Nell’era dell’incertezza gli istituzionali guardano a liquidità e alternativi
Il Convegno di Primavera, organizzato come ogni anno a Roma da Itinerari Previdenziali è stato l’occasione, per Casse e Fondi Pensione, per interrogarsi sulle sfide future alla luce di un contesto macro complesso e ricco di incognite. L'articolo Nell’era dell’incertezza gli istituzionali guardano a liquidità e alternativi proviene da FundsPeople Italia.

Le incertezze generate dall’evoluzione globale degli ultimi anni, dalla tendenza “lenta ma costante” che vede un aumento delle autarchie, all’aumento del debito globale, quantificato dall’FMI in 318 mila miliardi di dollari (il 328% del PIL), al contesto di bassa crescita, hanno un effetto sui mercati finanziari. E un riflesso di questa incertezza, “è visibile anche sui tassi di rendimento degli investitori istituzionali”, afferma Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali che indica come “casse di previdenza e fondi pensione e sanitari abbiano registrato risultati inferiori ai benchmark”, in particolare i fondi pensione, nei rendimenti medi composti a tre e cinque anni (si arriva vicino al TFR a 10 anni). L’anno si è aperto per l’Europa con la definizione di un’importante spesa per la difesa e gli armamenti, al contempo il rischio sistemico più impattante nel breve termine, secondo il global risk report del World Economic Forum, è costituito da misinformazione e disinformazione, con riflessi decisivi sulle democrazie. Cosa aspettarsi dunque da un 2025 così incerto e come si muove, anche dal punto di vista tattico, un investitore istituzionale? Una risposta a questa domanda si è cercata nel Convegno di primavera, organizzato da Itinerari Previdenziali che, nell’appuntamento del 2025 si interroga appunto sui “Nuovi equilibri globali: cambiano le politiche, si rinnovano le incertezze sui mercati finanziari”.
Un riposizionamento tattico
La volatilità e le incertezze hanno spinto gli istituzionali a rivedere il posizionamento tattico (sempre tenuto conto della loro caratteristica di investitori di lungo periodo). L’idea, sostiene Enrico Cibati, CIO di Cassa Forense, “è cercare di proteggere”, in questo caso il patrimonio della seconda cassa in Italia in termini di masse e la contingenza spinge ad aumentare l’esposizione sull’Europa. In particolare, sul fronte equity, dopo due anni molto positivi “grazie alla selezione di gestori attivi con caratteristiche growth” la Cassa torna a guardare con interesse il value. Restando in termini di posizionamento tattico, anche Gianni Golinelli responsabile direzione finanza di Enpacl, indica che nei prossimi mesi l’ente punta a “ridurre le esposizioni dirette, incontrare entro l’estate i gestori andando su temi sia per equity sia per i bond, decorrelati rispetto all’andamento specifico dei due mercati”. Soggetti con gli stessi orizzonti (pur con le caratteristiche del caso) anche i fondi pensione tra cui Eurofer. Andrea Mattei responsabile funzione finanza in linea con il ragionamento avviato dalle Casse osserva come, alla luce di un’asset allocation tattica delegata ai gestori, le recenti tendenze vadano in direzione di “un aumento della componente di liquidità sui portafogli”. Diverso il discorso per Marco Guglielmi, direttore generale Fonage, che indica come il fondo preesistente sia oggi in una fase in cui i saldi pensionistici sono negativi. “Abbiamo stabilito di adottare una strategia basandoci sulla copertura delle passività piuttosto che stabilire un’asset allocation strategica per massimizzare il rendimento” per questo il fondo si è focalizzato sulla costruzione di un portafoglio orientato sull’obbligazionario, “prevalentemente in titoli governativi che garantisca i flussi necessari per i primi 30 anni di gestione per coprire i saldi pensionistici”. Ma, come afferma, Valentina Roticiani responsabile funzione finanza PreviAmbiente, “al di là delle incertezze del momento, noi abbiamo fiducia nel nostro sistema: l’elemento fondamentale, al di là delle asset allocation strategiche e tattiche, è il fattore tempo che batte il timing di mercato, siamo passati indenni a due anni particolarmente negativi (2008 e 2022) a un periodo lunghissimo di tassi negativi e una pandemia, in tutto ciò i fondi pensione hanno continuato a erogare, investire e generare rendimenti”. Certo una costante nella riflessione (non soltanto degli istituzionali) è l’aumento della liquidità. Ne fa menzione anche Danilo Giuliani vicedirettore e dirigente funzione finanza EPPI che, dopo un focus sulla composizione e sulle scelte di portafoglio dell’ente negli ultimi anni,specifica che, a oggi, il portafoglio liquido è quello che dà maggiore alfa. “Prima la liquidità non era considerata un’asset class, ma ogni anno EPPI ha circa il 20% di liquidità pronta per essere investita, sia sul quotato sia sull’illiquido”, afferma.
Interesse per gli asset illiquidi
Non manca sia nella costruzione del portafoglio EPPI, si in quello delle altre entità chiamate a dare la propria testimonianza nel corso della mattinata di lavori, l’attenzione sulla parte illiquida, componente ormai imprescindibile nell’asset allocation degli istituzionali. Un esempio è quello portato da Riccardo Rasi direttore finanza Enpap che, a fronte di un ente con il saldo previdenziale positivo (sostenuto anche nei prossimi anni dall’andamento demografico della categoria professionale) indica come la quota di portafoglio dedicata agli illiquidi (con fondi di fondi su private equity, private debt e real estate) punti a estendersi, con le stesse dinamiche di investimento, anche sulle infrastrutture. Conferma di “credere molto” negli investimenti illiquidi anche Maurizio Grifoni presidente Fondo Fon.Te che, nel ricordare la spinta data anche dalla normativa alle asset class alternative (vedasi da ultimo la Legge 193/2024), indica come il fondo voglia aumentare il peso di questi prodotti (con un focus particolare anche sul venture capital), prevedendo, per regolamento, la possibilità di aumentare del 3% la quota destinata, “una volta individuate proposte di mercato estremamente interessanti per quanto riguarda la nostra missione complessiva”. La diversificazione geografica sull’Italia si conferma centrale nelle strategie illiquide, come ricordato anche da Luca Ruggeri, direttore generale Fondo Gomma Plastica che, nel citare il progetto Iride, sottolinea come non si sia fatta una scelta settoriale ma si sia “previlegiato l’aspetto geografico con una particolare attenzione per l’Italia”. Graziana Scampoli, responsabile ufficio investimenti alternativi di Inarcassa, tocca però un elemento centrale inerente alla diversificazione geografica, nel ribadire “l’importanza della componente estera” non soltanto in termini di diversificazione, “ma anche per le best practice da implementare nella parte Italia”.
L'articolo Nell’era dell’incertezza gli istituzionali guardano a liquidità e alternativi proviene da FundsPeople Italia.