Poste chiede quasi 30 milioni di euro in più al Banco Bpm per vendergli il 12% di Anima

La ragion di Stato e il mercato si incontrano: l'azienda del ministero dell'Economia vende solo a patto che l'istituto allinei l'offerta ai prezzi di Borsa L'articolo Poste chiede quasi 30 milioni di euro in più al Banco Bpm per vendergli il 12% di Anima proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 10, 2025 - 23:06
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Poste chiede quasi 30 milioni di euro in più al Banco Bpm per vendergli il 12% di Anima

Poste Italiane chiede una trentina di milioni in più al Banco Bpm per cedergli le sue azioni Anima. L’azienda di spedizioni del ministero dell’Economia ha formalizzato il suo ok all’offerta pubblica di acquisto della banca milanese sulla società di risparmio gestito: consegnerà al Banco il suo 11,95% di Anima, ma solo a patto che l’istituto rialzi il prezzo offerto portandolo da 6,2 a quasi 7 euro per azione per un totale di oltre 260 milioni, in linea con gli attuali valori di mercato.

Il Banco aveva lanciato l’operazione a inizio novembre attribuendo alla società un valore di quasi 1,6 miliardi di euro. La partita coinvolge parte degli attori che poco dopo sono convogliati sul Monte dei Paschi di Siena, rilevando le quote messe in vendita dal Tesoro. Cioè gli stessi Banco Bpm e Anima, oltre a Francesco Gaetano Caltagirone che è anche socio rilevante di Anima e pure il Mef, rimasto nel capitale di Siena come primo azionista. Sotto la loro egida Mps ha lanciato la carica a Mediobanca, ben più grande e costosa della banca senese grazie alla sua partecipazione nelle Generali, mentre il Banco è diventato preda di Unicredit.

Insomma fuochi incrociati e interessi non sempre convergenti, con l’arbitro che siede anche al tavolo dei giocatori. Vista la risposta delle Poste, nel caso di Anima la ragion di Stato coincide con quella del mercato. Anche se, almeno a parole, il governo avrebbe tutto da guadagnare dal buon esito dell’offerta del Banco che, tramite la controllata nella bancassicurazione Bpm Vita, punta a creare “una fabbrica prodotto integrata life insurance e asset management”, dando origine a un nuovo campione nazionale: si tratterebbe del secondo tra i gruppi italiani di matrice bancaria, con masse complessive di risparmio gestito e assicurazione sulla vita pari a circa 220 miliardi, all’interno di un totale attività finanziarie della clientela pari a circa 390 miliardi. Il tutto nelle mani di una banca indubbiamente amica del governo. Unicredit permettendo.

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