Open Fiber: rivoluzione digitale sullo Stretto di Messina

IL PONTE SULLO STRETTO di Messina già c’è. Niente piloni e cemento, però. La nuova infrastruttura è digitale: vi si...

Mar 24, 2025 - 06:55
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Open Fiber: rivoluzione digitale sullo Stretto di Messina

IL PONTE SULLO STRETTO di Messina già c’è. Niente piloni e cemento, però. La nuova infrastruttura è digitale: vi si viaggia alla velocità 81,6 terabit al secondo. È il risultato della sperimentazione completata con successo da Open Fiber – il principale operatore wholesale di FTTH in Italia e il terzo in Europa - che rivoluziona le modalità di trasmissione dati in modo ancora più performante e sostenibile aprendo scenari futuri inimmaginabili per la connettività e i servizi digitali. L’esperimento, condotto sulla rete nazionale di trasporto in fibra ottica targata Open Fiber, denominata Zion, ha dimostrato la possibilità di trasportare un’enorme quantità di dati attraverso una singola fibra ottica. Grazie all’utilizzo di 34 canali da 2,4 terabit al secondo ciascuno, è stato possibile trasportare su una singola fibra ottica ben 81,6 Tbps creando un "ponte digitale" ad altissima capacità tra la penisola e la Sicilia, superando le sfide tecniche poste dalla conformazione geografica dello Stretto di Messina. Un risultato ancora più importante di fronte alla crescita del volume di traffico su internet, che lievita al ritmo di 30 punti percentuali all’anno.

L’aumento esponenziale dello scambio di dati, alimentato dalla diffusione di servizi cloud, streaming, intelligenza artificiale e Internet delle cose, richiede infrastrutture sempre più performanti e scalabili. La tecnologia sperimentata dall’azienda guidata dall’amministratore delegato Giuseppe Gola (nella foto) risponde a questa esigenza, garantendo una connettività affidabile e a bassa latenza, essenziale per supportare le applicazioni più innovative e i servizi digitali del futuro. Per Nicola Grassi, direttore Technology di Open Fiber, è "un progetto che si colloca in una sequenza di esperienze che l’azienda sta sviluppando e che ci mettono all’avanguardia a livello mondiale". E spiega: "La prova da 81,6 Tbps sulla nostra rete di trasporto Zion è una pietra miliare per massimizzare l’integrazione delle risorse di rete e fornire agli utenti servizi più veloci e affidabili, costruendo un’autostrada digitale ad altissima capacità".

Una possibile prima applicazione è l’implementazione nello scenario Edge Data Center Interconnection (DCI) di connessioni ad altissima capacità. Gli edge data center sono infrastrutture informatiche decentralizzate, collocate "ai margini" della rete, ovvero più vicine agli utenti finali e ai dispositivi che generano e consumano dati. Piccoli data center che vengono distribuiti in modo capillare sul territorio, anziché essere concentrati in grandi strutture centralizzate. In sintesi, consentono di avvicinare l’elaborazione dei dati agli utenti e ai dispositivi, migliorando le prestazioni, l’affidabilità e l’efficienza delle applicazioni. Una risposta concreta alle crescenti esigenze computazionali dettate dallo sviluppo degli edge data center, sempre più presenti sul territorio per fornire agli utilizzatori finali servizi migliori e ancora più stabili e sicuri.

Con l’utilizzo di questa nuova piattaforma, Open Fiber sarà inoltre in grado di fornire servizi estremamente affidabili a bassissima latenza, con la possibilità di trasportare anche nei prossimi decenni il traffico di tutti gli operatori nazionali, grazie ad un modello wholesale strettamente legato alla mission di Open Fiber. Quello di Open Fiber, infatti, è un modello wholesale only, cioè “all’ingrosso”, che prevede la fornitura di infrastrutture di rete ad alta capacità a tutti gli operatori di telecomunicazioni: un approccio che favorisce l’innovazione. In sostanza, questo modello favorisce la concorrenza tra gli operatori, in quanto tutti hanno accesso alla stessa infrastruttura, a parità di condizioni. Questo può portare a una maggiore scelta di servizi e a prezzi più competitivi per i cittadini. Sostenibilità ed efficienza al centro dell’innovazione Un deciso passo avanti tecnologico, fondamentale per supportare le novità presenti e future provenienti dal mondo dell’informatica e delle telecomunicazioni. "Questa sperimentazione abilita un modello architetturale che è alternativo rispetto alle reti storiche sviluppate fino a oggi dagli operatori di telecomunicazioni", precisa Grassi. Un cambio di paradigma sostanziale che permetterà di rivedere le odierne architetture di rete, riducendo fortemente il numero di apparati necessari a gestire l’infrastruttura e di conseguenza i consumi energetici oltre che l’occupazione degli spazi. In concreto, gli operatori potrebbero liberarsi dell’intera architettura sviluppando sulla rete in fibra ottica tutte le funzioni e tutte le applicazioni che attualmente vengono erogate con le vecchie tecnologie. E in un’epoca in cui la transizione ecologica è una priorità, questo risultato rappresenta un importante passo avanti verso una connettività più "green".

L’infrastruttura in fibra ottica attraversa tutta l’Italia e in Sicilia copre capillarmente dalle aree metropolitane fino ai borghi più decentrati. Grazie al ponte digitale inaugurato su Zion, ora lo Stretto diventa un crocevia strategico per le telecomunicazioni. Open Fiber, l’azienda guidata dall’amministratore delegato Giuseppe Gola, nata nemmeno dieci anni fa, ha infatti già realizzato in tutta l’Isola una rete di telecomunicazioni all’avanguardia estesa per oltre 13mila chilometri raggiungendo più di 1,4 milioni di unità immobiliari. Senza dimenticare le oltre mille scuole e circa 4.500 cabine elettriche rilegate in fibra ottica. Questo investimento massiccio ha permesso di colmare il divario digitale tra le aree urbane e quelle rurali, offrendo a cittadini e imprese le stesse opportunità di connettività.