Obbligazionario: costruire un portafoglio resiliente per l’attuale ciclo economico

La view di Union Bancaire Privée (UBP) nell'analisi a cura di Mohammed Kazmi, Chief Strategist & Senior Portfolio Manager

Apr 2, 2025 - 16:27
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Obbligazionario: costruire un portafoglio resiliente per l’attuale ciclo economico

Se guardiamo agli ultimi trent’anni, generalmente le recessioni economiche e le principali crisi di mercato hanno generato shock disinflazionistici per l’economia. Lo sottolinea Mohammed Kazmi, Chief Strategist & Senior Portfolio Manager di Union Bancaire Privée (UBP) spiegando che eventi come la Grande Crisi Finanziaria e la pandemia di Covid-19 hanno portato a un netto calo della crescita nominale, con un abbassamento sia dell’inflazione che della crescita reale.

Obbligazionario: costruire un portafoglio resiliente

In netto contrasto, l’attuale ciclo economico, iniziato con la riapertura delle economie dopo la pandemia, è stato soggetto a uno shock inflazionistico piuttosto che disinflazionistico e non può essere compreso attraverso la lente delle crisi precedenti, spiega ancora l’esperto. Questa volta, la crescita degli Stati Uniti rimane robusta, superando costantemente il suo tasso potenziale stimato pari a circa il 2%. Il nostro scenario presuppone quindi un soft landing piuttosto che una recessione, sostenuto dalla forza dei consumatori e da un mercato del lavoro che rimane robusto.

Kazmi segnala poi “un altro cambiamento notevole rispetto ai cicli economici pre-Covid: il persistente deficit fiscale statunitense. Storicamente, tale deficit seguiva un andamento ciclico: in genere aumentava durante le recessioni e diminuiva durante i periodi di crescita. Tuttavia, l’andamento è stato interrotto dopo la pandemia e il Congressional Budget Office prevede per il prossimo decennio un deficit di circa il 7%. Sebbene la nuova amministrazione abbia l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica, è improbabile che il deficit di bilancio torni nel range basso a singola cifra nel breve termine”.

La view ddi UBP

Il maggiore sostegno da parte della politica fiscale negli Stati Uniti “fa venire meno la necessità di un significativo allentamento monetario, consentendo così ai tassi di interesse di rimanere più alti. E una situazione simile potrebbe registrarsi anche nell’Eurozona, dove in Germania è chiaramente in programma una maggiore spesa fiscale per soddisfare le esigenze di difesa e infrastrutture”.

Tutto ciò “è in definitiva positivo per il reddito fisso, in quanto dovrebbe consentire agli investitori di concentrarsi sulla conseguente opportunità di carry. Manteniamo una prospettiva positiva a lungo termine sul credito, che è sostenuto da una solida traiettoria di crescita che dovrebbe mantenere bassi i tassi di default. Nei mercati del credito, prediligiamo gli asset che offrono un rendimento superiore ai tassi di deposito in contanti e le attività a reddito più elevato, compresi i titoli high yield, i cui fondamentali rimangono favorevoli. Inoltre, in caso di shock di mercato, la Fed ha le risorse per sostenere l’economia tagliando i tassi in modo aggressivo, il che dovrebbe anche limitare il rischio al ribasso per il credito”.

In termini di costruzione del portafoglio, “è necessario un cambiamento strategico rispetto alla tradizionale allocazione in obbligazioni societarie investment grade a cinque anni: si riconosce sempre più la necessità di una maggiore flessibilità e resilienza di fronte alle dinamiche di mercato in evoluzione e alla nuova era per l’inflazione e i tassi di interesse”.

Diversificando in altre aree del mercato del credito, gli investitori possono ottenere una posizione migliore da cui affrontare la potenziale volatilità e capitalizzare opportunità a più alto rendimento.

Questo approccio – prosegue l’esperto – si concentra sulla riallocazione degli asset verso titoli a breve termine a tasso variabile investment grade (FRN) e segmenti che offrono un reddito più elevato, compreso l’high yield. Le obbligazioni a tasso variabile a breve termine (FRN) si sono dimostrate più difensive rispetto a un portafoglio di crediti investment grade convenzionale, dimostrando una notevole sovraperformance del 5% durante il sell-off avvenuto con la pandemia, insieme a un interessante yield pick-up. Il rendimento delle FRN rimane interessante rispetto ai titoli investment grade, anche tenendo conto delle aspettative del mercato per potenziali tagli dei tassi da parte della Fed.

Quali strategie?

I portafogli investment grade vengono sempre più spesso sostituiti anche con strategie di reddito multisettoriali. Questo approccio offre un rischio di default paragonabile a un portafoglio obbligazionario con rating BBB, offrendo al contempo un yield pick-up del 2%. Il reddito multisettoriale consente d’investire su uno spettro più ampio, comprese obbligazioni con rating BBB e BB, debito subordinato e debito cartolarizzato come i collateralised loan obligations (CLO). Investire in vari settori consente agli investitori di capitalizzare le migliori opportunità, tenendo conto sia delle valutazioni che dei fondamentali.Gli indici CDS high yield stanno attirando l’interesse degli investitori in quanto offrono una migliore liquidità in diverse condizioni di mercato rispetto alle obbligazioni high yield. Inoltre, mitigano i costi di illiquidità tipicamente associati alle obbligazioni high yield, con un conseguente miglioramento del rendimento e una sovraperformance storica.

Per concludere, “quando si costruisce un portafoglio obbligazionario per l’era post-pandemica con tassi di interesse più elevati, vale la pena considerare un cambiamento strategico rispetto alla convenzionale allocazione in obbligazioni societarie investment grade a cinque anni, concentrandosi sulle opportunità di reddito. È opportuno investire in titoli a breve termine a tasso variabile e in segmenti a reddito più elevato, con l’obiettivo finale di costruire un portafoglio flessibile e resiliente”