"Palazzo da sgoberare a Ripafratta. Garantire la scuola per i bambini"
"Lo sgombero delle famiglie a Ripafratta potrebbe comportare ripercussioni sui ragazzi e sarebbe un danno enorme per questa generazione...

"Lo sgombero delle famiglie a Ripafratta potrebbe comportare ripercussioni sui ragazzi e sarebbe un danno enorme per questa generazione e, forse, anche per il territorio". Alcuni insegnanti (ma le firme stanno aumentando in queste ore) della scuola ‘Gereschi’ di Pontasserchio hanno fatto un appello all’amministrazione di San Giuliano affinché si trovi rapidamente una soluzione abitativa dopo lo sgombero di un edificio a Ripafratta, abitato da 25 persone, che deve essere liberato per problemi strutturali. I docenti, che premettono di non voler "entrare nel merito legislativo della decisione" e di "essere consapevoli della difficoltà del problema da affrontare", hanno scritto al sindaco Matteo Cecchelli e all’assessora al sociale Candida Pugliese nella speranza di salvaguardare la frequenza scolastica di bambini e ragazzi delle famiglie che sono state sfrattate da casa.
"La scuola - scrivono - in questi anni ha rappresentato il più importante luogo di aggregazione e di integrazione per i minorenni di questa comunità. È stato il luogo che più di ogni altro ha permesso un percorso di integrazione nella comunità locale: oltre ad apprendere le varie discipline, i ragazzi si sono relazionati con gli altri, dimenticando, almeno per le ore di lezione, le inevitabili differenze sociali e culturali esistenti". Il valore del tempo passato tra i banchi si misura anche nelle relazioni che sono nate e sono state coltivate anche fuori dell’orario scolastico e che, secondo i professori, "rendono meno chiusa la realtà di questi giovani: non è forse questo il processo di integrazione e di inclusione di cui tutti auspichiamo la realizzazione?".
L’appello prosegue spiegando che "la scuola garantisce che piano piano le difficoltà si trasformino in opportunità. L’interruzione della possibilità di frequentare la scuola - a questo punto dell’anno - rappresenterebbe per loro un gigantesco passo indietro, che rischierebbe di riportarli dentro una logica di auto ghettizzazione che azzererebbe in un attimo tutti i progressi fatti. Il loro possibile allontanamento dal territorio (qualora non riuscissero a trovare un’altra sistemazione) sarebbe un danno per questa generazione". I docenti concludono auspicando che si trovi "rapidamente una soluzione che permetta ai bambini e ai ragazzi coinvolti di proseguire nel loro percorso di istruzione e integrazione".
Mar.Fer.