Perché serve il paracadute della Bce per il riarmo pianificato da Bruxelles

Il piano europeo di riarmo annunciato da von der Leyen, gli effetti sui rendimenti dei titoli, i segnali dei mercati e il ruolo della Bce. Il punto di Liturri.

Mar 5, 2025 - 12:36
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Perché serve il paracadute della Bce per il riarmo pianificato da Bruxelles

Il piano europeo di riarmo annunciato da von der Leyen, gli effetti sui rendimenti dei titoli, i segnali dei mercati e il ruolo della Bce. Il punto di Liturri

Questa mattina i mercati non hanno aspettato molto per fare conoscere il loro parere sul nuovo piano presentato ieri da Ursula von der Leyen. Non basta la sua presunta bacchetta magica per consentire agli Stati di fare deficit aggiuntivo per l’1,5% del PIL nei prossimi 4 anni da destinare alle spese per difesa e sicurezza, senza incappare nella procedura per deficit eccessivo.

Niente affatto. Bisogna mettere sul tavolo un bel premio sui rendimenti dei titoli governativi e stamattina i mercati hanno venduto a piene mani Bund (soprattutto) ma anche Btp e Oat francesi.

Capita molto raramente di vedere il Bund aumentare il proprio rendimento di 20 punti base in apertura degli scambi, ma la von der Leyen è riuscita a compiere anche questo mezzo disastro.

Solo per l’Italia, raggiungere la soglia del 2,5% (ma Macron ipotizza il 3-3,5%) del PIL in spese per la difesa significa aggiungere circa altri 25 miliardi annui. Allora l’uovo di Colombo della von der Leyen è quello della sospensione del Patto di Stabilità, attivando la clausola di salvaguardia come già accaduto per reggere l’impatto della crisi per il lockdown da Covid. Ma questa sembra essere una pia illusione, perché non è una mera convenzione contabile (escludere le spese militari dal tetto di spesa) a rendere sostenibile tali maggiori spese. Bisogna convincere anche gli investitori che, invece, ai primi annunci in tal senso hanno reagito nervosamente, paventando la richiesta di rendimenti più alti. Ma, soprattutto, la proposta della von der Leyen ignora il ruolo che la Bce ha avuto dal 2020 al 2022, nell’assorbire gran parte delle massicce emissioni di titoli governativi. Davvero a Bruxelles credono che i mercati siano pronti ad assorbire centinaia di miliardi di titoli, senza che ci sia almeno il paracadute aperto da Christine Lagarde, pronta ad acquistare quei titoli sul mercato? La lezione del marzo 2020 – quando quel paracadute fu aperto in fretta e furia con un Consiglio Direttivo straordinario – è stata dimenticata così in fretta?

Dalle indiscrezioni (ne riferisce Politico.Eu) emerge inoltre che l’idea di fare altro debito comune con un piano da 20 miliardi, sembra scomparsa dall’agenda. Con buona pace di Kaja Kallas, capo della diplomazia UE, che ancora pochi giorni fa lo considerava sul tavolo. Deve infatti essere chiaro che l’esperienza del NextGenerationEU è, per definizione una tantum e i tanto vagheggiati Eurobond restano una chimera vietata dai Trattati. Oggi, al massimo, ci possono essere emissioni di debito con la garanzia pro-quota dei singoli Stati membri, cosa ben diversa dalla garanzia illimitata e solidale di tutti. Analogamente, gli acquisti della Bce di titoli pubblici sono stati sdoganati dalla Corte Costituzionale tedesca e dalla Corte di Giustizia solo perché irripetibili e destinati al rimborso.

Inoltre quando la UE ci presta soldi (oggi il debito pubblico comprende 103 miliardi di “debiti verso istituzioni europee”) il loro costo per interessi è avvolto dal mistero. È vero che la Ue si indebita a un tasso inferiore a quello del Btp (venerdì la differenza sul decennale era pari a 58 punti), ma qual è il tasso che poi applica all’Italia? La formula è nota, ma manca trasparenza sui costi effettivamente sostenuti. Anche perché in questo siamo costretti a subire le scelte sulle scadenze che fa la Commissione e il relativo rischio associato che viene ribaltato sull’Italia, privandoci di un’importante leva discrezionale. Ad esempio, perché la Commissione non ha privilegiato emissioni a lunghissimo termine nel 2020-2021, quando i tassi erano bassissimi, e ha invece emesso anche titoli a breve?

I problemi per l’Italia sono numerosi. Infatti aumentare le spese per la difesa utilizzando i “generosi” finanziamenti della UE o, peggio, del Mes, riproporrebbe su scala ancora più grande, i difetti e i costi già visti col PNRR. Da Bruxelles ci sarà richiesto di spendere come dicono loro, comprando cosa dicono loro, con finanziamenti che costeranno quanto sarà deciso da loro. Una prospettiva da respingere in radice. Oggi il Btp decennale offre un rendimento di soli 58 punti superiore a quello dei titoli emessi dalla Commissione. Forbice che – una volta tenuto conto dei costi di gestione che vanno riconosciuti a Bruxelles e dei costi burocratici per controllo e rendicontazione e delle diseconomie derivanti da acquisti non necessari – è destinata a chiudersi rapidamente.

Credere che un debito possa essere sostenibile in relazione a chi presta i soldi (i mercati direttamente o la UE) è solo una chimera. Se quella spesa non genera crescita sufficiente, il rapporto debito/Pil cresce. A maggior ragione in questo caso, quando i potenziali fornitori di apparati militari sono quasi tutti stranieri. Nell’indice di Borsa europeo Stoxx difesa/aerospazio, tra i primi dieci titoli ci sono tre imprese francesi, due tedesche, tre britanniche, una svedese e una italiana (Leonardo). Per non parlare dello strapotere Usa in questo campo. Ciò significa essere importatori netti con un impatto negativo sul PIL e con un evidente impatto sulla sostenibilità di quel debito. E questo i mercati lo sanno e lo hanno dimostrato stamattina.

A far somigliare la von der Leyen all’ultimo giapponese, è infine arrivata la notizia, rilanciata da Reuters, che la Casa Bianca ha chiesto al dipartimento del Tesoro di fornire un elenco di sanzioni contro la Russia che potrebbero essere allentate o cancellate, per utilizzarle come contropartita negoziale nei prossimi colloqui tra funzionari russi e americani.

La von der Leyen somiglia sempre più a quel tifoso che arriva nello stadio a pochi minuti dalla fine della partita, mentre la sua squadra è surclassata dagli avversari, e continua a tifare per la vittoria.