Qual è la causa principale degli incidenti stradali? Risponde l’esperto
Succede in un attimo: un messaggio sul telefono, una notifica che vibra, uno sguardo rapido allo schermo… e la strada sparisce. La distrazione al volante, soprattutto per colpa dello smartphone, è tra le principali cause di incidenti stradali. E la cosa ancora più grave è che a farne le spese sono troppo spesso i più giovani. Ma come si può affrontare davvero questo problema? E cosa possiamo fare – concretamente – per cambiare le cose? A rispondere è Alessandro Musumeci, Direttore Marketing Fiat & Abarth Italia, ospite della nuova puntata di Like a Pro(f) – il format di Skuola.net che porta tra i banchi digitali gli esperti del mondo reale, portando tra gli studenti il punto di vista di chi, ogni giorno, affronta sul campo le grandi questioni del nostro tempo. In questa puntata si parla di sicurezza stradale, distrazioni tecnologiche e buone abitudini da prendere fin da subito. Perché quando si inizia a guidare, a 14 o a 18 anni, ogni gesto può fare la differenza. Anche il più piccolo. [tiktok]@skuolanet/video/7494639352945970454[/tiktok] Indice Distrazione e velocità: il mix più pericoloso Il progetto Top Club: educare prima che sia troppo tardi Buone abitudini che durano una vita Distrazione e velocità: il mix più pericoloso Non ci gira intorno, Musumeci va dritto al punto: “Sapevi che la prima causa di mortalità tra i ragazzi sono gli incidenti stradali? E quali sono le cause principali degli incidenti stradali? Beh, principalmente la velocità e la distrazione. E soprattutto la distrazione dal telefonino”. In fondo si sapeva già da tempo: lo smartphone è tra i nemici numero uno quando si è al volante. Leggere un messaggio, rispondere a una chiamata o scrollare TikTok anche solo per un secondo può essere fatale. Un discorso che si applica a tutti, ma con particolare riguardo nei confronti di chi ha appena iniziato a guidare e non ha ancora automatizzato certi riflessi. Ed è proprio ai giovani che Musumeci rivolge il suo appello: “Quindi quando guidiamo e allo stesso tempo utilizziamo il telefonino…”, il rischio di incidente aumenta in modo esponenziale. Il progetto Top Club: educare prima che sia troppo tardi Per trasformare questa consapevolezza in un cambiamento concreto, Fiat ha lanciato un progetto pensato proprio per i più giovani: Top Club, realizzato in collaborazione con Fiat Topolino, un quadriciclo elettrico che si può guidare dai 14 anni con il patentino AM. “È plafonato a 45 km orari come da regolamentazione stradale ed è un veicolo elettrico, quindi anche sostenibile”, spiega Musumeci. Ma, soprattutto, è un pretesto perfetto per parlare di sicurezza stradale nelle scuole. Il progetto si rivolge a circa 17 mila studenti in tutta Italia e mira a creare una vera e propria cultura del rispetto delle regole. Buone abitudini che durano una vita Uno degli obiettivi del progetto è chiaro: formare guidatori consapevoli già a partire dai primi mezzi, come scooter o microcar. “Vorremmo che chi inizia adesso a guidare acquisisse delle buone abitudini”. Perché: “Se i ragazzi acquisiscono delle buone abitudini se le porteranno dietro anche da adulti”. L’esempio portato dall’esperto è quello della cintura di sicurezza: se una volta era un optional, oggi è un gesto automatico. Ecco, lo stesso deve valere per non guidare dopo aver bevuto, non usare il cellulare al volante e rispettare i limiti di velocità. Regole semplici, ma che possono fare la differenza tra la vita e la morte.

Succede in un attimo: un messaggio sul telefono, una notifica che vibra, uno sguardo rapido allo schermo… e la strada sparisce. La distrazione al volante, soprattutto per colpa dello smartphone, è tra le principali cause di incidenti stradali. E la cosa ancora più grave è che a farne le spese sono troppo spesso i più giovani.
Ma come si può affrontare davvero questo problema? E cosa possiamo fare – concretamente – per cambiare le cose?
A rispondere è Alessandro Musumeci, Direttore Marketing Fiat & Abarth Italia, ospite della nuova puntata di Like a Pro(f) – il format di Skuola.net che porta tra i banchi digitali gli esperti del mondo reale, portando tra gli studenti il punto di vista di chi, ogni giorno, affronta sul campo le grandi questioni del nostro tempo.
In questa puntata si parla di sicurezza stradale, distrazioni tecnologiche e buone abitudini da prendere fin da subito. Perché quando si inizia a guidare, a 14 o a 18 anni, ogni gesto può fare la differenza. Anche il più piccolo.
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Distrazione e velocità: il mix più pericoloso
Non ci gira intorno, Musumeci va dritto al punto: “Sapevi che la prima causa di mortalità tra i ragazzi sono gli incidenti stradali? E quali sono le cause principali degli incidenti stradali? Beh, principalmente la velocità e la distrazione. E soprattutto la distrazione dal telefonino”.
In fondo si sapeva già da tempo: lo smartphone è tra i nemici numero uno quando si è al volante. Leggere un messaggio, rispondere a una chiamata o scrollare TikTok anche solo per un secondo può essere fatale. Un discorso che si applica a tutti, ma con particolare riguardo nei confronti di chi ha appena iniziato a guidare e non ha ancora automatizzato certi riflessi.
Ed è proprio ai giovani che Musumeci rivolge il suo appello: “Quindi quando guidiamo e allo stesso tempo utilizziamo il telefonino…”, il rischio di incidente aumenta in modo esponenziale.
Il progetto Top Club: educare prima che sia troppo tardi
Per trasformare questa consapevolezza in un cambiamento concreto, Fiat ha lanciato un progetto pensato proprio per i più giovani: Top Club, realizzato in collaborazione con Fiat Topolino, un quadriciclo elettrico che si può guidare dai 14 anni con il patentino AM.
“È plafonato a 45 km orari come da regolamentazione stradale ed è un veicolo elettrico, quindi anche sostenibile”, spiega Musumeci. Ma, soprattutto, è un pretesto perfetto per parlare di sicurezza stradale nelle scuole.
Il progetto si rivolge a circa 17 mila studenti in tutta Italia e mira a creare una vera e propria cultura del rispetto delle regole.
Buone abitudini che durano una vita
Uno degli obiettivi del progetto è chiaro: formare guidatori consapevoli già a partire dai primi mezzi, come scooter o microcar.
“Vorremmo che chi inizia adesso a guidare acquisisse delle buone abitudini”. Perché: “Se i ragazzi acquisiscono delle buone abitudini se le porteranno dietro anche da adulti”.
L’esempio portato dall’esperto è quello della cintura di sicurezza: se una volta era un optional, oggi è un gesto automatico. Ecco, lo stesso deve valere per non guidare dopo aver bevuto, non usare il cellulare al volante e rispettare i limiti di velocità. Regole semplici, ma che possono fare la differenza tra la vita e la morte.