Per Apple Watch è scoccata l’ora più triste?
L'esigenza di ottimizzare le spese, il flop del visore, la necessità di recuperare terreno sul fronte dell'Intelligenza artificiale, i dazi e le richieste di investimenti negli Usa da parte di Trump sembrano aver distratto Cupertino dal presidio del comparto smartwatch. L'Apple Watch perde terreno e le rivali asiatiche ne stanno approfittando

L’esigenza di ottimizzare le spese, il flop del visore, la necessità di recuperare terreno sul fronte dell’Intelligenza artificiale, i dazi e le richieste di investimenti negli Usa da parte di Trump sembrano aver distratto Cupertino dal presidio del comparto smartwatch. L’Apple Watch perde terreno e le rivali asiatiche ne stanno approfittando
Solo fino a qualche anno fa la maggior parte delle persone che, al classico orologio con meccanismi meccanici prediligeva i surrogati hi-tech, aveva al polso uno smartwatch made in Cupertino. L’Apple Watch, insomma.
SOL CALANTE NEL MONDO SMARTWATCH
Sebbene l’antesignano di tutti gli orologi tecnologici fosse giapponese, di Seiko, e per tutti gli anni ’90 gli orologi digitali fossero realizzati all’ombra del monte Fuji, con Casio a dominare il mercato, il Giappone è uscito velocemente di scena.
Sony Ericsson ha fatto da apripista nel 2010, con un dispositivo Android, ai nuovi modi di intendere i device indossabili, ma il dispositivo è stato presto tallonato e superato dalle americane Motorola e Google. Poi nel 2015 Apple ha debuttato nel mercato degli orologi e da quel momento Apple Watch è diventato sinonimo di smartwatch. Ma negli ultimi due anni il trend sembra essersi invertito.
APPLE WATCH SEMPRE PIU’ MARGINALE NEL MERCATO SMARTWATCH?
Nel 2024 per la prima volta la Cina ha conquistato la quota di mercato più ampia nel settore degli smartwatch, superando Nord America e India grazie alle prestazioni positive di brand come Huawei, Xiaomi e BBK (Imoo). Guardando alle quote di mercato, secondo i dati dell’ultimo rapporto di Counterpoint Research Apple è passata da stazionare sul 25 per cento dei polsi nel 2023 al 22 per cento dell’anno successivo.
Parallelamente l’avversaria cinese Huawei, sebbene azzoppata dal ban di Trump che le impone al primo avvio il passaggio aggravato di dover installare l’app sul cellulare tramite Qr Code in quanto assente da App Store e Play Store, è salita dal 9 per cento al 13. La coreana Samsung è passata dall’8 al 9 mentre, tornando ai marchi del Dragone, Xiaomi ha compiuto un balzo che l’ha portata dal 3 per cento all’8.
SCENDONO LE SPEDIZIONI DI APPLE WATCH
Questa la situazione per ciò che riguarda il mercato nella sua interezza. Focalizzandoci ora sul solo marchio che ha perso terreno a discapito della concorrenza in massima parte asiatica, Counterpoint Research stima che le spedizioni di Apple Watch nel 2024 si siano contratte del 19 per cento su base annua.
Un trend negativo che come si scriveva vige ormai da un paio d’anni, con il plateau raggiunto tra il 2021 e il 2022 seguito da una discesa del 10 per cento nell’anno seguente e del già citato -19 per cento del 2024. Per Counterpoint Research Cupertino si sarebbe assopita sugli allori, destinando al suo Apple Watch Series 10 pochi aggiornamenti di peso e dimenticandosi di far debuttare un nuovo Apple Watch SE. E la concorrenza cinese, sempre più agguerrita, ne ha immediatamente approfittata.
CUPERTINO SI E’ DIMENTICATA DEL SUO OROLOGIO?
Nell’ultimissimo periodo Apple ha razionalizzato le spese soprattutto sul fronte R&D, essendo stata una delle rare Big Tech statunitensi a non aver ridotto il proprio organico subito dopo la pandemia. Prima ha sacrificato gli schermi microled (anche se sembra che qualche progetto in tal senso venga comunque portato avanti), quindi ha parcheggiato definitivamente in garage il progetto dell’Apple Car, l’auto elettrica a guida autonoma che avrebbe dovuto presentare sulla carrozzeria il logo della Mela morsicata.
Il gruppo guidato da Tim Cook ha invece perseverato sull’Apple Vision Pro, scontrandosi con la dura realtà di un mercato ancora indifferente a simili dispositivi. Un inciampo che non ha certo fatto bene ai bilanci. Ma sono soprattutto il presente e il prossimo futuro a inquietare Apple. Il gran ritardo maturato da Cupertino sul fronte dell’Intelligenza artificiale (si veda alla voce Apple Intelligence) e il maxi piano di investimenti che Trump ha preteso dalla Big Tech in America, cui si aggiungono le sferzate giunte sul fronte dei dazi che stanno spingendo la Mela morsicata a traslocare in tutta fretta la propria filiera dalla Cina all’India, hanno senza dubbio distolto l’attenzione di Apple da uno dei suoi settori finora meglio presidiati. La concorrenza asiatica ringrazia.