Pesce d’aprile, storia della tradizione più scherzosa dell’anno
Origini, curiosità e burle celebri del primo aprile: dalla Francia del Cinquecento ai pesci di carta, fino agli scherzi mediatici più noti nel mondo

Roma, 1° aprile 2025 – Perché il primo giorno di aprile ogni scherzo vale? Le origini sono avvolte dal mistero, eppure la tradizione degli scherzi coinvolge diversi Paesi in tutto il mondo ed è ancora diffusa. Noto come “pesce d’aprile”, soprattutto un tempo era usanza appendere alla spalla dell’altro, senza che se ne accorgesse, un foglio con la figure di un pesce, una bonaria presa in giro di amici e familiari.
Attenzione, però. In alcuni Paesi anglosassoni, come il Regno Unito, vige una regola curiosa: gli scherzi del primo aprile dovrebbero concludersi entro le ore 12. Chi continua a fare burle nel pomeriggio è considerato a sua volta lo sciocco della giornata. La regola, di origine incerta, è ancora rispettata in certe zone, soprattutto nelle scuole e tra i bambini.
Perché si chiama “pesce d’aprile”?
Il nome “pesce d’aprile” sembra essersi diffuso soprattutto in Francia e poi in Italia. Dal XIX secolo è documentata la tradizione di attaccare sulla schiena delle persone un disegno di pesce di carta, senza che se ne accorgano. Il gesto veniva accompagnato da una risata collettiva e dalla frase “pesce d’aprile!”.
La ragione? Il motivo rimane sconosciuto, anche se sono state fatte diverse ipotesi. Sul perché proprio un pesce si è pensato anche un riferimento alla pesca difficile, o al pesce come simbolo di qualcosa di sfuggente, o, ancora, messaggio di creduloneria.
Le origini del primo aprile
La tradizione del pesce d’aprile si intreccia a usanze locali, cambi di calendario e culture diverse. Quel che è certo è che, già dal XVI secolo, il primo aprile era associato a comportamenti giocosi e messinscene.
Diverse teorie storiche hanno provato a spiegare la tradizione del primo aprile. Una leggenda del Trecento coinvolge il francese Bertrand de Saint Geniès, patriarca di Aquileia, il quale, proprio il primo giorno di aprile, avrebbe salvato il papa allora in carica da una lisca di pesce. In seguito il pontefice avrebbe proibito di mangiare pesce in quel giorno dell’anno e di lì l’usanza di creare forme di pesce.
Ma è nel Cinquecento francese che la tradizione sembra trovare una delle sue radici più solide. Anticamente in gran parte d’Europa il Capodanno cadeva tra il 25 marzo e il primo giorno del mese di aprile: in seguito l’inizio dell’anno fu spostato al primo gennaio. Fu forse per questo che il primo aprile restò l’usanza di consegnare pacchi regali ma vuoti, insieme alla consuetudine di piccoli scherzi e prese in giro.
Tuttavia, la tradizione del poisson d’avril, “pesce d’aprile” potrebbe anche fare riferimento alle prime battute di pesca di primavera. Nei primi giorni di aprile, infatti, era frequente che i pescatori tornassero a mani vuote. Inoltre, l’usanza potrebbe essere collegata anche al mondo classico.
In primavera nell’antica Roma si rievocava il mito di Proserpina e la festa romana dei Veneralia, celebrata il primo giorno aprile. La fine del mese di marzo vedeva anche le festività dette Hilaria, dal latino “gioioso, allegro”. Proprio in questa occasione era concesso ogni scherzo e gioco, compreso il fatto di mascherarsi, abitudini davvero molto simili alle consuetudini del primo aprile, tanto da far pensare a un’origine comune, nonostante non ci siano prove, in verità, di una connessione.
La prima menzione documentata della tradizione del pesce d'aprile risale al 1686 quando John Aubrey, antiquario e scrittore inglese del XVII secolo, si riferì al primo giorno di aprile come "Fooles holy day": un nome che continua a essere utilizzato anche oggi.
I pesci d’aprile rimasti nella storia
Nel XIX secolo alcuni londinesi furono attirati alla Torre di Londra con la falsa promessa di assistere alla "Cerimonia annuale del lavaggio dei leoni": uno scherzo del primo aprile fra i più ricordati, che coinvolse l'invio di biglietti con cui si invitavano i destinatari a presentarsi alla Torre per assistere all’evento, in realtà inesistente.
