Meteo Febbraio e gli acuti colpi di coda invernali

Febbraio è tradizionalmente l’ultimo mese del trimestre meteorologico invernale, poiché il 1° marzo inizia la primavera meteorologica secondo convenzioni internazionali. Ma attenzione. Proprio in questo periodo possono verificarsi colpi di coda sorprendenti, con situazioni meteo estreme e repentini passaggi da periodi tiepidi a ondate di freddo marcato.   In tanti si domandano come mai il […] Meteo Febbraio e gli acuti colpi di coda invernali

Gen 26, 2025 - 16:32
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Meteo Febbraio e gli acuti colpi di coda invernali

Febbraio è tradizionalmente l’ultimo mese del trimestre meteorologico invernale, poiché il 1° marzo inizia la primavera meteorologica secondo convenzioni internazionali. Ma attenzione. Proprio in questo periodo possono verificarsi colpi di coda sorprendenti, con situazioni meteo estreme e repentini passaggi da periodi tiepidi a ondate di freddo marcato.

 

In tanti si domandano come mai il secondo mese dell’anno, nonostante l’avvicinarsi della stagione più mite, possa ancora riservare giornate con temperature rigide o persino nevicate di rilievo. La risposta va ricercata nello schema complesso dell’atmosfera e nella presenza di possibili fenomeni come il VORTICE POLARE, lo STRATWARMING, lo SPLIT DEL VORTICE POLARE e il GELO SIBERIANO, che cercheremo di descrivere meglio nel prosieguo di questo articolo.

 

Febbraio, infatti, è un mese in cui le correnti nord-sud (e talvolta sud-nord) possono essere particolarmente attive, dando origine a scambi di masse d’aria notevoli. Ciò significa che le condizioni meteo subiscono variazioni improvvise, con la possibilità di transitare dalla mitezza tipica di una perturbazione atlantica a fasi di freddo di natura artica o, talvolta, continentale. Anche l’arrivo del GELO SIBERIANO non è un’utopia in questo periodo, benché la sua influenza dipenda da una serie di fattori che devono incastrarsi alla perfezione. Per di più, la variabilità di febbraio può avviare parentesi di tempo soleggiato alternate a situazioni perturbate e fortemente instabili.

 

L’incertezza meteo e il cambiamento globale

Negli ultimi dieci anni, abbiamo osservato un’evoluzione climatica che, secondo diversi esperti, potrebbe essere correlata non solo al global warming (o surriscaldamento globale), ma anche a fluttuazioni naturali amplificate da fenomeni antropici. La temperatura media del nostro pianeta sembra in aumento, e ITALIA è un territorio che mostra estrema vulnerabilità ai mutamenti meteo. In realtà, anche altre zone, come NORDAMERICA e diverse regioni di EUROPA, hanno subito eventi estremi ripetuti negli ultimi tempi.

 

In questo scenario di trasformazione del clima, spesso si sente parlare di allarmi su ondate di freddo storico o nevicate eccezionali che poi non si manifestano. Perché avviene ciò? Il motivo risiede nella lettura degli indici climatici e dei modelli previsionali a lungo termine. Questi strumenti rappresentano un riferimento fondamentale per tracciare possibili evoluzioni atmosferiche, ma non sono infallibili.

 

L’errore di interpretazione è sempre possibile, soprattutto se si cerca di delineare previsioni a molte settimane di distanza. La meteo è, per sua natura, soggetta a dinamiche caotiche, e i calcoli matematici dei modelli cambiano più volte al giorno. Nonostante ciò, gli appassionati consultano con fervore queste proiezioni, bramando indicazioni sul prosieguo stagionale.

 

Quando i modelli ipotizzano scenari di grande freddo è facile che si creino aspettative su possibili irruzioni gelide. Ma se l’affondo artico o l’aria continentale non arrivano, ecco che nasce il dubbio che ci si sia sbagliati. In realtà, si è semplicemente tentato di interpretare un segnale proposto dai calcoli, un segnale che talvolta non si concretizza perché intervengono variabili difficili da prevedere con largo anticipo.

 

Che cosa sono gli indici di comportamento del clima

Gli indici di comportamento del clima sono parametri utilizzati per comprendere e descrivere l’andamento meteo e atmosferico su scala globale o regionale. Fra questi, troviamo l’AO (Oscillazione Artica), la NAO (Oscillazione Nord Atlantica), l’ENSO (che include El Niño e La Niña) e molti altri. Essi rappresentano fluttuazioni tipiche delle correnti dominanti, delle pressioni, delle temperature superficiali degli oceani e di numerosi altri elementi. Tali parametri vengono combinati con i dati offerti dai modelli matematici per tracciare una possibile linea evolutiva del tempo a medio-lungo termine.

