Anti dazi rimandati, l’Ue cerca l’accordo con Trump per disinnescare la crisi

L'Unione europea vuole più tempo sia per decidere su quali merci applicare i dazi, sia per capire se è possibile un accordo con gli Usa che li faccia diminuire o li annulli

Mar 21, 2025 - 09:54
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Anti dazi rimandati, l’Ue cerca l’accordo con Trump per disinnescare la crisi

La Commissione europea ha deciso di rimandare i dazi che aveva previsto di imporre sulle importazioni americane a partire dal 1 aprile. Si trattava di una ritorsione contro la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di tassare all’arrivo negli Usa tutto l’acciaio e l’alluminio europei del 25%.

I dazi di Trump sono particolarmente dannosi per l’economia italiana oltre che per quella europea. Le ritorsioni dell’Ue erano simili a quelle del 2018 e puntavano a colpire i settori più vicini all’elettorato del Partito Repubblicano.

L’Ue rimanda i dazi di ritorsione contro gli Usa

La nuova data per l’introduzione dei dazi europei contro gli Usa è il 13 aprile. Di fatto la Commissione europea ha deciso di accorpare in un solo provvedimento tutte le misure di ritorsione previste contro le tariffe americane su acciaio e alluminio. Il 1° aprile, infatti, sarebbero dovuti entrare in vigore i dazi su motociclette, liquori e barche, simili a quelli del 2018.

Il 13 aprile invece la lista si sarebbe allungata con un’altra serie di prodotti, meno restrittiva. La scelta di rimandare di quasi due settimane l’introduzione dei primi dazi dovrebbe essere dovuta a un cambiamento nella scelta dei prodotti da tassare. In realtà alcune indiscrezioni parlano di un tentativo di trattativa.

I tentativi di accordo con Donald Trump

L’elenco definitivo dei beni su cui l’Ue imporrà dazi sarà diramato il 26 marzo. Fino al 13 aprile, però, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, si terranno negoziati tra Stati Uniti e Unione europea per evitare che si proceda effettivamente all’applicazione delle tariffe.

Di trattativa ha parlato esplicitamente anche il commissario al Commercio Maros Sefcovic in un’audizione al Parlamento europeo:

Stiamo considerando di allineare i tempi dei due set di contromisure in modo da poterci consultare meglio con gli Stati membri su entrambe le liste simultaneamente. Questo dovrebbe inoltre concedere più tempo alle trattative con i nostri partner americani.

Le dichiarazioni pubbliche più recenti sono state però molto meno concilianti. Tra i dazi di ritorsione europei è stata ventilata anche una tariffa del 50% sul bourbon americano, che ha un enorme mercato in Europa. In risposta Donald Trump ha minacciato dazi del 200% sui vini e sui prodotti alcolici europei, che a loro volta dipendono, per sostenere il loro mercato, dalle esportazioni negli Usa.

L’impatto dei dazi su tassi di interesse e Pil

Le trattative procedono comunque in privato, anche alla luce di quanto dichiarato dai rispettivi direttori delle banche centrali americana ed europea. Jerome Powell, il capo della Fed, ha annunciato la decisione di mantenere invariati i tassi di interesse, andando contro alle richieste di abbassarli di Trump.

Tra le motivazioni addotte da Powell, ci sono soprattutto le preoccupazioni per l’inflazione, che non sembra voler tornare sotto il 2% negli Stati Uniti. Una delle ragioni di questa resistenza dell’aumento dei prezzi sarebbero proprio i dazi.

Al contempo, la presidente della Bce Christine Lagarde ha parlato di un rischio sensibile per l’Unione europea in caso i dazi venissero effettivamente attuati. Le tariffe arriverebbero a pesare lo 0,3% sul Pil dell’Eurozona.