Pesticidi e acrilammide nei crackers, il nuovo test “boccia” i marchi più famosi (il peggiore è Tuc)

Croccanti, pratici da portare ovunque e perfetti per uno spuntino veloce o un aperitivo: i cracker sono un alimento diffusissimo, presente sugli scaffali in tantissime varianti e marche. Ma siamo sicuri che siano tutti più o meno uguali? Per rispondere a questa domanda, la rivista svizzera K-Tipp ha realizzato un test su 12 tipi di...

Apr 10, 2025 - 17:01
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Pesticidi e acrilammide nei crackers, il nuovo test “boccia” i marchi più famosi (il peggiore è Tuc)

Croccanti, pratici da portare ovunque e perfetti per uno spuntino veloce o un aperitivo: i cracker sono un alimento diffusissimo, presente sugli scaffali in tantissime varianti e marche. Ma siamo sicuri che siano tutti più o meno uguali? Per rispondere a questa domanda, la rivista svizzera K-Tipp ha realizzato un test su 12 tipi di cracker a base di cereali. I risultati? Alcuni prodotti sono stati promossi, altri decisamente bocciati.

I risultati

Il test ha messo in luce differenze sostanziali tra cracker integrali e quelli realizzati con farina bianca. I primi si sono dimostrati più ricchi di fibre, meno grassi e privi di residui pericolosi. I secondi, invece, spesso poveri di elementi nutritivi, sono risultati più grassi e in alcuni casi contaminati da pesticidi o sostanze potenzialmente nocive come l’acrilammide.

Solo 4 dei 12 prodotti analizzati hanno ottenuto una valutazione positiva. Il migliore? Un prodotto tipico del mercato svizzero, il “Bio Original Spelt” di Dar-Vida Naturaplan, che si distingue per l’elevato contenuto di fibre, la bassa quantità di grassi e l’assenza di pesticidi. Un risultato importante, considerando che le fibre aiutano a prevenire patologie come diabete, problemi digestivi e malattie cardiovascolari.

Secondo gli esperti, un adulto dovrebbe consumare almeno 30 grammi di fibre al giorno. I cracker con un alto contenuto di cereali integrali contengono in media circa il 10% di fibre alimentari, paragonabile alla quantità presente nell’avena. Al contrario, i cracker a base di farina bianca contenevano solo circa un terzo delle fibre, un contenuto paragonabile a quello del pane tostato bianco.

In una marca di crackers molto nota è stato poi trovato il livello più alto di acrilammide del test. Si tratta di una sostanza considerata una probabile cancerogena e, secondo alcuni studi, potrebbe anche avere effetti negativi sul sistema nervoso e sulla riproduzione.

E in quanto a pesticidi? In metà dei prodotti analizzati sono stati rilevati residui, sebbene nessuno abbia superato i limiti legali. Tuttavia, gli esperti sottolineano che gli alimenti destinati al consumo quotidiano, in particolare da parte dei bambini, dovrebbero idealmente esserne privi.

crackers migliori test

@K-Tipp

I peggiori

A sorprendere sono le marche in fondo alla classifica, molto note anche in Italia. Ultimi in assoluto i famosissimi Tuc, penalizzati duramente per il contenuto molto elevato di grassi (oltre 20 grammi per 100 g) e per la presenza significativa di acrilammide.

In Svizzera, la legge stabilisce che i cracker non devono superare il limite di 400 microgrammi per chilogrammo (µg/kg) di acrilammide, una sostanza che si forma naturalmente durante la cottura ad alte temperature di alimenti ricchi di amido, come i cracker. Pur restando entro i limiti legali, i Tuc sono risultati i peggiori del test per quanto riguarda la presenza di acrilammide, con un valore che supera la metà del limite consentito.

I risultati degli altri prodotti dimostrano che è possibile ridurre significativamente la presenza di acrilammide nei cracker, cosa molto importante, soprattutto considerando che questi prodotti sono spesso mangiati anche dai bambini. In particolare, il laboratorio ha rilevato un contenuto massimo di 100 µg/kg in diversi prodotti, mentre in alcuni casi – come il “Nature Vollkorn” di Dar-Vida, “Nature” di Country, “Cracker Nature” di Snack Fun e “Il Cracker Salato” di Gran Pavesi – i livelli erano addirittura di soli 30 µg/kg. Un risultato che evidenzia come scelte produttive più attente possano fare la differenza.

Nei Tuc è stata trovata poi anche deltametrina, sospettata di interferire con l’equilibrio ormonale, e piperonilbutossido, una sostanza che può provocare danni a reni e fegato.

Ma come sono andati invece nel complesso i Gran Pavesi? Nonostante contengano pochissima acrilammide, finiscono comunque penultimi. Il laboratorio ha trovato infatti residui di pirimifosmetile, un pesticida potenzialmente dannoso per gli organi a lungo termine. Proprio come i Tuc poi, presentano anche un basso contenuto di fibre, paragonabile a quello del pane bianco.

In altri due prodotti è stato trovato anche il Trinexapac, un regolatore della crescita usato nella coltivazione del grano. Secondo l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, tutte le 4 sostanze trovate nei crackers (pirimifosmetile, deltametrina, piperonilbutossido e trinexapac) sono altamente tossiche per gli organismi acquatici. I produttori coinvolti sostengono che le quantità rilevate siano molto basse, ma il dato resta comunque preoccupante.

cracker peggiori test

@K-Tipp

 

Come è stato condotto il test

Per analizzare i 12 prodotti, K-Tipp si è affidata al laboratorio alimentare Dr. Wirts + Partner di Kiel, in Germania. Questi i parametri presi in esame:

  • Fibre alimentari: valutate con un metodo che simula la digestione umana, separando gli elementi assimilabili da quelli non digeribili
  • Contenuto di grassi: parametro importante per una dieta equilibrata, tenendo conto del limite giornaliero consigliato (60-80 g)
  • Pesticidi: cercati mediante sofisticate tecniche di cromatografia liquida e gassosa, analizzando la presenza di ben 640 sostanze chimiche
  • Acrilammide: sostanza che si forma durante la cottura ad alte temperature di alimenti ricchi di amido. È considerata sospetta cancerogena e neurotossica
  • Tossine della muffa: sebbene i cereali possano contenerne, nel test non sono stati rilevati livelli anomali

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