Perde la memoria a 16 anni, reimpara a leggere e scrivere e si laurea: "All'università non lo sapeva nessuno"
Quando tutto sembra compromesso, la forza e il desiderio di raggiungere un risultato possono far raggiungere importanti. Proprio quello che è accaduto a una giovane studentessa vicentina. A soli 16 anni, ha dovuto affrontare una sfida impensabile: una rara encefalite autoimmune che l’ha privata della memoria, rendendole impossibile persino leggere e scrivere. Un percorso lungo e doloroso, che l’ha vista lottare non solo con la malattia, ma anche con le difficoltà sociali e psicologiche legate alla sua condizione. Eppure, nonostante tutto, la studentessa ce l’ha fatta: venerdì scorso si è laureata in Scienze Statistiche all’Università di Padova, portando con sé una lezione di resilienza e determinazione. Ma non solo la laurea, ha subito messo sul tavolo anche un altro piatto importante. Come racconta al ‘Corriere del Veneto’: “Da un mese lavoro in un’azienda di consulenza ingegneristica”. Indice La malattia che cambia la vita Ricominciare a vivere, reimparare a leggere e scrivere La laurea e la traduzione di "Brain on Fire" La malattia che cambia la vita Era il 2016 quando Eleonora, allora adolescente, si trovò a fare i conti con un improvviso e devastante cambiamento nella sua vita. Un gelato, mangiato come tanti, fu il primo segnale che qualcosa non andava. Da lì, i sintomi si sono manifestati in modo progressivo: perdita dell’appetito, del sonno, della capacità di parlare e, infine, della memoria. Un quadro drammatico che l’ha costretta a intraprendere un lungo percorso di cura e riabilitazione. Ma la sua tenacia non si è mai spenta, grazie soprattutto al supporto di un’équipe medica della Neurologia dell’Ospedale Sant’Antonio di Padova. Una cura sperimentale, con una probabilità di successo del 5%, è stata avviata come ultima possibilità. Eppure, quella scommessa ha avuto successo: la giovane ha ripreso a vivere, a piccoli passi. Ricominciare a vivere, reimparare a leggere e scrivere Superata la fase critica ecco un’altra sfida da affrontare: la necessità di reimparare a leggere e scrivere. Eleonora ha dovuto riscoprire le abilità fondamentali per completare il suo percorso accademico, ma anche per il reinserimento sociale che non è stato semplice. Il giudizio degli altri ha fatto la sua parte e l’integrazione con i coetanei, infatti, non è stata immediata. "Integrarmi è stato difficile", ammette la studentessa, vistonche "spesso le persone tendono a scappare e giudicare". La laurea e la traduzione di "Brain on Fire" Poi è arrivata la laurea in Scienze statistiche, la conferma che niente è impossibile. Nella sua tesi, un dettaglio che colpisce tutti: pagine bianche lasciate volutamente vuote. Un gesto simbolico, che riflette la sua voglia di aprire un dialogo su temi ancora poco conosciuti e di dare spazio a chi ha vissuto la sua stessa esperienza. Un percorso che, partendo dalla malattia, ha portato la studentessa a conquistare il suo sogno. E, come ha dichiarato più volte: "Non l’ho detto a nessuno, no. Non credo sia giusto fare “pietà” ai professori per racimolare qualche voto in più", affrontando ogni passo della sua carriera universitaria con il desiderio di superare non solo le difficoltà accademiche, ma anche quelle legate alla memoria. Ma la studentessa non solo ha completato il suo percorso accademico, ma parallelamente ha anche portato avanti un progetto speciale: ha tradotto il libro "Brain on Fire", una testimonianza di una giovane donna che ha vissuto la stessa malattia. Un altro modo per dare voce a chi, come lei, ha vissuto l’isolamento e la sofferenza. Infine, come detto, il lavoro immediato. Se non è riscatto questo!

Quando tutto sembra compromesso, la forza e il desiderio di raggiungere un risultato possono far raggiungere importanti. Proprio quello che è accaduto a una giovane studentessa vicentina. A soli 16 anni, ha dovuto affrontare una sfida impensabile: una rara encefalite autoimmune che l’ha privata della memoria, rendendole impossibile persino leggere e scrivere.
Un percorso lungo e doloroso, che l’ha vista lottare non solo con la malattia, ma anche con le difficoltà sociali e psicologiche legate alla sua condizione. Eppure, nonostante tutto, la studentessa ce l’ha fatta: venerdì scorso si è laureata in Scienze Statistiche all’Università di Padova, portando con sé una lezione di resilienza e determinazione.
Ma non solo la laurea, ha subito messo sul tavolo anche un altro piatto importante. Come racconta al ‘Corriere del Veneto’: “Da un mese lavoro in un’azienda di consulenza ingegneristica”.
Indice
La malattia che cambia la vita
Era il 2016 quando Eleonora, allora adolescente, si trovò a fare i conti con un improvviso e devastante cambiamento nella sua vita. Un gelato, mangiato come tanti, fu il primo segnale che qualcosa non andava. Da lì, i sintomi si sono manifestati in modo progressivo: perdita dell’appetito, del sonno, della capacità di parlare e, infine, della memoria. Un quadro drammatico che l’ha costretta a intraprendere un lungo percorso di cura e riabilitazione.
Ma la sua tenacia non si è mai spenta, grazie soprattutto al supporto di un’équipe medica della Neurologia dell’Ospedale Sant’Antonio di Padova. Una cura sperimentale, con una probabilità di successo del 5%, è stata avviata come ultima possibilità. Eppure, quella scommessa ha avuto successo: la giovane ha ripreso a vivere, a piccoli passi.
Ricominciare a vivere, reimparare a leggere e scrivere
Superata la fase critica ecco un’altra sfida da affrontare: la necessità di reimparare a leggere e scrivere. Eleonora ha dovuto riscoprire le abilità fondamentali per completare il suo percorso accademico, ma anche per il reinserimento sociale che non è stato semplice.
Il giudizio degli altri ha fatto la sua parte e l’integrazione con i coetanei, infatti, non è stata immediata. "Integrarmi è stato difficile", ammette la studentessa, vistonche "spesso le persone tendono a scappare e giudicare".
La laurea e la traduzione di "Brain on Fire"
Poi è arrivata la laurea in Scienze statistiche, la conferma che niente è impossibile. Nella sua tesi, un dettaglio che colpisce tutti: pagine bianche lasciate volutamente vuote. Un gesto simbolico, che riflette la sua voglia di aprire un dialogo su temi ancora poco conosciuti e di dare spazio a chi ha vissuto la sua stessa esperienza.
Un percorso che, partendo dalla malattia, ha portato la studentessa a conquistare il suo sogno. E, come ha dichiarato più volte: "Non l’ho detto a nessuno, no. Non credo sia giusto fare “pietà” ai professori per racimolare qualche voto in più", affrontando ogni passo della sua carriera universitaria con il desiderio di superare non solo le difficoltà accademiche, ma anche quelle legate alla memoria.
Ma la studentessa non solo ha completato il suo percorso accademico, ma parallelamente ha anche portato avanti un progetto speciale: ha tradotto il libro "Brain on Fire", una testimonianza di una giovane donna che ha vissuto la stessa malattia. Un altro modo per dare voce a chi, come lei, ha vissuto l’isolamento e la sofferenza. Infine, come detto, il lavoro immediato. Se non è riscatto questo!