Nessun intervento contro il caro energia in Cdm. Mozione del Pd al Senato. E il gas costa il 79% in più del 2021
Aziende e famiglie italiane sono alle prese con un costo dell'energia in continuo aumento, principalmente a causa della corsa delle quotazioni del gas, risalite fino ai massimi degli ultimi due anni. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, annuncia nel frattempo una manifestazione a Roma prima di Pasqua L'articolo Nessun intervento contro il caro energia in Cdm. Mozione del Pd al Senato. E il gas costa il 79% in più del 2021 proviene da Il Fatto Quotidiano.

Come anticipato, nel Consiglio dei ministri che si è svolto oggi non è stato affrontato il tema degli interventi contro il caro-energia. Un provvedimento annunciato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti alcuni giorni fa. Se ne parlerà “nelle prossime riunioni”, senza che sia stata indicata dal governo alcuna puntuale tempistica. Stamane il Pd ha presentato una mozione sul tema che è stata però bocciata dall’Aula del Senato. “Le previsioni su qui è stata costruita la legge di bilancio sono già superate. C’è un aumento indiscriminato dei prezzi e questo è un problema per tante famiglie (…) c’è una crescita dei prezzi del 71% per il gas, del 36% per la luce, con 3,4 mln di utenti vulnerabili che hanno visto crescere le loro bollette del 18,2%. E di tutto questo il governo ha negato l’esistenza e solo adesso il ministro Giorgetti si è svegliato riconoscendo che c’è un problema sui costi dell’energia. Chiediamo all’esecutivo di intervenire urgentemente, si discutano le nostre proposte che sono depositate in Parlamento per aiutare le famiglie e le imprese italiane”, ha dichiarato il senatore del Pd Antonio Misiani, illustrando la mozione.
“L’unico record di questo governo è il caro bollette”, rilancia Nicola Fratoianni di Avs. “Le opposizioni accusano il governo Meloni di voler nascondere le condizioni reali del Paese per esigenze di consenso. Sbagliano. Forse sono le opposizioni a nascondere gli effetti delle loro politiche sciagurate che hanno portato a questa situazione”, replica il senatore di Fratelli d’Italia, Raoul Russo.
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, annuncia nel frattempo una manifestazione a Roma prima di Pasqua. “Con una piattaforma molto semplice: la gente non ce la fa più con le bollette e non può accettare che il governo brindi per avere uno scorporo sulle spese militari. Le persone vogliono soldi per il capitale umano, per contrastare il lavoro povero, per l’istruzione, la sanità. Quelli sono i settori su cui dobbiamo investire”, dice Conte.
Aziende e famiglie italiane sono alle prese con un costo dell’energia in continuo aumento, principalmente a causa della corsa delle quotazioni del gas, risalite fino ai massimi degli ultimi due anni. Soltanto negli ultimi giorni i prezzi hanno ingranato una decisa retromarcia per effetto dei colloqui sull’Ucraina tra Stati Uniti e Russia, che prospettano la possibilità di una ripresa dei flussi di gas russo verso l’Europa. Pure se tornate intorno ai 50 euro al megawattora, le quotazioni del gas restano comunque ben al di sopra dei valori precedenti l’inizio della guerra in Ucraina. Il governo Meloni ha però da tempo eliminato le agevolazioni fiscali che erano state introdotte dall’Esecutivo Draghi. Confrontando i prezzi del 2021 con quelli attuali, l’Unione nazionale consumatori ha calcolato in un 78,7% l’aumento della bolletta del gas.
Inoltre il passaggio dal regime di maggior tutela al libero mercato si è tradotto per molti utenti in un aggravio dei costi delle bollette. Secondo un’analisi del sito Facile.it, nel 2024 le famiglie italiane con un contratto di fornitura nel mercato libero a tariffa indicizzata hanno speso, in media, 791 euro per la bolletta della luce e 1.339 euro per quella del gas. Tra luce e gas, lo scorso anno gli italiani hanno pagato, mediamente, 2.130 euro in tutto. Guardando alla sola fornitura elettrica, la Sardegna, la Sicilia e il Veneto, si confermano come le aree con le bollette più salate. Per quanto riguarda le bollette del gas 2024, si è speso di più in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e, ancora una volta, in Veneto.
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