Non solo Trump dietro la scelta Apple di puntare sull’India

Sbaglierebbe chi pensasse che la Apple stia progettando di raddoppiare il numero di iPhone prodotti in India e di farvi assemblare tutti gli iPhone venduti negli Stati Uniti entro la fine del prossimo anno soltanto per aderire all’ordine esecutivo di Trump contro la Cina. Certo, questa mossa ha avuto molto peso. Ma la scelta di […] L'articolo Non solo Trump dietro la scelta Apple di puntare sull’India proviene da Economy Magazine.

Apr 28, 2025 - 10:26
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Non solo Trump dietro la scelta Apple di puntare sull’India

Sbaglierebbe chi pensasse che la Apple stia progettando di raddoppiare il numero di iPhone prodotti in India e di farvi assemblare tutti gli iPhone venduti negli Stati Uniti entro la fine del prossimo anno soltanto per aderire all’ordine esecutivo di Trump contro la Cina. Certo, questa mossa ha avuto molto peso. Ma la scelta di Cupertino vale di più.

Apple ha iniziato a espandere la propria capacità produttiva in India durante la pandemia, quando i problemi della catena di approvvigionamento rendevano difficile affidarsi alla Cina. Oggi l’azienda si rifornisce in India di circa un quinto dei suoi iPhone, con un aumento del 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ora sembra che il fulmine abbia colpito di nuovo – e non stiamo parlando di cavi di ricarica. Apple è costretta a rivolgersi ancora una volta all’Inda: grazie ai dazi statunitensi, gli iPhone prodotti in Cina sono ora soggetti a un’imposta del 20%, mentre quelli indiani sono esenti da imposte.

Apple non è l’unica a fare amicizia con l’India. Il governo degli Stati Uniti sta lavorando a un ampio accordo commerciale con il Paese, che copre aree come il commercio elettronico, l’agricoltura, i dati e i minerali essenziali. In teoria, si tratta di un accordo vantaggioso per tutti. Gli Stati Uniti vogliono avere un accesso più facile ai mercati indiani, dalle coltivazioni ai dati cloud, e l’India vuole liberarsi delle forti tariffe reciproche. In pratica, però, agricoltori e imprenditori politicamente potenti potrebbero opporsi. Un accordo, se realizzato, sarebbe un grande affare per gli investitori indiani. Essi scommettono sul futuro del Paese come polo manifatturiero e potenza economica, e più le aziende globali fanno affari lì, più è probabile che ciò accada.

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