Ritorno alla tradizione. Palazzo apostolico riaperto: il cambio di stile del Papa
Prevost potrebbe tornare ad abitare nella grande residenza dei pontefici. Negli ultimi dodici anni Bergoglio aveva abitato nell’albergo Santa Marta

Città del Vaticano, 12 maggio 2025 – Prende forma lo stile di vita che per un Papa è sempre anche stile di governo, di Leone XIV. Ieri mattina dopo il Regina Caeli, papa Prevost, alla presenza del Camerlengo Kevin Farrell, del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, del Sostituto, monsignor Peña Parra, nonché del Segretario per i Rapporti con gli stati monsignor Paul Gallagher e del Reggente della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, ha riaperto l’appartamento papale del Palazzo Apostolico, rimuovendo i sigilli apposti nel pomeriggio del 21 aprile 2025, in seguito alla morte di Papa Francesco.
Un segnale chiaro
Un chiaro segnale che, oltre alle insegne classiche del pontificato già esibite al momento della prima uscita pubblica dalla Loggia (mozzetta e stola rossa), Leone voglia riprendere anche un simbolo forte come l’appartamento nel Palazzo apostolico. In tanti già si augurano di poter vedere la sua luce accesa la sera camminando per piazza San Pietro come era stato per tanti Papi che mostravano così la loro vicinanza alla città di Roma.
Ma c’è anche chi, dietro le mura leonine, esulta ritenendolo un ritorno a una tradizione fatta anche di simboli opulenti quasi come si aspettasse con questo pontificato una specie di nuova età dell’oro. E difatti le stesse voci in questi giorni sibilano: “Magari riprenderà anche la Mercedes dei Papi”.
Papa Francesco aveva trascorso tutti i suoi 12 anni di pontificato nella suite d’albergo di Santa Marta, il pensionato vaticano costruito da papa Giovanni Paolo II nel 2005. Non voleva vivere recluso nell’“imbuto” del palazzo apostolico, diceva, per ragioni psichiatriche.
Com’è fatto l’appartamento papale
L’appartamento papale comprende dieci stanze, tra cui uno studio privato, una camera da letto, una cappella e, da Giovanni Paolo II in poi, una sala medica con attrezzature per il soccorso d’emergenza. Comprende anche un ampio giardino pensile e gli alloggi per le suore benedettine tedesche che gestiscono la Prefettura della Casa Pontificia.
C’è anche la biblioteca privata, con la famosa finestra sulla piazza da cui evidentemente, anche papa Leone, riprenderà ad affacciarsi per l’Angelus.
Chi farà parte della sua famiglia pontificia?
Chi farà parte della sua famiglia pontificia ora? Ci si chiede. Avrà un maggiordomo come Benedetto XVI aveva Paolo Gabriele che poi però lo tradì? Avrà delle suore come Ratzinger aveva le laiche memores domini? E chi saranno i suoi segretari? Difficilmente riprenderà anche i soggiorni estivi a Castel Gandolfo: ora la residenza è trasformata in un museo, ma chissà che non sia un Papa disposto anche ad un po’ di vacanze, magari in montagna, sempre nel solco di predecessori come Wojtyla e Ratzinger.
Intanto dagli Stati Uniti è arrivato suo fratello John che prenderà parte anche alla messa cosiddetta di “intronizzazione” il 18. È noto che i familiari di Bergoglio non erano mai venuti in Vaticano e lo stesso Francesco non fece mai ritorno nella sua terra natale, l’Argentina. Tutte cose su cui Prevost sembra avere uno stile diverso. Si percepisce chiaramente una volontà di rilanciare tutta la tradizione papale. Non solo, ieri mattina è andato a pregare sulle tombe dei predecessori nello Grotte vaticane, ma nel Regina Caeli ha ripreso espressioni non solo di Francesco ma anche di Paolo VI (Mai più la guerra!) e di Giovanni Paolo II, (Non abbiate paura!).