Mutui, chi può risparmiare fino a 360 euro con il taglio dei tassi Bce
Quanto si può risparmiare sui mutui dopo il taglio dei tassi della Bce: previsioni e rischi. Cosa fare e come rinegoziare le condizioni di un prestito per trarne vantaggio.

Il 7 aprile 2025 la Banca Centrale Europea ha deciso un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, con una manovra che – sebbene contenuta – si traduce in un tangibile sollievo economico per chi ha un mutuo a tasso variabile. Secondo le stime del Codacons, rese note il 17 aprile 2025, il risparmio potenziale sulla rata mensile può arrivare fino a 30 euro – pari a 360 euro l’anno – per i mutui più lunghi e più diffusi stipulati in Italia.
Quanto si può risparmiare sui mutui dopo il taglio dei tassi della Bce
Per comprendere in modo concreto l’impatto del recente taglio dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea, è utile osservare da vicino i dati elaborati dal Codacons, che ha analizzato alcune delle tipologie di mutuo più comuni tra le famiglie italiane. Si tratta di simulazioni che fotografano bene quanto questo intervento possa tradursi, nella pratica, in un vantaggio economico misurabile, seppur contenuto.
Ad esempio, per chi ha acceso un mutuo ventennale con un importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro – una fascia molto diffusa nel nostro Paese – il risparmio sulla rata mensile può oscillare tra i 13 e i 27 euro, con un alleggerimento del peso annuo che va dai 156 ai 324 euro. La forbice dipende ovviamente dall’ammontare residuo del finanziamento, dall’istituto di credito e dal tasso precedentemente applicato.
Ancora più significativo è l’impatto su un mutuo di durata trentennale: in questo caso, la riduzione mensile può arrivare fino a 30 euro, il che equivale a un risparmio annuo di 360 euro. Anche un finanziamento di 125mila euro su 25 anni – tipologia intermedia tra le due precedenti – beneficia in modo tangibile del taglio dei tassi, con una rata mensile alleggerita di circa 17 euro, pari a 204 euro risparmiati in un anno.
Si tratta di cifre che, prese singolarmente, possono sembrare modeste, ma che nel contesto di un bilancio familiare sempre più esposto all’aumento dei prezzi e alle incertezze economiche, rappresentano una vera e propria boccata d’ossigeno. Soprattutto se si considera che queste riduzioni arrivano dopo una lunga fase di rialzi dei tassi imposti dalla Bce per contrastare l’inflazione, che avevano fatto lievitare le rate mensili anche di diverse centinaia di euro, mettendo in difficoltà molti nuclei familiari.
Tassi in discesa, previsioni e rischi
Il contesto generale è incoraggiante. Dopo aver toccato il picco del 4,92% a novembre 2023, i tassi effettivi applicati ai mutui sono scesi al 3,50% a gennaio 2025, con un calo complessivo dell’1,42%. Un segnale chiaro che la stretta monetaria si sta allentando, restituendo fiducia al mercato immobiliare e ai consumatori.
Tuttavia, nonostante il clima positivo, i rischi non mancano. Uno su tutti: i dazi commerciali. Qualsiasi escalation nei rapporti tra Europa, Stati Uniti e Cina – già al centro di tensioni geopolitiche – potrebbe generare nuove pressioni sui prezzi. In tal caso, la Bce potrebbe dover invertire la rotta e alzare di nuovo i tassi per frenare l’inflazione, con un impatto diretto sulle rate dei mutui e sulla capacità di spesa delle famiglie.
Cosa fare?
Anche se il futuro resta incerto, questo di fatto potrebbe essere un momento propizio per le famiglie per valutare una rinegoziazione o una surroga del mutuo: chi ha sottoscritto finanziamenti negli anni dei tassi elevati può ora cercare condizioni più vantaggiose.
Ma serve prudenza: le famiglie dovrebbero considerare anche l’orizzonte di medio-lungo periodo, senza basarsi solo sull’impatto immediato. In un’economia fragile e soggetta a continue variazioni, può fare la differenza.