Omessa indicazione costi manodopera e giudizio anomalia nelle gare pubbliche
lentepubblica.it Analisi giuridica alla luce del D.Lgs. 36/2023 e della recente giurisprudenza del TAR Lazio, a cura del Dottor Luca Leccisotti, in materia di omessa indicazione dei costi della manodopera e giudizio di anomalia nelle gare pubbliche. Premessa La questione dell’omessa indicazione dei costi della manodopera nelle offerte economiche nelle procedure di gara rappresenta da tempo […] The post Omessa indicazione costi manodopera e giudizio anomalia nelle gare pubbliche appeared first on lentepubblica.it.

lentepubblica.it
Analisi giuridica alla luce del D.Lgs. 36/2023 e della recente giurisprudenza del TAR Lazio, a cura del Dottor Luca Leccisotti, in materia di omessa indicazione dei costi della manodopera e giudizio di anomalia nelle gare pubbliche.
Premessa
La questione dell’omessa indicazione dei costi della manodopera nelle offerte economiche nelle procedure di gara rappresenta da tempo un nodo giuridico di rilievo nella giurisprudenza amministrativa. La recente sentenza del TAR Lazio n. 5508 del 17 marzo 2025 ha offerto un importante chiarimento interpretativo, con implicazioni rilevanti alla luce del Codice dei contratti pubblici di cui al D.Lgs. 36/2023. Questo contributo mira ad approfondire con precisione tecnico-giuridica i profili sostanziali e procedimentali della problematica.
Quadro normativo e principi generali
La disciplina sulla necessaria indicazione dei costi della manodopera nelle offerte economiche trova la sua ratio nel principio di trasparenza e di tutela dei diritti dei lavoratori coinvolti negli appalti pubblici. Tuttavia, come recentemente chiarito dal TAR Lazio, l’omissione di tale indicazione non conduce automaticamente all’esclusione del concorrente, salvo esplicita previsione della lex specialis.
Analisi della sentenza TAR Lazio n. 5508/2025
La sentenza del TAR Lazio si concentra su una procedura aperta per l’affidamento della gestione di servizi bancari, regolata dal D.Lgs. 36/2023, nella quale la ricorrente contestava la legittimità dell’aggiudicazione per due motivi principali:
- Mancata indicazione dei costi della manodopera e degli oneri di sicurezza da parte dell’aggiudicataria;
- Presunta insufficienza motivazionale della verifica di anomalia effettuata dalla stazione appaltante.
L’omessa indicazione dei costi della manodopera: causa di esclusione?
La pronuncia del TAR Lazio è chiara: se il disciplinare di gara non prevede espressamente la sanzione dell’esclusione per la mancata indicazione dei costi della manodopera, tale omissione non può essere motivo legittimo per escludere automaticamente un concorrente. In aggiunta, il Tribunale applica il principio del “nemo potest venire contra factum proprium”, affermando che il ricorrente non può validamente lamentare l’omissione se egli stesso è incorso nella medesima irregolarità. Tale principio assicura coerenza e buona fede nelle procedure concorsuali.
La verifica dell’anomalia dell’offerta: obblighi motivazionali della stazione appaltante
Altro aspetto fondamentale chiarito dalla sentenza riguarda il procedimento di verifica dell’anomalia dell’offerta. Secondo il TAR, la stazione appaltante è obbligata a fornire un apparato motivazionale dettagliato solo nel caso in cui concluda negativamente la verifica di anomalia. Nel caso invece di giudizio positivo sulla sostenibilità economica dell’offerta, non vi è un obbligo stringente di motivazione analitica, purché non emergano evidenti illogicità o errori macroscopici di valutazione.
Onere della prova a carico del ricorrente
La sentenza chiarisce ulteriormente l’onere probatorio gravante sul concorrente che contesti l’aggiudicazione. È compito del ricorrente dimostrare, con prove concrete e dettagliate, eventuali errori macroscopici nella valutazione della stazione appaltante. Non sono sufficienti mere contestazioni generiche: il concorrente deve fornire elementi inequivocabili e documentati a sostegno delle proprie doglianze.
Implicazioni operative per le stazioni appaltanti
La pronuncia del TAR Lazio suggerisce importanti indicazioni operative:
- Le stazioni appaltanti devono prestare particolare attenzione alla formulazione della lex specialis, esplicitando chiaramente se l’omissione dei costi della manodopera comporta esclusione automatica;
- È necessario che le amministrazioni gestiscano il procedimento di anomalia con una rigorosa, anche se non necessariamente analitica, motivazione, basata su criteri di sostenibilità economica e coerenza logico-giuridica;
- È essenziale che i concorrenti siano consapevoli del proprio obbligo di precisione e coerenza nella formulazione delle offerte e nelle eventuali impugnazioni delle procedure di gara.
Conclusioni
La sentenza del TAR Lazio n. 5508/2025 offre un prezioso contributo chiarificatore in tema di indicazione dei costi della manodopera e gestione del procedimento di anomalia. Essa conferma una lettura del D.Lgs. 36/2023 improntata ai principi sostanziali della trasparenza, proporzionalità e ragionevolezza, evidenziando al contempo l’importanza della coerenza e della buona fede nella gestione delle procedure di appalto.
L’approccio pragmatico e sostanzialista adottato dal giudice amministrativo favorisce una gestione amministrativa equilibrata, rispettosa delle esigenze economiche delle amministrazioni e della tutela dei diritti dei concorrenti, contribuendo a consolidare una cultura giuridica degli appalti pubblici orientata all’efficienza, alla correttezza e alla sostenibilità delle scelte amministrative.
The post Omessa indicazione costi manodopera e giudizio anomalia nelle gare pubbliche appeared first on lentepubblica.it.