NBA Freestyle | Il loro gioco è un piacere per gli occhi e difendono come un branco di rottweiler: i Thunder sono da titolo

Pensieri in libertà (con libertà di pensiero) sulla settimana NBA | Occhio però a non sottovalutare Giannis Antetokounmpo L'articolo NBA Freestyle | Il loro gioco è un piacere per gli occhi e difendono come un branco di rottweiler: i Thunder sono da titolo proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 14, 2025 - 18:29
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NBA Freestyle | Il loro gioco è un piacere per gli occhi e difendono come un branco di rottweiler: i Thunder sono da titolo

Primi a Ovest, i Thunder non si nascondono più

Vederli giocare è un piacere per gli occhi. Giovani, esplosivi, atletici, veloci. In attacco sanno eseguire, ma hanno anche le individualità in grado di trainare la squadra quando il ritmo si inceppa. Giocano spesso in controllo e perdono pochissimi palloni. Sono quarti per efficienza offensiva. In difesa sembrano un branco di rottweiler, pronti a mordere le tue caviglie ogni qualvolta provi a mettere palla a terra. Diventano veri e propri velociraptor quando li vedi fare i closeout sul perimetro. Non c’è punto dove non cercano di arrivare. Per quanto riguarda l’efficienza difensiva sono i primi della classe. Insomma, Oklahoma City non si nasconde più. Possono vincerlo o meno il Titolo (ci sono troppe variabili), ma i Thunder sono attrezzati, strutturati, instradati per arrivare fino in fondo senza dubbio. Al di là della maturità anagrafica. Shai Gilgeous-Alexander, con Jokic, è probabilmente il meglio della NBA. Merita l’MVP. Trattasi di una delle più velenose point-guard palla in mano viste negli ultimi dieci-quindici anni. Con un equilibrio del corpo in entrata notevole, un giro sul perno da trottola, una verve realizzativa in stile Iverson (32,8 punti di media, miglior marcatore della lega). Jalen Williams è un’ala alla “faccio davvero tutto in campo” come se ne vedono poche. All-around player se ce ne fosse uno. Ha gran feeling per il gioco ed è il perfetto secondo violino di OKC. Poi c’è Homgren e ti chiedi: come hanno fatto a essere così fortunati? Anche bravi, però. Potevano lasciarsi tentare e prendere alla scelta numero due (Draft 2022) Jabari Smith. Hanno tenuto duro. Un 2.18 con quelle braccia, quelle mani dolci, quella mobilità, ma anche con quella capacità innata di leggere le rotazioni difensive e capire il tragitto più efficiente per andare in aiuto, nel basket odierno ha un valore incalcolabile (perché poi puoi permetterti di schierare anche Hartenstein in quintetto). Senza dimenticare Lu Dort, un bulldozer di appena 1.93 che tira quasi il 40% da fuori e può marcare ogni sera l’attaccante avversario più pericoloso. Insomma, OKC è ben assortita. Fanno paura. Non sono primi a Ovest per caso. E hanno appena iniziato.

Vi eravate dimenticati di Giannis Antetokounmpo?

A volte, sembra come se Giannis Antetokounmpo fosse un po’ passato di moda. Se ne parla di meno, lo si dà quasi per scontato. Complice, in effetti, anche la situazione complessa dei Bucks nelle ultime stagioni. Occhio, però, perché il greco è ancora uno dei più implacabili finalizzatori mai visti su un campo da gioco. Oltre a essere, al momento, il migliore della NBA per Player Impact Estimate, la metrica che valuta il contributo complessivo di un giocatore su una gara. Fa meglio di Jokic, di Gilgeous-Alexander, di LeBron James. E le sue cifre attuali, di grazia, sono sinistramente superiori a quelle che aveva nell’anno in cui vinse il Titolo. Certo, quando tenta un tiro da tre sembra gli stiano staccando un braccio (18,2%). Per il resto, parliamo di 30,5 punti di media con oltre il 60% dal campo, conditi con 12,1 rimbalzi e quasi 6 assist. Non c’è da lamentarsi. Stanotte, ha messo i bastoni tra le ruote alla crescita dei Lakers (senza James), con una prestazione semplice, ma esplicativa del suo status. Per lui 24 punti e la sensazione che puoi scrivere “due” tutte le volte che punta il canestro in situazioni dinamiche. I Milwaukee Bucks sono comunque quarti a Est. Occhio a Giannis.

A Denver è sbocciato Christian Braun

Una delle piacevoli sorprese della stagione. Da poco più che comprimario a protagonista del quintetto di una delle squadre di vertice della NBA. È cresciuto, Christian Braun. Basta guardarlo in campo. È più sicuro di sé, prende iniziativa, quando è chiamato in causa non trema. È passato dai 7 punti di media dello scorso anno agli attuali 15,2. Ha più che raddoppiato. Niente male. Attenzione, non è e non sarà mai una stella. Per essere una guardia non è un mago del palleggio e non possiede quel talento puro per prevedere un suo futuro come opzione offensiva palla in mano. Però, c’è da dire, Braun si fa trovare pronto da tre sugli scarichi con grande puntualità (38,3%). È atletico in campo aperto ed è bravissimo a infilarsi negli spazi che la presenza di Jokic e Murray gli garantisce con continuità. Sa chiudere al ferro quando riceve un passaggio smarcante, sa mettere palla a terra e attaccare la difesa sui ribaltamenti di campo. Poi, dicono, sia un grande lavoratore, uno con la testa sulle spalle. Complimenti vivissimi.

That’s all Folks!
Alla prossima settimana.

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