Riarmo Ue, Travaglio a La7: “Prima di parlare di difesa comune l’Europa dovrebbe darsi una politica estera”. Botta e risposta con Mieli

Il direttore del Fatto critica il fatto che la Ue parli di deterrenza senza avere alcuna possibilità di competere con l’arsenale nucleare russo. Ma secondo Mieli "l'atomica è solo propaganda" - Il video L'articolo Riarmo Ue, Travaglio a La7: “Prima di parlare di difesa comune l’Europa dovrebbe darsi una politica estera”. Botta e risposta con Mieli proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 12, 2025 - 10:34
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Riarmo Ue, Travaglio a La7: “Prima di parlare di difesa comune l’Europa dovrebbe darsi una politica estera”. Botta e risposta con Mieli

“A me fa piacere che Elly Schlein sia contraria al piano di riarmo europeo di von der Leyen, ma il dramma è che nel Pd voteranno nei soliti tre modi: alcuni a favore, altri contro, altri si asterranno. Quindi, il Pd è per il sì, per il no ma anche per il ni sul riarmo. E questo è un grosso problema”. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) dal direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, che evidenzia tutte le falle del piano di riarmo di Ursula von der Leyen.

“Da qualsiasi lato lo si guardi – osserva Travaglio – questo piano di riarmo europeo è lunare. Non c’entra niente con l’Ucraina perché si tratta di riarmare gli stati europei. Non c’entra niente con la difesa comune europea, perché per avere un esercito comune europeo bisognerebbe avere uno Stato europeo che abbia una politica estera europea che poi la fa difendere da un esercito. La von der Leyen non ha nemmeno competenze sulla politica estera, in quanto non ha un commissario per la politica estera: nessuno Stato cede sovranità sulla politica estera, figuriamoci se possiamo avere una difesa comune“.
E aggiunge: “Questo piano di riarmo parla di deterrenza nei confronti della Russia, ma la deterrenza russa Putin la fa con 7mila testate nucleari, o 5 mila se vogliamo contare soltanto quelle attive. E noi che cosa facciamo? Dovremmo spendere altro che 800 miliardi per dotarci di 5 o 6mila testate nucleari. Altrimenti di cosa parliamo? Dei 27 eserciti?”.

Il direttore del Fatto ricorda che l’area europea spende il 38% in più della Russia in spese di difesa, ma viene interrotto dal giornalista Paolo Mieli che insorge: “Stiamo parlando di tanti singoli paesi che possono tenere testa a un eventuale sghiribizzo della Russia, come fece il generale Mannerheim durante la seconda guerra mondiale che fu un bel test”.
“Ma non c’era l’atomica”, replica Travaglio.
“Sì, ma l’atomica si usa per la propaganda“, ribatte Mieli.
“Capisco che che non vai più ai ricevimenti degli americani perché sono diventati dei traditori”, risponde ironicamente Travaglio, facendo riferimento a una promessa lanciata da Mieli nella stessa trasmissione all’indomani dello scontro tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca.
“No, adesso ci torno se mi invitano”, assicura Mieli.

“In ogni caso – spiega il direttore del Fatto – vorrei far notare che la Nato e che l’articolo 5 della Nato esistono ancora. Quindi, se la Russia, come tutti dicono, sta per entrare in un paese europeo, si ritrova contro 32 eserciti Nato armati nuclearmente esattamente come la Russia. Quindi, non ho capito bene di che cosa stiamo parlando”.
Finale commento della conduttrice Lilli Gruber sugli interventi di Travaglio e di Lucio Caracciolo: “Oh, mamma mia, ad ascoltarvi c’è solo da temere. Io comunque sono una cittadina europea e continuerò a esserlo”.
Ma voi siete rassicurati dal fatto che i polacchi e i tedeschi vogliano l’atomica? Io no“, chiosa Travaglio.

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