Con l’avvento dei media, il primo aprile è diventato anche un’occasione per scherzi organizzati da giornali, radio e televisioni, alcuni dei quali sono passati alla storia per la loro genialità e per l’ampiezza della diffusione. Uno dei più noti è quello orchestrato dalla BBC nel 1957. Durante il programma “Panorama”, l’emittente britannica trasmise un servizio su una presunta raccolta di spaghetti da alberi coltivati nel sud della Svizzera. Migliaia di telespettatori contattarono la rete per sapere come coltivare i propri alberi di spaghetti.
Nel 1980, la BBC Radio 2 annunciò che il celebre Big Ben sarebbe stato sostituito da un orologio digitale: l’emittente ricevette centinaia di proteste. Numerose aziende e testate giornalistiche hanno spesso partecipato alla tradizione del pesce d’aprile. Il primo aprile non risparmia neppure il mondo accademico. Alcune riviste scientifiche, come Nature o New Scientist, hanno occasionalmente pubblicato articoli volutamente assurdi per la ricorrenza. Nel 1983, un editoriale apparso su The Associated Press suggeriva che il primo aprile fosse nato grazie a Costantino I e a un buffone di corte di nome “Kugel”, divenuto simbolicamente patrono degli sciocchi. L’articolo, che era uno scherzo, in realtà fu ampiamente ripreso come se fosse una scoperta storica autentica.
Un altro episodio celebre, anche se spesso erroneamente associato al primo aprile, è la trasmissione radiofonica del 1938 in cui Orson Welles adattò “La guerra dei mondi” di H.G. Wells per la CBS. L’annuncio di un’invasione aliena fu talmente realistico da scatenare il panico in alcune città americane. In realtà, la trasmissione andò in onda il 30 ottobre ed è frequentemente citata tra gli scherzi mediatici più riusciti della storia.
Tradizioni del primo aprile
La giornata degli scherzi non è esclusiva dell’Italia o del mondo francofono. Nei Paesi anglosassoni si parla di “April Fools’ Day” e la tradizione è simile, anche se non include il pesce. In Scozia la festa dura due giorni: il primo è dedicato agli scherzi (“Hunt-the-Gowk Day”), mentre il secondo è il “Tailie Day”, riservato agli scherzi legati alla parte posteriore del corpo. In Germania si parla di “Aprilscherz” e, come in Italia, si tende a smascherare lo scherzo dichiarando “Aprilscherz!” a fine burla.
Anche fuori dall’Europa la ricorrenza ha preso piede. Negli Stati Uniti, ad esempio, non sono rari gli scherzi orchestrati da aziende tecnologiche o testate giornalistiche. Google, per anni, ha proposto feature immaginarie o giochi nascosti per celebrare la data. In Iran esisteva una festa chiamata Sizdah Bedar, che cade il 13° giorno del capodanno persiano (solitamente intorno al 1-2 aprile) e che prevede momenti di gioco e spensieratezza.
Al di là delle sue origini, il primo aprile rappresenta oggi un momento di allegria collettiva, un giorno in cui lo scherzo diventa lecito e in cui si ribaltano, almeno per qualche ora, le regole della comunicazione.
Gli studiosi di antropologia culturale considerano queste giornate come “valvole sociali” che permettono di sospendere momentaneamente l’ordine costituito. In un’epoca in cui le notizie false circolano quotidianamente, il Pesce d’aprile continua a esistere come momento dichiarato di finzione condivisa, dove l’inganno – se ben orchestrato – non solo è tollerato, ma fa parte del gioco.
Negli ultimi anni, il primo aprile ha assunto anche un significato critico. Alcuni giornalisti e attivisti hanno proposto di trasformare questa data in un momento di sensibilizzazione contro la disinformazione.
Primo aprile come Giornata internazionale contro le fake news? In un’epoca in cui le notizie false si diffondono quotidianamente, la consapevolezza che un’informazione può essere costruita ad arte diventa parte del gioco, ma anche profonda occasione di riflessione sul ruolo della notizia e di come può essere gestita, creata e amplificata, senza contare l’importanza delle fonti, troppo spesso dimenticate.