Tre regioni del Sud sono maglia nera d’Europa per l’occupazione
Occupazione Sud Italia: Calabria, Campania e Sicilia tra le peggiori in Europa. Istruzione e genere fanno la differenza, ma il divario resta ampio. Quali sono i dati Ue

Secondo i dati pubblicati da Eurostat e aggiornati al 2024, Calabria, Campania e Sicilia figurano tra le quattro regioni con il più basso tasso di occupazione in tutta l’Unione Europea. Peggio di loro solo la Guyana francese. Un dato che, nonostante lievi segnali di miglioramento rispetto al 2023, fotografa ancora una profonda distanza tra il Sud Italia e il resto d’Europa.
L’Italia registra un tasso medio di occupazione del 62,2% contro la media UE del 70,8%, ma il divario si accentua nel Mezzogiorno, dove si scende sotto il 47%. In particolare, la Calabria è ferma al 44,8%, la Campania al 45,4% e la Sicilia al 46,8%. Le difficoltà strutturali del mercato del lavoro meridionale si intrecciano con squilibri di genere, livelli di istruzione e opportunità economiche diseguali.
Occupazione in Italia: tassi tra i più bassi d’Europa
In base ai dati diffusi da Eurostat, il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni nelle regioni del Sud Italia resta tra i peggiori dell’intero continente europeo. La Calabria, con il suo 44,8%, è la peggiore regione italiana e la penultima nell’intera classifica Ue. Segue la Campania, al 45,4%, e la Sicilia, al 46,8%.
Tutti e tre i territori registrano lievi aumenti rispetto al 2023, ma restano ben al di sotto della media nazionale (62,2%) e ancor più distanti da quella europea (70,8%). A livello Ue, solo la Guyana francese (regione d’oltremare) registra dati peggiori. Si conferma così una fotografia nota: il Mezzogiorno italiano è in una condizione di stagnazione occupazionale.
La laurea riduce il divario ma non basta
Uno dei pochi dati positivi riguarda il tasso di occupazione femminile tra le donne con alto livello di istruzione. In Italia, il tasso generale di occupazione femminile tra i 20 e i 64 anni è del 57,4%, 13 punti sotto la media europea. Tra le donne laureate, invece, il tasso sale al 79,3%, avvicinandosi all’84,3% della media Ue.
Il divario di genere, però, rimane ampio soprattutto tra le donne con un livello d’istruzione medio o basso. Tra le donne che hanno completato solo la scuola media, il tasso occupazionale in Italia è del 36,6%, contro il 47,3% europeo. Ancora più marcata la distanza tra uomini e donne con lo stesso titolo di studio: oltre 30 punti di differenza in Italia tra i due generi a parità di istruzione di base.
Record di occupati ma Italia resta indietro
Nel 2024, secondo Eurostat, il tasso di occupazione nell’Unione Europea ha raggiunto il 75,8%, il livello più alto mai registrato dal 2009. Si tratta di oltre 197 milioni di persone tra i 20 e i 64 anni con un impiego, in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto al 2023.
Ai vertici della classifica si trovano:
- Paesi Bassi (83,5%)
- Malta (83,0%)
- Repubblica Ceca (82,3%)
Mentre l’Italia si colloca tra i fanalini di coda, con un tasso pari al 67,1%, seguita solo da Grecia (69,3%) e Romania (69,5%). Accanto al divario occupazionale, Eurostat evidenzia anche un problema di sovraqualificazione, cioè la condizione in cui persone con un’istruzione universitaria lavorano in posizioni che non richiedono quel livello di formazione.
Nel 2024, il fenomeno ha riguardato il 21,3% della forza lavoro UE, con una maggiore incidenza tra le donne (22%) rispetto agli uomini (20,5%). In Italia, la differenza è particolarmente marcata: le donne risultano sovraqualificate in misura superiore di 7,7 punti percentuali rispetto agli uomini, una delle distanze più ampie registrate in Europa.