Ossessionato dalla vicina. Uccide lei e il fidanzato. Poi si toglie la vita
Da mesi perseguitava la 28enne, che aveva deciso di trasferirsi col compagno. Li ha ammazzati a coltellate. I tre corpi trovati al primo piano di una palazzina.

di Viviana Ponchia
VOLVERA (Torino)
Quattro ore solo con le sue ossessioni. Prima di diventare assassino dei due giovani vicini con un coltello da sub a doppia lama, prima di tagliarsi la gola con la stessa arma e farla finita. Puro horror di provincia, fra le scale e il cortile di una palazzina. Alle quattro di giovedì pomeriggio Andrea Longo, camionista di 34 anni originario di Saronno con problemi psichici e trascorsi con la giustizia, chiama il 118. Dice di non sentirsi bene, di avere l’ansia. È un eufemismo. La sua testa avverte le prime scosse di terremoto, niente di misurabile con il sismografo di una visita obiettiva. È tutto dentro, fuori splende il sole. Arriva l’ambulanza e lo ripete ai paramedici: non mi sento bene. Lo visitano, gli prendono la pressione. Routine di un’emergenza che rientra in fretta, l’ambulanza riparte. Lui resta a casa, una vecchia cascina ristrutturata in condominio in via XXIV Maggio, a Volvera, venticinque chilometri da Torino. Ci vive da due mesi, si è già fatto una reputazione. Violento, dicono i testimoni. E, pare, perdutamente invaghito di Chiara Spatola, 28 anni, la ragazza che abitava accanto a lui, felicemente in coppia con Simone Sorrentino, 23. Lei aveva paura. Si era abituata a respingerlo ma voleva andare oltre: aveva deciso con il fidanzato di traslocare, stanca dei suoi agguati. E ormai era questione di giorni, il 20 maggio i due giovani operai dipendenti di una ditta di Beinasco si sarebbero trasferiti a Rivalta a casa della nonna di lei. Chiara proprio giovedì mattina era andata a comprare le piastrelle con il papà di Simone, sognavano una famiglia serena dopo essersi frequentati per un anno, dopo la loro unica vacanza a Ibiza.
"Quell’uomo è arrivato dal nulla e mi ha portato via tutto, mi ha rovinato la vita" dice disperata la mamma di Chiara, operaia nella stessa ditta della figlia. Alle 20.45 Andrea Longo prende il coltello e si piazza davanti alla porta dei vicini al primo piano, suona il campanello e si scaglia sui due ragazzi, comincia a ferirli. Chiara e Simone scappano in cortile ma non hanno scampo. Quando l’assassino li vede a terra senza vita, massacrati dalle coltellate, si taglia la gola.
I carabinieri di None e del nucleo radiomobile della compagnia di Pinerolo trovano i tre corpi a poca distanza in un lago di sangue, la prima ricostruzione aggancia le frequenti lamentele dei due conviventi, si pensa alla deriva drammatica di attriti condominiali. Ma con il passare delle ore è sempre più evidente che dietro c’è altro e si fa strada l’ipotesi di un delitto passionale: "Non ne potevano più – conferma una conoscente –, Chiara se lo trovava tutte le sere ad aspettarla sulla porta, le aveva detto di lasciare il fidanzato ed era terrorizzata". Un vicino fa il sommario ritratto del killer: "Era un ragazzo pericoloso e con un soggetto del genere non c’erano alternative: o avrebbe ammazzato qualcuno o si sarebbe ammazzato". Il sindaco di Volvera Franco D’Onofrio precisa che Longo era arrivato da poco e non era seguito dai servizi sociali. Le indagini sulla tragedia, coordinate dal pm Dionigi Tibone della procura di Torino, procedono anche per femminicidio.