Perché nelle borse le azioni europee sprintano e quelle americane frenano?

Che cosa sta succedendo nelle borse ai titoli delle aziende europee e americane. Fatti, numeri e commenti

Mar 31, 2025 - 13:00
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Perché nelle borse le azioni europee sprintano e quelle americane frenano?

Che cosa sta succedendo nelle borse ai titoli delle aziende europee e americane. Fatti, numeri e commenti

La tendenza era visibile già da settimane, se non da mesi. Le azioni europee in questo primo trimestre hanno raggiunto un risultato storico rispetto a quelle americane. L’indice europeo Stoxx 600 ha superato di quasi 17 punti l’S&P500. Una performance record, che ora – come sottolinea Bloomberg – lascia tutti, investitori e non, con un dubbio: è l’inizio di un cambiamento strutturale o si tratta solo di una eccezione?

I MOTIVI DIETRO IL CALO AMERICANO

Le aspettative dietro al secondo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca erano diverse. Ma l’agenda “America First” del presidente Usa non sembra per adesso aver avuto l’effetto sperato inizialmente dai circoli MAGA. I rischi sono aumentati, inducendo gli investitori a guardare altrove. Molti degli annunciati dazi nei confronti dei partner commerciali devono ancora prendere piede realmente. Rimane il sospetto che sia solo una strategia negoziale – molto imprevedibile – da parte di Trump per ottenere altri vantaggi. I tagli di Trump ed Elon Musk alle agenzie federali poi hanno contribuito alla riduzione della fiducia delle aziende e dei consumatori. E anche le big tech americane hanno vacillato, per via della concorrenza cinese, specie sullo sviluppo di nuovi modelli di intelligenza artificiale.

I VANTAGGI PER L’EUROPEA

E da tutto ciò, da questo calo di fiducia sulle azioni americane, l’Europa ha tratto vantaggi. Secondo il Financial Times, “la profondità dell’odio dell’amministrazione per i presunti alleati in Europa ha sconvolto profondamente gli investitori”. “I gestori dei fondi delle società di investimento globali riconoscono che il discorso del vicepresidente JD Vance a Monaco è stato problematico, e gli investitori europei sono stati offesi in un modo che forse gli americani non hanno riconosciuto”, aggiunge ancora il quotidiano della City.

Oltre ai motivi che hanno portato a un maggior scetticismo riguardo le azioni statunitense, ci sono quelli che hanno avuto l’effetto di aumentare l’attrattività dei titoli europei. Anche grazie al fatto che le banche centrali del Vecchio Continente hanno continuato a tagliare i tassi di interesse con l’obiettivo di aumentare la crescita, mentre la Federal Reserve sta temporeggiando, mantenendo invariati i tassi.

GERMANIA TRAINO DEL CONTINENTE

A impattare in maniera significativa sulla competitività’ europea è stato – per importanza e peso strategico – il nuovo approccio della Germania. Berlino ha annunciato di fatto la fine di politiche di austerity sul proprio bilancio, aprendo a stimoli fiscali significativi, in vista di un riarmo del paese. E non a caso il traino è stato rappresentato dalle azioni delle aziende della difesa.

L’indice Dax, maggior indice azionario della Borsa di Francoforte, è aumentato del 13%. Secondo gli analisti della Deutsche Bank, se mantenesse il ritmo attuale potrebbe essere il miglior anno per rendimento del Dax dal 1960. Il Financial Times ha sottolineato l’eccezionalità del contesto, rimarcando il fatto che l’indice Dax solo in due degli ultimi 12 anni aveva superato l’indice S%P 500 statunitense.

ECCEZIONE O NUOVO PARADIGMA

Secondo Jean Boivin, responsabile del BlackRock Investment Institute e interpellato da Bloomberg, “la corsa può durare ancora un po’. Su una base di tre-sei mesi, l’Europa è attraente”. Ma sarà un’anomalia oppure è in corso un processo che porterà veramente al distacco europeo dalle azioni Usa? In caso di seconda opzione, sarà un processo che richiederà tempo e sacrifici, vista la sovraesposizione degli investitori nei confronti degli Stati Uniti accumulata nel corso degli anni.

Una sovraesposizione che “era abbastanza scomoda prima che Trump iniziasse la sua seconda presidenza e che ora sembra in realtà sconsiderata” ricorda ancora il Financial Times. Tuttavia, non sarà facile per gli investitori europei e di tutto il mondo convincersi a non scegliere l’acquisto di asset statunitensi.