Nordio sfida Mattarella: a capo del Dap vuole Lina Di Domenico, gradita al sottosegretario Delmastro (FdI)

È il ministro della Giustizia Carlo Nordio, e non il sottosegretario Andrea Delmastro, a nominare il nuovo capo del Dap, il Dipartimento per l’Amministrazione penitenziaria. Lo fa proponendo un nome al Consiglio dei ministri, senza condizionamenti. E l’attuale responsabile facente funzione, Lina Di Domenico, scelta senza consultare preventivamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sta […] L'articolo Nordio sfida Mattarella: a capo del Dap vuole Lina Di Domenico, gradita al sottosegretario Delmastro (FdI) proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 3, 2025 - 13:15
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Nordio sfida Mattarella: a capo del Dap vuole Lina Di Domenico, gradita al sottosegretario Delmastro (FdI)

È il ministro della Giustizia Carlo Nordio, e non il sottosegretario Andrea Delmastro, a nominare il nuovo capo del Dap, il Dipartimento per l’Amministrazione penitenziaria. Lo fa proponendo un nome al Consiglio dei ministri, senza condizionamenti. E l’attuale responsabile facente funzione, Lina Di Domenico, scelta senza consultare preventivamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sta dando prova da mesi di “maturata competenza e affidabilità”. Ergo: sarebbe lei il nome migliore per succedere a Giovanni Russo come responsabile dell’amministrazione penitenziaria.

L’interrogazione a Nordio e la sfida a Mattarella – È questo il contenuto della risposta che il Guardasigilli ha dato, in forma scritta, al senatore di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, che chiedeva con un’interrogazione di spiegare le ragioni dello stallo sulla nomina del nuovo capo del Dap. Una risposta che sta facendo sollevare qualche perplessità anche all’interno della maggioranza perché viene interpretata come un’ulteriore sfida da parte del ministro della Giustizia al Quirinale. Dopo le notizie sullo scontro tra il governo e il Presidente della Repubblica che non era stato informato preventivamente del nome di Di Domenico, infatti, tutto portava a pensare a un possibile cambio di nome. Invece, dalla risposta di Nordio il governo sembra voler andare avanti con la nomina della vice di Russo, scelta proprio dal sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro.

Il Guardasigilli difende Delmastro – Nella sua interrogazione Scalfarotto chiedeva le ragioni dello stallo e di sapere quali azioni Nordio “intenda adottare affinché venga instaurata un’interlocuzione istituzionale che possa consentire in tempi rapidi tale nomina, garantendo il coinvolgimento di tutti gli organi costituzionali interessati”. La risposta del ministro è eloquente. In primo luogo difende la sua autonomia: “Compete al Ministro della Giustizia proporre al Consiglio dei ministri la nomina del Capo del Dipartimento e non certamente al Sottosegretario di Stato continuamente e strumentalmente evocato in questa vicenda, anche in questo caso dagli stessi interroganti”. Insomma, spetta a Nordio nominare il nuovo capo del Dap e non al sottosegretario Delmastro che, però, viene difeso perché evocato “strumentalmente”.

Il governo vuole Lina Di Domenico al vertice del Dap – In secondo luogo, però, Nordio fa capire di voler indicare Di Domenico come la nuova responsabile del Dap. Dopo le dimissioni di Russo, il ministro spiega di aver affidato le deleghe alla sua vice Di Domenico (“magistrato di ampia esperienza”) che durante gli ultimi mesi ha “già messo in campo molteplici interventi”. Segue una lista delle cose fatte da Di Domenico: i “provvedimenti attuativi del decreto ministeriale istitutivo del Gruppo di intervento operativo”; la circolare “relativa alle misure di sicurezza per i Reparti territoriali del Corpo di polizia penitenziaria in tema di aggressioni ed eventi critici”; la bozza del decreto “relativo all’introduzione della figura del negoziatore tra le specializzazioni del Corpo di polizia penitenziaria”; le linee guida “per garantire ai detenuti il diritto all’affettività”; il gruppo di lavoro multidisciplinare “per la prevenzione” dei suicidi; le linee guida “sull’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza e registrazione in mobilità, del tipo body-cam” e le misure “necessarie a garantire l’operatività del Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria”. Tutto questo, conclude Nordio, dando prova di “maturata competenza e affidabilità”.

I precedenti e la replica di Scalfarotto – Quasi a volersi giustificare, infine, il Guardasigilli ricorda che affidare le deleghe del Dap a un responsabile facente funzione non è una novità a via Arenula citando i casi dei predecessori Piero Fassino, Andrea Orlando e Marta Cartabia. La risposta non convince Scalfarotto, senatore renziano e componente della commissione Giustizia: “Siamo davanti a un governo che non solo, aumentando pene e reati, ha aggravato drammaticamente le condizioni del nostro sistema penitenziario ma che, per una gestione sciatta e irresponsabile di delicate dinamiche istituzionali, tiene le nostre carceri da mesi senza una guida nonostante la situazione disperata in cui versano”, spiega.

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