NBA Freestyle | Bisogna essere onesti: Tatum sta diventando un bel problema per Boston

Boston, che succede? Se usi il tiro da fuori come lo usano i Celtics, ma in due partite di playoff ne metti appena 25 su 100 tentativi, diventa davvero dura. Quell’arma che tanto bene ti ha fatto fare in precedenza, ti si ritorce contro. E diventa dura anche se hai giocatori di grande solidità come […] L'articolo NBA Freestyle | Bisogna essere onesti: Tatum sta diventando un bel problema per Boston proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 9, 2025 - 14:53
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NBA Freestyle | Bisogna essere onesti: Tatum sta diventando un bel problema per Boston

Boston, che succede?

Se usi il tiro da fuori come lo usano i Celtics, ma in due partite di playoff ne metti appena 25 su 100 tentativi, diventa davvero dura. Quell’arma che tanto bene ti ha fatto fare in precedenza, ti si ritorce contro. E diventa dura anche se hai giocatori di grande solidità come Holiday, Horford, Porzingis o Pritchard a fare da contorno alle tue punte di diamante Jaylen Brown, Jayson Tatum (in piena crisi esistenziale) e aggiungete pure Derrick White. Si, proprio White. Al momento, l’ex San Antonio sembra il secondo violino più affidabile, visto l’impatto di Tatum nella serie contro i Knicks. New York adesso è 2-0. Ha vinto due gare a Boston. Ha conquistato il fattore campo. La strada per i giocatori di coach Mazzulla non è in salita, è quasi in verticale. Soprattutto se tiri anche il 36% dal campo come fatto in gara 2. Complessivamente, non stanno costruendo nemmeno tiri tanto cattivi dal perimetro. Semplicemente la palla non entra. Jayson Tatum sta rappresentando un bel problema per Boston. Si, è difficile scriverlo, ma è così per come sta giocando. Bisogna essere onesti. Sta steccando parecchie partite importanti ormai. Non riesce a crearsi tiri facili, ha spesso difficoltà a finire al ferro a difesa schierata, sembra rifugiarsi nel penetra e scarica non necessariamente come gesto di altruismo, piuttosto perché non riesce a trovare altre opzioni. Ha sbagliato anche dei tiri open che avrebbero potuto incidere molto in gara 2. Se l’attacco della tua squadra si inceppa, sei una superstar se prendi in mano il dossier e rimetti in pista emotivamente i tuoi compagni a suon di canestri. Tatum non ci sta riuscendo contro New York. Nella prima gara, ha tirato 4 su 15 da tre e 7 su 23 dal campo. Nella seconda, spartito simile: 1 su 5 da tre e 5 su 19 dal campo. Cifre imbarazzanti. È ora di svegliarsi.

Occhio a questi New York Knicks

Nel 2-0 contro i Celtics, non c’è solo il demerito di Boston. Ci sono anche i meriti di una squadra, i Knicks, che sembra reincarnare lo spirito della formazione che infiammava il Madison Square Garden negli anni ’90. Sì, quella con Patrick Ewing, uno dei migliori centri della storia a tirare dalla media. Quella con John Starks, una guardia con un tiro da fuori al laser e un’efficacia difensiva da top nel ruolo. Con Charles Oakley, ala forte costruita come Hulk, con una grande mano dal gomito, che terrorizzava i pari ruolo sotto canestro a suon di spallate. Una squadra molto forte in attacco, che difendeva in ogni partita come se da questa dipendesse il futuro del pianeta. I Knicks di oggi, quelli di Tom Thibodeau, la ricordano molto. Soprattutto come approccio difensivo. In campo, sembrano un branco di velociraptor sempre in movimento. Mai in ritardo sui close-out, con la voglia di disturbare ogni penetrazione, ogni linea di passaggio. Difendono bene anche in transizione, perché hanno giocatori molto veloci e atletici. Cambiano bene su tutti i ruoli. Giocano con grande intensità, non mollano anche se sono sotto di 20 punti. Tutto ciò, grazie a gente come Josh Hart (23 punti con il 50% da tre in gara 2), un combattente mai sopra le righe, in grado di tirare e di scivolare lateralmente anche contro gente più veloce e guizzante in palleggio. Di OG Anunoby, un’ala che si trova in uno dei momenti più brillanti della sua carriera, molto efficace in attacco e difensore in stile primo della classe sia in uno contro uno che in aiuto. Di Mikal Bridges, apertura alare da albatros, ma anche capacità di prendersi i riflettori in attacco come ha fatto in gara 2. E Jalen Brunson non sta nemmeno facendo sfracelli (ancora). Insomma, questi Knicks danno la sensazione di essere a qualche giocatore da aggiungere in panchina per vincere qualcosa di importante.

Tyrese Haliburton, il direttore d’orchestra di Indiana

Un giocatore che non ha bisogno di segnare tanto per incidere sulle partite. Anche se i punti nelle mani li ha, ci mancherebbe. Un vero direttore d’orchestra. Sempre in controllo, gestisce i tempi, distribuisce la sfera, ribalta il campo e difficilmente sbaglia le decisioni. Capace di mettere in ritmo i compagni, di imbeccarli sul piede giusto quando tagliano o quando devono prendersi un tiro. Bene, è il profilo di John Stockton? Potrebbe sembrare. In realtà, tutto ciò fa riferimento a un playmaker di 1.98, che ha portato per mano gli Indiana Pacers a condurre la serie contro Cleveland (certo, orfani di Garland in gara 1 e di Garland e Mobley in gara 2) per 2-0. Dopo un’annata non semplice. Si tratta di Tyrese Haliburton, vera e propria élite NBA nel ruolo di point guard, in un’epoca in cui i ragionatori sono rari come i quadrifogli. Nei playoff, la stella dei Pacers sta tenendo una media di 18,4 punti con oltre 10 assist. Decisivo.

That’s all Folks!
Alla prossima settimana.

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