Perché Meta non va più in meta a Wall Street?
Meta perde in parte il sostegno di uno dei più noti fondi di investimento e il titolo cala del 3,7%, diventando così l'ultimo dei cosiddetti Magnifici Sette (il gruppo a cui appartengono anche Apple, Microsoft, Nvidia, Amazon, Tesla, Alphabet) a veder sfumare il suo guadagno annuale. Fatti, numeri e commenti

Meta perde in parte il sostegno di uno dei più noti fondi di investimento e il titolo cala del 3,7%, diventando così l’ultimo dei cosiddetti Magnifici Sette (il gruppo a cui appartengono anche Apple, Microsoft, Nvidia, Amazon, Tesla, Alphabet) a veder sfumare il suo guadagno annuale. Fatti, numeri e commenti
Giorni turbolenti per Meta. Tra l’avvio delle community notes al posto dei fact-checker e un’ex dipendente che rivela altarini in un libro scomodo che l’azienda vorrebbe mettere a tacere, Mark Zuckerberg è l’ultimo degli amici della silicon Valley del presidente Donald Trump a vedere colpita la sua fortuna.
Lunedì scorso, infatti, Ark Investment Management LLC di Cathie Wood, nota per le sue scommesse aggressive sui titoli high tech, ha ridotto la sua partecipazione in Meta Platforms Inc., provocando al titolo una perdita del 3,73% a 582,36 dollari nella seduta di martedì 18 marzo.
Ma la mossa si inserisce in un contesto più ampio che vede sulla stessa barca tutte le aziende tecnologiche statunitensi.
CHI È CATHIE WOOD
Wood, definita da Forbes “a star stock-picker”, ovvero una stella nel selezionare o raccomandare l’acquisto di azioni societarie, è la fondatrice di Ark Invest, che investe in innovazioni come le auto a guida autonoma e la genomica. Il suo fondo di punta, Ark Innovation Fund, con un patrimonio di 23 miliardi di dollari, ha registrato un rendimento medio annuo di quasi il 45% negli ultimi cinque anni. Tuttavia, sebbene il fondo abbia guadagnato il 68% e l’8,4% rispettivamente nel 2023 e nel 2024, quest’anno è sceso del 15%, quasi il doppio della flessione subita dall’indice Nasdaq 100.
Wood è anche una delle maggiori sostenitrici di Tesla di Elon Musk e ha previsto che un giorno la società di auto elettriche sarà valutata oltre 3.000 miliardi di dollari. In un’intervista a Bloomberg TV, ha dichiarato di aver acquistato azioni Tesla e “nomi che imitano il Bitcoin” e altri asset crittografici, come Coinbase e Robinhood, “approfittando di questo periodo di riduzione del rischio”.
LA MOSSA DI WOOD
Lunedì scorso, riferisce Bloomberg, l’Ark Innovation ETF, l’ammiraglia di Wood, ha venduto 12.595 azioni di Meta e altre 2.160 martedì, segnando le prime vendite del titolo da marzo dell’anno scorso. È la prima volta in circa un anno che Wood taglia la sua partecipazione in Meta, “ultimo segnale di una flessione delle sorti dei grandi titoli tecnologici statunitensi”, commenta la testata economica.
Al 31 dicembre 2024, i fondi Ark detenevano più di 460.000 azioni della società di social media e avevano acquistato il titolo per gran parte dello scorso anno.
IL CROLLO DI META
Ieri le azioni di Meta sono scese del 3,73%, perdendo i guadagni accumulati da inizio anno. “Il calo, scrive Bloomberg, è particolarmente significativo perché arriva sulla scia di un rally storico che ha visto le azioni guadagnare per 20 sessioni consecutive senza precedenti. Al suo apice, il titolo è salito di quasi il 26% nel 2025, ma da allora ha cancellato tutti i guadagni”.
Gli investitori hanno quindi scaricato il titolo a causa dei timori per i dazi di Trump e per le minacce di competitor come la startup cinese DeepSeek nel campo dell’intelligenza artificiale (IA).
Secondo Justin Patterson, analista di KeyBanc Capital Markets, che ha tagliato il suo obiettivo di prezzo sul titolo a 710 dollari da 750 dollari, citando una “maggiore incertezza macro”, Meta ha infatti perso una certa flessibilità a causa dei suoi investimenti nell’IA. “La sfida che vediamo oggi è che il ciclo dell’IA sta aumentando i costi fissi [di Meta], il che limita la capacità di ridurre le spese in una fase di contrazione” ha scritto Patterson in una nota, in cui ritiene che anche la società madre di Google, Alphabet, si trova ad affrontare simili venti contrari.
RALLENTA LA CORSA DEI MAGNIFICI 7
“Le vendite di Wood – afferma Bloomberg – sottolineano le pressioni a cui sono sottoposti i cosiddetti Magnifici Sette tecnologici, che hanno alimentato un rally a rotta di collo nel mercato azionario statunitense prima di perdere recentemente vigore”.
Quest’anno infatti, il Bloomberg Magnificent 7 Total Return Index, che comprende Apple, Microsoft, Nvidia, Amazon, Tesla, Alphabet e Meta, è sceso del 16% e di oltre il 20% rispetto al picco di dicembre. Tra i principali ribassisti, Tesla è crollata del 44% quest’anno, mentre Alphabet e Apple sono scese entrambe del 15% e Nvidia del 14%. Ieri l’indice è sceso del 2,5%.
Inoltre, all’inizio di marzo, gli strategist di Goldman Sachs hanno tagliato il loro obiettivo per l’indice di riferimento azionario statunitense S&P 500, citando in parte le preoccupazioni per i titoli tecnologici.