Omicidio Angelo Vassallo, ecco perché la Cassazione ha annullato gli arresti del 7 novembre

Vacillano alcuni pilastri dell’inchiesta sull’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo. La Cassazione ne incrina dei punti importanti. E pare avvicinarsi la riconquista della libertà per il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, per l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi e per l’imprenditore Giuseppe Cipriano, in carcere dal 7 novembre insieme al collaborante Romolo Ridosso, accusati di concorso […] L'articolo Omicidio Angelo Vassallo, ecco perché la Cassazione ha annullato gli arresti del 7 novembre proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 12, 2025 - 09:03
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Omicidio Angelo Vassallo, ecco perché la Cassazione ha annullato gli arresti del 7 novembre

Vacillano alcuni pilastri dell’inchiesta sull’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo. La Cassazione ne incrina dei punti importanti. E pare avvicinarsi la riconquista della libertà per il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, per l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi e per l’imprenditore Giuseppe Cipriano, in carcere dal 7 novembre insieme al collaborante Romolo Ridosso, accusati di concorso nel delitto per coprire il traffico di stupefacenti che il sindaco pescatore intendeva denunciare: fu ucciso mentre rincasava in auto la sera del 5 settembre 2010.

Traballano due elementi cardini, a leggere le motivazioni delle ordinanze che hanno annullato gli arresti, disponendone un rinvio a una nuova sezione del Riesame di Salerno. Il primo è l’utilizzabilità delle dichiarazioni del pentito Eugenio D’Atri, compagno di penitenziario a Sollicciano del collaborante Romolo Ridosso, che ne riferisce ai pm la confessione del delitto e la sua partecipazione a un sopralluogo preparatorio insieme a Cipriano a inizio settembre 2010. D’Atri è il perno intorno al quale ruota la macchina dell’accusa, con i giudici che di fronte alle reticenze e alle incongruenze del narrato complessivo di Ridosso, rispetto a quello più lineare di D’Atri, motivano con un’attenta cernita dei punti dove il collaborante di Scafati è credibile rispetto a quelli invece dove non lo è. Peccato che le parole di D’Atri non possano essere utilizzate in questa fase processuale perché raccolte prima della riapertura delle indagini, avvenuta il 7 aprile 2022.

Il secondo punto debole è la qualità della testimonianza sulla partecipazione di Cioffi a un altro sopralluogo, a fine agosto 2010, in un’Audi nera guidata da Cipriano. Un teste lo avrebbe riconosciuto. Ma le sue parole arrivano nove anni dopo, e secondo gli ermellini si fondano sulla suggestione di una puntata delle Iene. Il riconoscimento, si legge, “sino alla successiva individuazione fotografica, si presentava come insicuro”. E si sottolinea anche che la sorella della vedova Vassallo, intercettata anni prima parlare di questa auto che aveva girato stranamente intorno alla casa del sindaco pochi giorni prima del delitto, la descrisse invece come grigia e senza passeggero. La parola torna quindi al Riesame che dovrà pronunciarsi anche su altri punti, tra cui “quello della dimostrazione di un accordo preventivo relativo all’inquinamento delle indagini” sul delitto da parte di Cagnazzo, e sulla “incompletezza e insufficienza delle motivazioni” relative all’arresto di Cipriano: se le sue confidenze a D’Atri sono considerate “fonte privilegiata per la ricostruzione dell’intera vicenda”, come mai Ridosso non riferisce a D’Atri la partecipazione di Cipriano al sopralluogo e ad altri incontri, che invece riferisce ai pm?

“La motivazione dell’annullamento recepisce in toto le nostre argomentazioni difensive – commenta il legale di Cipriano, Giovanni Annunziata – ribaltando il quadro ed evidenziando lacune della ricostruzione della Procura, che la difesa fin dalle prime battute del procedimento aveva già evidenziato”.

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