Quanti detriti spaziali affollano la periferia del nostro pianeta?

La situazione fotografata dal nuovo rapporto dello Space Debris Office dell'Esa, presentato in una conferenza a Bonn L'articolo Quanti detriti spaziali affollano la periferia del nostro pianeta? sembra essere il primo su Galileo.

Apr 2, 2025 - 13:37
 0
Quanti detriti spaziali affollano la periferia del nostro pianeta?

La quantità di detriti spaziali continua ad aumentare inesorabilmente. A riferirlo è il nuovo rapporto dello Space Debris Office dell’Agenzia spaziale europea (Esa) secondo cui a fluttuare intorno alla Terra ci sarebbero ben 1,2 milioni di detriti spaziali delle dimensioni di oltre un centimetro, abbastanza grandi, quindi, da provocare danni a satelliti e navicelle spaziali. Il nuovo rapporto, appena presentato in una conferenza a Bonn, offre, come ogni anno dal 2017, una panoramica sull’ambiente spaziale, permettendoci di determinare se le misure internazionali di riduzione dei detriti spaziali possano garantirci un futuro nello Spazio sicuro e sostenibile.


La minaccia dei detriti spaziali

Se da una parte siamo circondati da migliaia di navicelle e satelliti che svolgono un importante lavoro per studiare il clima, fornirci servizi di comunicazione e aiutarci a rispondere a molti dei più importanti enigmi scientifici, alcune delle loro orbite stanno diventando “congestionate”, ossia sono sempre più affollate di detriti spaziali, in ambienti pieni di frammenti di satelliti e razzi in disuso in rapido movimento. Basta pensare che secondo quest’ultimo report, basato sui dati raccolti fino alla fine del 2024, dell’oltre un milione di detriti spaziali delle dimensioni di oltre un centimetro, circa 50mila sono più grandi di 10 centimetri.

Orbite sempre più affollate

Servendosi del sistema Master dell’Esa, i ricercatori hanno ottenuto dei modelli secondo cui a circa 550 chilometri di altitudine abbiamo raggiunto un ordine di grandezza di detriti tale da rappresentare una reale minaccia per i satelliti. Nel 2024, inoltre, si sono verificati diversi eventi di frammentazione, con un conseguente e significativo aumento degli oggetti detritici. “L’effetto significativo di tali eventi evidenzia l’importanza delle misure intraprese alla fine della vita di un satellite o di un lanciatore che ne riducono il rischio”, si legge nel rapporto. “Ciò include tecniche di passivazione per garantire che non vi sia carburante o carica della batteria residua che possa portare a esplosioni e la rimozione sicura dei satelliti dalle orbite principali”.

I rientri controllati

Dal rapporto, tuttavia, emergono anche alcune buone notizie: il numero di rientri in modo controllato nell’atmosfera terrestre è aumentato, soprattutto nel settore commerciale. “Ciò è il risultato di una migliore conformità alle linee guida per la mitigazione dei detriti spaziali per rimuovere i satelliti alla fine del loro ciclo di vita dalle orbite”, si legge nel rapporto. Anche per i lanciatori il numero di rientri controllati è migliorato, superando per il primo anno quelli incontrollati. “Nonostante il miglioramento degli sforzi di mitigazione, la mancanza di conformità e di bonifica ha fatto sì che il 2024 abbia visto una crescita netta della popolazione di detriti spaziali”, sottolineano dall’Esa. “Se estrapoliamo le tendenze attuali nel futuro, come in precedenza, i numeri di collisioni catastrofiche potrebbero aumentare in modo significativo”.

I rischi futuri

A peggiorare ulteriormente la situazione c’è anche un altro fattore: sappiamo infatti che anche senza ulteriori lanci, il numero di detriti spaziali continuerebbe a crescere. Ciò è dovuto al fatto che gli eventi di frammentazione creano nuovi oggetti detritici, fino a quando il loro numero è talmente elevato da scatenare una reazione a catena che potrebbe rendere alcune orbite estremamente pericolose e inutilizzabili nel tempo. “Ciò significa che non aggiungere nuovi detriti non è più sufficiente: l’ambiente dei detriti spaziali deve essere attivamente ripulito”, spiegano dall’Esa. Per mitigare il problema dei detriti spaziali e raggiungere un uso sostenibile dello Spazio, quindi, l’Esa ha posto l’obbiettivo di limitarli significativamente entro il 2030 con il programma Zero Debris Approach e sta quindi lavorando allo sviluppo della tecnologia necessaria per rendere effettivi la manutenzione in orbita e i veicoli spaziali ‘zero-Detriti’.

Via: Wired.it

L'articolo Quanti detriti spaziali affollano la periferia del nostro pianeta? sembra essere il primo su Galileo.