Nanomateriali per la lotta al cancro e robot più veri: ISS come laboratorio del futuro
La navicella Dragon di SpaceX porta all'ISS esperimenti su nanomateriali per la medicina e materiali innovativi per la robotica
La Stazione Spaziale Internazionale si prepara ad accogliere nuove e affascinanti ricerche scientifiche. L'ultima navicella Dragon di SpaceX ha trasportato circa 3039 chilogrammi di rifornimenti e, soprattutto, esperimenti all'avanguardia destinati a sfruttare le particolari condizioni di microgravità. Queste indagini promettono di avere un impatto significativo sulla nostra vita sulla Terra e di gettare le basi per una solida economia spaziale.
Tra le ricerche più promettenti spicca quella condotta dall'Università del Connecticut e da Eascra Biotech, con il supporto di Axiom Space. L'obiettivo è affinare la produzione di nanomateriali iniettabili, potenziali alleati nella cura dell'osteoartrite e nel trattamento mirato di tumori solidi, anche quelli più difficili da raggiungere. Sulla Terra, la forza di gravità può compromettere la qualità e l'efficacia di questi nanomateriali. La microgravità, al contrario, offre un ambiente ideale per la creazione di strutture più grandi, uniformi e integre. Gli scienziati mirano a individuare le formulazioni ottimali e i metodi più efficienti per una produzione su larga scala nello spazio. Questi nanomateriali, noti come JBN, hanno la straordinaria capacità di auto-assemblarsi in strutture simili al DNA umano, aprendo scenari inediti nella medicina rigenerativa e nella terapia oncologica di precisione.
Un altro filone di ricerca affascinante riguarda lo sviluppo di materiali innovativi per la robotica del futuro. L'Università della California a Santa Barbara, con il sostegno di Redwire Space Technologies, studierà il fenomeno della separazione di fase liquido-liquido attiva (LLPS) in microgravità. Questo processo, simile alla separazione tra olio e acqua, potrebbe rivelare i segreti per la creazione di materiali soffici e attivi, capaci di muoversi, cambiare forma autonomamente, o addirittura autoripararsi. Le implicazioni per la robotica sono enormi, aprendo la strada a robot più sofisticati e "simili alla vita".