Nel SIN di Napoli bonifiche in grave ritardo. Le associazioni chiedono “Ecogiustizia in nome del popolo inquinato”

Di Legambiente “In 27 anni nel SIN di Napoli Est bonificato appena il 4,7% del territorio e lo 0% di falde. Qui ambiente e salute sono stati avvelenati da inquinamento, idrocarburi e metalli pesanti. Si accelerino le bonifiche di terreno e falde garantendo il pieno rispetto degli impegni assunti nel nuovo Accordo di programma del […] L'articolo Nel SIN di Napoli bonifiche in grave ritardo. Le associazioni chiedono “Ecogiustizia in nome del popolo inquinato” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 8, 2025 - 11:13
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Nel SIN di Napoli bonifiche in grave ritardo. Le associazioni chiedono “Ecogiustizia in nome del popolo inquinato”

Di Legambiente

“In 27 anni nel SIN di Napoli Est bonificato appena il 4,7% del territorio e lo 0% di falde. Qui ambiente e salute sono stati avvelenati da inquinamento, idrocarburi e metalli pesanti. Si accelerino le bonifiche di terreno e falde garantendo il pieno rispetto degli impegni assunti nel nuovo Accordo di programma del 2022 e la partecipazione della comunità locale in tutte le fasi decisionali su bonifiche e riconversione industriale”. A chiederlo a gran voce sono ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera con il flash mob organizzato nei giorni scorsi sulla spiaggia di Via Detta Innominata a San Giovanni a Teduccio (Na), in occasione dell’ultima tappa della loro campagna nazionale “Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato” con cui in questi mesi hanno viaggiato lungo la Penisola in alcuni luoghi simbolo di ingiustizia ambientale e sociale: Casale Monferrato (AL), Taranto, Marghera (VE) Augusta-Priolo-Melilli (SR), Terra dei Fuochi (CE), Brescia, Napoli Est.

Nella periferia orientale di Napoli 829 ettari di terreni posti in zona ex-industriale e 448 ettari di mare contaminati attendono da 27 anni di essere bonificati. I numeri sullo stato di “non avanzamento” delle bonifiche parlano chiaro: in 27 anni degli oltre 800 ettari perimetrati, appena il 4,7% del terreno e l’0% delle falde sono stati bonificati, così come non c’è alcun dato ad oggi sulla bonifica del mare che continua ad essere negato a Napoli Orientale così come a Bagnoli. Occorre accelerare il processo di bonifica nel SIN di Napoli Est con un’attenta pianificazione e programmazione, ma anche con adeguate competenze tecniche, una capacità di sviluppo delle amministrazioni interessate; senza dimenticare che nel processo di bonifica e riconversione è fondamentale coinvolgere la comunità locale con assemblee pubbliche e tavoli di lavoro aperti ai residenti. Bisogna bonificare e costruire una nuova identità per Napoli Orientale, affermando un nuovo diritto alla città che sa mettere al centro salute, ambiente e lavoro dignitoso. Innovazione ambientale e sociale possono essere le chiavi per accelerare la transizione ecologica anche a Napoli Est, culla già di esperienze importanti come il Campus di San Giovanni a Teduccio, un polo tecnologico avanzato dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Sul fronte delle bonifiche, sono sei gli interventi centrali indicati dalle associazioni, e riassunti nel patto di comunità, che occorre mettere in campo per dare un nuovo futuro al SIN di Napoli Est, trasformandolo da polo di degrado a modello di innovazione ambientale e sociale.

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