“Mi capita di sognare mia mamma Lolette. Se da piccolo piccolo fosse morta lei anziché mio padre, non so se sarei quello che sono”: Carlo Conti a cuore aperto

“Senza mia mamma Lolette non so se sarei quello che sono”. È una confessione intima, a cuore aperto, quella che Carlo Conti affida al Corriere della Sera proprio nel giorno in cui si celebra la Festa della Mamma. La sua è scomparsa più di vent’anni fa, nel 2002 a 81 anni, ma ha lasciato un […] L'articolo “Mi capita di sognare mia mamma Lolette. Se da piccolo piccolo fosse morta lei anziché mio padre, non so se sarei quello che sono”: Carlo Conti a cuore aperto proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 11, 2025 - 10:26
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“Mi capita di sognare mia mamma Lolette. Se da piccolo piccolo fosse morta lei anziché mio padre, non so se sarei quello che sono”: Carlo Conti a cuore aperto

“Senza mia mamma Lolette non so se sarei quello che sono”. È una confessione intima, a cuore aperto, quella che Carlo Conti affida al Corriere della Sera proprio nel giorno in cui si celebra la Festa della Mamma. La sua è scomparsa più di vent’anni fa, nel 2002 a 81 anni, ma ha lasciato un segno indelebile nella sua vita. E ha fatto in tempo a vedere che quel figlio per il quale aveva sognato il posto fisso stava diventando un numero uno della tv italiana. “Questo figlio che faceva radio, lavorava nelle tv locali, andava a far serate in piazza non la faceva stare tanto tranquilla. Però dopo che feci In bocca al lupo, nell’98, ho capito che sarebbe morta tranquilla: da quel momento per fare la spesa cominciò a impiegarci un’ora, un’ora e mezzo, perché la fermavano tutti per farle i complimenti per me”, spiega il conduttore.

La svolta, insomma, dopo una vita complicata. A cominciare dalla morte del papà del conduttore, Giuseppe, che morì a causa di un tumore ai polmoni quando Conti aveva appena diciotto mesi. “Non so se sarei quello che sono, se fosse successo il contrario e ad allevarmi fosse stato mio padre”, ammette oggi. Lolette è stata la sua roccia, gli ha insegnato l’onestà e il rispetto e a “guardare sempre chi sta peggio di te, non chi sta meglio. E quando ero piccolo le garantisco che perfino i nostri vicini di casa stavano meglio di noi”.

In casa, quando era piccolo, c’erano pochi soldi e per questo la madre faceva più lavori anche per non far mancare nulla al figlio. “La notte faceva assistenza in ospedale, per poter stare con me di giorno, ma già la mattina andava a fare le pulizie a casa di altri, e sotto Natale aiutava una cartoleria come commessa. Non si lamentava mai”, ricorda. Eppure, non gli ha fatto mancare nulla, anche qualche piccolo regalo nonostante le ristrettezze economiche. “Per anni ho sognato un paio di jeans nuovi e invece indossavo quelli che non metteva più mio cugino, oppure usavo le scarpe che erano state di qualcun altro. Il primo mangiadischi lo ebbi quando una vicina decise di buttare il suo, ma la mia mamma mi aiutò a comprare il primo 45 giri dall’elettricista: a quei tempi in quel negozio trovavi di tutto, dalle lampadine al tostapane”. Un regalo decisamente più consistente arrivò più avanti, quando Lolette gli comprò un’auto: “Una 127 usata arancione. Avevamo un patto: non avrei chiesto il motorino, ma avrei avuto l’auto diventato maggiorenne”.

Conti confessa che le capita di sognarla – “ha sempre intorno ai 50 anni, è contenta, la trovo serena” – e che a suo figlio Matteo ha raccontato che Nonna Lolette “era una donna molto forte, che ha fatto tanto per me”. A proposito di suo figlio e di sua moglie (Francesca Vaccaro, ndr), c’è un altro aneddoto privato che il conduttore rivela: “In alcuni battibecchi tra lei e Matteo rivedo me con la mia mamma. Francesca è molto materna, è generosa, ha una marcia in più. Se il buon Dio avesse dato anche a noi maschi la possibilità di partorire, credo che forse non saremmo così numerosi al mondo, ma di sicuro più rispettosi verso le donne”.

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