Quella squadra normale che si fece leggenda

Rabotti Sono già passati quarant’anni, dall’ultima volta che la classe operaia è andata in Paradiso, almeno nel nostro calcio. Il 12...

Mag 12, 2025 - 06:49
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Quella squadra normale che si fece leggenda

Rabotti

Sono già passati quarant’anni, dall’ultima volta che la classe operaia è andata in Paradiso, almeno nel nostro calcio. Il 12 maggio del 1985 il Verona vinceva lo scudetto, l’ultimo di una provinciale (non si può considerare tale la Sampdoria che ci riuscì con Vialli e Mancini, era di un petroliere..). Da allora, solo big sul trono della Serie A, e il calcio non sarà lo specchio del Paese reale ma insomma, pensare che alla fine debbano vincere sempre e soltanto i soliti noti è come tagliare i cavi dell’ascensore sociale dei sogni. Somiglia troppo alla vita fuori dagli stadi...

È per questo che al Verona dovremmo essere tutti grati, anche se dopo quarant’anni a molte generazioni questa cosa bisogna spiegarla: quel gruppo guidato con saggezza contadina da Osvaldo Bagnoli non aveva fuoriclasse di livello mondiale negli anni in cui in Italia giocavano Maradona, Zico e Platini. Il Verona aveva scelto Briegel ed Elkjaer, due stranieri un po’ matti, ma concreti come tutto il gruppo di onesti lavoratori del pallone il cui talento era la capacità di fare fatica in squadra, di aiutarsi a fare il miracolo. C’era un portiere bravissimo ma con la pancetta (Garella), un’ala imprendibile senza capelli (Fanna), un centravanti che non arrivava al metro e settanta (’Nanu’ Galderisi), e potremmo andare avanti per tutta la formazione. Per farvi capire che quel Verona era normale come tutti noi, ma seppe farsi leggenda.