I frequenti contatti tra il rappresentante del sindacato degli ambulanti del Cairo, Said Abdallah, che tradì Giulio Regeni, e alcuni degli imputati erano stati ricostruiti in Aula lo scorso giugno, quando fu mostrato il video della “trappola” al ricercatore italiano, ripreso a sua insaputa dallo stesso sindacalista, nel corso di un incontro il 7 gennaio 2016, proprio su richiesta degli 007 del Cairo della National Security. Ora dall’analisi dei tabulati telefonici, è stato Onofrio Panebianco, l’allora colonnello del Ros dei carabinieri, a ricostruire la mole delle telefonate avvenute, nel corso di una nuova udienza del processo sulla sparizione, le torture e l’omicidio del ricercatore italiano, che vede sotto accusa quattro 007 egiziani. Ovvero, Usham Helmi, il generale Sabir Tariq e i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati del reato di sequestro di persona pluriaggravato (mentre al solo Sharif sono contestati anche i reati di concorso in lesioni personali aggravate e di concorso in omicidio aggravato, ndr).
In particolare, i tabulati mostrano i collegamenti tra Said Abdallah e i due imputati Athar Kamel e il maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. “A partire dal 5 gennaio 2016 cominciano sia i contatti telefonici tra il generale Ayman e il colonnello Athar Kamel, sia tra Said Abdallah e il colonnello Athar Kamel. Said riferì a verbale di essere stato accompagnato dal generale Ayman, il quale lo aveva affidato alle cure del colonnello Athar Kamel, che lo aveva poi accompagnato presso la sede della National Security”, ha spiegato Panebianco. Per poi precisare, replicando alle domande del pm Sergio Colaiocco: “Si può ipotizzare che contatti tra Said Abdallah e i servizi siano avvenuti prima di alcuni episodi di dicembre 2015”. Come quello avvenuto l’11 dicembre, quando Giulio Regeni e il ricercatore e amico Francesco De Lellis parteciparono a un incontro pubblico al Cairo organizzato da sindacalisti e venditori ambulanti, in cui lo stesso Regeni “riferì di essere stato fotografato da una donna che indossava un velo“. Un episodio che, aveva già ricordato in passato lo stesso Panebianco, “turbò Giulio” (pure l’amico De Lellis riferì in Aula come la donna era stata ritenuta “un’informatrice di qualche apparato di sicurezza egiziano”, ndr). E che avvenne poco più di un mese prima del sequestro di Regeni (scomparso il 25 gennaio 2016 e ritrovato senza vita, con visibili segni di tortura, il 3 febbraio seguente, lungo la strada tra il Cairo e Alessandria).
Nel corso della nuova testimonianza, Panebianco ha così ricostruito la mole dei contatti telefonici, rispetto al periodo in cui furono trasmessi i tabulati: “Tra Said Abdallah e Athar Kamel vi sono 42 contatti telefonici, mentre tra Said Abdallah e il maggiore Sharif ci sono 28 telefonate che intercorrono tra il 10 gennaio 2016 e l’8 maggio 2016”. “Anche oggi, faticosamente, qualche scampolo di verità“, ha spiegato Alessandra Ballerini, legale della famiglia. La prossima udienza in calendario è fissata al 27 maggio, quando è attesa pure la
testimonianza dell’ad di Eni Claudio Descalzi, citato dalla famiglia. E nelle prossime udienze saranno ascoltati anche i teste delle difese, che intendono sentire, tra gli altri, anche gli ex ministri degli Esteri Luigi Di Maio e Angelino Alfano.
L'articolo Regeni, dai tabulati i contatti tra il sindacalista che lo tradì e due imputati: “Anche oggi pezzi di verità” proviene da Il Fatto Quotidiano.