Mps, autorizzazioni su Mediobanca entro giugno secondo Lovaglio

L’amministratore delegato della banca senese si è detto ottimista sui tempi dell’Ops su Piazzetta Cuccia e ha spiegato le ragioni dell’operazione che punta a creare il terzo polo bancario italiano in termini di deposito di asset.

Mar 21, 2025 - 09:54
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Mps, autorizzazioni su Mediobanca entro giugno secondo Lovaglio

L’operazione Mediobanca prosegue e Banca Monte dei Paschi di Siena conta di avere presto tutti i via libera. L’ottimismo sui tempi è stato mostrato dall’amministratore delegato della banca senese, Luigi Lovaglio, parlando ieri nel corso della Morgan Stanley European Financials Conference 2025 che si tiene a Londra. Il manager spiegava di attendersi “tutte le autorizzazioni entro la fine di giugno”, mentre tra meno di un mese ci sarà l’assemblea che formalizzerà l’approvazione da parte dei soci.

L’Ops su Piazzetta Cuccia, però, non si preannuncia ‘un pranzo di gala’, in quanto solo due giorni fa il Ceo di Mediobanca, Alberto Nagel, aveva nuovamente bocciato l’operazione lanciata da Siena, affermando che sulla questione “decideranno i soci” della banca ma “non la politica”.

Parlando anche lui a Londra, Nagel spiegava che l’Ops avrebbe"un impatto negativo su utile e dividendo per azione di Mps", e di non vedere sinergie, "ma al contrario delle dis-sinergie", aggiungendo che "in questi due mesi abbiamo raccolto molti elementi di discussione, li abbiamo elaborati con i manager e soprattutto con i clienti della banca, che sono contenti di continuare a lavorare con noi".

Per Lovaglio, invece, esiste una “complementarietà di business tra Mps e Mediobanca” e l’Ops "serve a creare una forza competitiva che sarà la terza in termini di deposito di asset in Italia, con una forte base di capitale, una forte sostenibilità, una significativa remunerazione dei nostri azionisti, perché avremo una generazione di capitale che va al di sopra dell'utile, e questo è un aspetto molto importante”.

“Penso che ci sia creazione di valore per tutti gli azionisti, per quelli di Mps e per quelli di Mediobanca", dichiarava.

Interrogato sul futuro di Generali, Lovaglio escludeva di volersene liberare sottolineando che, seppur non strategica, “fornisce un buon flusso di redditività”, che è “nice to have (positivo da avere) ma non cruciale per il potenziale che vogliamo esplorare con questa operazione”.

“È positivo che il contributo relativo sul totale sarà molto più basso di quello attuale”, proseguiva il manager aggiungendo che “Generali offre anche alcune opzioni per il futuro in termini di cooperazione”.

Questa mattina, intanto, le azioni Mps aprono intorno la parità a Piazza Affari, scambiate a 7,636 euro, in un contesto negativo per il FTSE MIB (-0,60%).

Nell'ultimo mese la quotazione della banca senese è cresciuta del 25%, superiore al +9% di Mediobanca.

Dall'annuncio dell'Ops, lo scorso 24 gennaio, il concambio proposto da Mps ha sempre espresso uno sconto rispetto alle valutazioni di borsa di Mediobanca, a metà febbraio arrivato fino ad oltre il 15%. Da allora la differenza si è progressivamente ridotta attestandosi adesso allo 0,5%.

Ottimisti sul futuro di Mps sono gli analisti di Deutsche Bank che nei giorni scorsi hanno promosso da ‘hold’ a ‘buy’ la loro raccomandazione sul titolo dell’istituto senese, alzando il target price da 7,5 euro a 8,6 euro (+15%).

Il broker parla di rimbalzo delle quotazioni del titolo dopo gli iniziali cali dovuti ai timori del mercato per il netto cambio di strategia della banca con la decisione di consolidare Mediobanca, anche se rimane ancora a sconto del 15% rispetto ai concorrenti.

Secondo gli esperti di Deutsche Bank, solamente il 3-6% degli utili di Mediobanca sarebbero a rischio con la fusione, ma la perdita di questi utili non comprometterebbe un 'upgrade' dell'utile o del dividendo per azione di Rocca Salimbeni. Nel frattempo, aggiungono, "crediamo che il mercato stia trascurando alcune opportunità come il leverage del bilancio di Mediobanca e un'ulteriore accelerazione della politica di distribuzione".