesla“, sorride Benigni. “Ringrazio la Rai che ci dà la possibilità di essere visti in tutta Europa anche se è un momento delicato, di instabilità, divisioni, estremismi, destre al potere, gente che rema contro e la vorrebbe veder fallire… La Rai, non l’Europa”, precisa scherzando.
Il tempismo diventa l’assist migliore per il comico toscano. Perché quando pronuncia la parola Ventotene il pubblico, fin a quel momento freddo, si lascia andare al primo applauso. Lo spettacolo era già previsto, un periodo lungo di preparazione ma le parole della premier Giorgia Meloni, che nel pomeriggio alla Camera aveva di fatto rinnegato il manifesto di Ventotene citando alcune frasi in modo parziale, finiscono per favorire lo show di Rai1. Un vero e proprio spot a distanza perché Benigni sembra quasi replicare in diretta televisiva alla presidente del Consiglio, lo fa in eurovisione con uno spettacolo il cui testo diventa “politico”.
Un monologo lungo tra attualità e storia, un racconto scandito da ironia e leggerezza. “Nel Manifesto di Ventotene c’è l’idea di un’Europa unita, non era un’idea nuova ma per la prima volta quest’idea diventa un progetto politico, un programma realizzabile. Certamente contiene alcune idee superate, ma Altiero Spinelli stesso lo ha detto e ripetuto più volte, era pur sempre il 1941… Ma non per questo viene meno la sua visionarietà. Sarebbe come dire buttiamo la Bibbia perché c’è scritto che bisogna lapidare chi lavora il sabato”. Nello speciale in prima serata su Rai definisce il Manifesto di Spinelli, Rossi e Colorni “uno dei documenti più straordinari dell’ultimo secolo”. Sottolinea che “il vero punto centrale del Manifesto di Ventotene è chiaro ed attualissimo: superare i nazionalismi, che avevano distrutto un continente, per costruire un’Europa unita. È stato scritto sulle cartine delle sigarette e nascosto e fatto uscire all’interno di un pollo, per superare i controlli. Alla faccia dei social, di Elon Musk, hanno diffuso il Manifesto attraverso un pollo arrosto”, scherza.
“Nel 1941 mentre la guerra infuriava nel mondo in quest’isola sperduta, nel pieno di una tragedia senza limite, succede una cosa incredibile, come se si accendesse una luce, un lampo“, ha raccontato, “mentre intorno c’erano solo rovine, cadaveri e morti, tre uomini – Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni – pensarono al nostro futuro con un progetto che insieme era sogno e documento politico. Sono stati eroi della nostra storia, i primi, i pionieri”. E’ la “pagina più commovente” della nascita dell’Unione europea “scritta in Italia”.
L'”Europa unita come unica utopia ragionevole”, “la più grande istituzione degli ultimi 5000 anni realizzata sul pianeta Terra dall’essere umano, un progetto, un ideale, una speranza, una sfida, un sogno”. “Un sogno economico e politico, di unione e di pace, l’esperimento democratico più emozionante“, aggiunge il premio Oscar. In un momento in cui “i potenti del mondo sono tutti personcine tranquille, perbene, sagge equilibrate e al pensiero che gli armamenti e le bombe atomiche sono nelle loro mani si va a dormire tranquilli”, e “a Putin piace proprio l’Europa, ci vuole entrare a modo suo, bussa con i carrarmati”, per Benigni “c’è da essere orgogliosi di essere europei: l’Europa è il continente più piccolo del mondo che ha acceso la miccia di tutte le rivoluzioni, ha trasformato il pianeta, da tremila anni è la fucina dove sono stati forgiati alcuni fra i più grandi pensieri dell’umanità”, “un patrimonio comune, un tesoro immenso in tutti i campi”. L’Europa, insiste l’attore citando De Gasperi, “il più grande Presidente del consiglio che abbiamo avuto”, “non è una cosa fredda che sta a Bruxelles o a Strasburgo, è una cosa calda, vicina, piena di passione e amore. Non a caso il suo inno è L’Inno alla gioia di Beethoven”.
Si definisce “europeista estremista”, convinto che il nazionalismo sia “il carburante di tutte le guerre”, “una fede integralista, un’ossessione per la nazione al di sopra di tutto, anche di Dio, una malattia che si maschera da patriottismo”. Il passaggio dalla Ceca alla Cee, racconta le tappe della formazione del mercato unico europeo, omaggia con una rosa rossa Sofia Corradi che ha inventato l’Erasmus.
“Ci vogliono deboli e divisi, ci vogliono dividere, hanno paura perché in Europa siamo 500 milioni, 100 milioni più degli Usa, quasi quattro volte la Russia, e la nostra moneta diventerebbe la prima valuta del mondo negli scambi commerciali, perché l’Europa è l’unico luogo al mondo in cui convivono la democrazia con il welfare. Se ci unissimo fino in fondo -dice Benigni invitando all’unità- saremmo la potenza più grande. Ma c’è il diritto di veto, e l’Europa ha le mani legate. E poi c’è l’esercito: abbiamo piccoli eserciti che da soli non saprebbero difendersi da nessuno, sarebbe più efficiente un esercito unico con un solo comando, fate l’esercito europeo comune, non si perde sovranità, si recupera”.
Sul finale si rivolge ai giovani perché sono il futuro: “Ora siamo in una fase in cui siamo rassegnati. Ma io sono ottimista. A volte la storia ci regala delle sorprese, dei colpi di scena. E oggi c’è una novità, siete voi giovani, la prima generazione transnazionale della storia. Mi rivolgo a voi sedicenni, ventenni, trentenni, voi che siete antropologicamente europei! I giovani sono la miglior garanzia per il futuro dell’Europa – continua – nessuno potrà convincerli a richiudersi nei confini nazionali, a tornare alla lira. Per non parlare della guerra, ma come fai a dire a un giovane: ‘Tieni, questo è il mitra. Spara‘”. La conclusione con le sue parole contro la guerra, Benigni fa il suo appello: “Il sogno della pace universale è fattibile? Quasi tutti mi risponderebbero di no, io vi dico che non solo è raggiungibile ma inevitabile: la guerra finirà per sempre, non c’è alternativa, non può che finire così. Dobbiamo fare un ultimo passo tutti insieme e dire agli altri: ‘Siete fratelli'”.
L'articolo Roberto Benigni convince il pubblico di RaiUno con 4.396.000 spettatori e il 28% di share: “Nel Manifesto di Ventotene c’è l’idea di un’Europa unita” proviene da Il Fatto Quotidiano.