L’AO (Arctic Oscillation), ad esempio, monitora la differenza di pressione tra l’Artico e le latitudini temperate. Quando l’AO è in fase negativa, le correnti polari possono spingersi più a sud, portando condizioni invernali marcate su zone che, altrimenti, rimarrebbero sotto l’influenza di flussi più miti. Un altro indice di rilievo è la QBO (Quasi-Biennial Oscillation), che governa i venti stratosferici equatoriali e, a sua volta, influenza la stabilità del VORTICE POLARE.

Se il VORTICE POLARE è “debole”, possono innescarsi processi di STRATWARMING e conseguenti effetti come lo SPLIT DEL VORTICE POLARE, con importanti ripercussioni sul meteo dell’emisfero settentrionale.

 

Il ruolo del VORTICE POLARE e lo STRATWARMING

Il VORTICE POLARE è un’enorme area di bassa pressione che si forma sull’Artico e si estende nella stratosfera. Durante l’inverno, quest’enorme struttura contiene al suo interno aria molto fredda, mantenendola confinata alle alte latitudini. Quando il VORTICE POLARE è compatto e forte, l’aria gelida resta generalmente limitata alle zone polari. Al contrario, se il VORTICE POLARE si indebolisce o va incontro allo SPLIT DEL VORTICE POLARE, si creano “rami” che trasportano correnti fredde anche verso latitudini più basse.

Uno dei fattori scatenanti di questa evoluzione è lo STRATWARMING, vale a dire il riscaldamento anomalo della stratosfera sopra l’Artico. Quando si verifica uno STRATWARMING consistente, la circolazione del VORTICE POLARE può essere destabilizzata, fino a provocare la sua frammentazione. Di conseguenza, masse d’aria molto fredde possono dirigersi verso EUROPA, ASIA o NORDAMERICA, innescando eventi meteo talora estremi. Tuttavia, il percorso dell’aria gelida non è sempre così prevedibile, e ITALIA può talvolta rimanere ai margini di queste traiettorie.

 

GELO SIBERIANO: un mostro di freddo continentale

Il GELO SIBERIANO è un fenomeno che si origina nelle vaste distese della RUSSIA. Qui, durante la stagione invernale, si forma un anticiclone termico imponente per via delle temperature estremamente basse che si accumulano sui suoli gelati. Se l’anticiclone siberiano si espande verso ovest, può riversare aria continentale molto fredda su EUROPA e perfino sulle regioni dell’ITALIA orientale. Tuttavia, per assistere a un’effettiva irruzione del GELO SIBERIANO, occorre una certa configurazione meteo favorevole, spesso con la presenza di un blocco anticiclonico sull’Atlantico che funga da “ponte” per il flusso freddo.

Nel momento in cui l’aria continentale si fonde con eventuali correnti umide provenienti dal Mar Mediterraneo, possono generarsi precipitazioni nevose di un certo rilievo, con accumuli anche a bassa quota. Tuttavia, se il flusso siberiano viene ostacolato da altre figure bariche, come l’anticiclone delle Azzorre posizionato più a est, gli effetti gelidi non riescono a penetrare efficacemente sul nostro territorio. Febbraio, in questo senso, è un mese in cui l’ITALIA può essere esposta al rischio di improvvise ondate fredde se, e solo se, i tasselli della circolazione generale si incastrano in modo propizio.

 

Febbraio 2025: caos meteo e possibili sorprese

In queste giornate in cui ci si interroga sull’andamento della stagione fredda, è emerso come l’inverno 2024-2025 abbia già mostrato caratteristiche altalenanti. Abbiamo visto ondate di meteo estremo su NORDAMERICA, dove un afflusso di aria gelida ha prodotto tempeste in diverse aree, mentre la GRAN BRETAGNA è stata colpita da un potente uragano invernale. Ora ci si chiede se l’ITALIA possa rimanere a lungo estranea a episodi di tempo rigido o nevoso.

Alcuni segnali suggeriscono la tendenza a un calo sensibile delle temperature in buona parte dell’EUROPA, che potrebbe interessare anche la Penisola. Si tratta di un raffreddamento in linea con le medie del periodo, non certo un gelo da record. Eppure, sappiamo quanto la percezione del freddo sia soggettiva e varia da persona a persona, oltre a essere influenzata dalla zona geografica. Ciò che per uno studioso di climatologia è nella norma, per un abitante di aree costiere poco abituate a valori termici bassi può apparire come un’ondata di freddo particolarmente accentuata.

 

Quando la meteorologia sorprende

Nel corso degli ultimi anni, la meteo ha mostrato una tendenza alla spettacolarizzazione. Notizie su nevicate straordinarie o ondate di calore estremo si diffondono velocemente, spesso con toni allarmistici. Ma ricordiamo che questi eventi possono effettivamente verificarsi, perché il clima è in costante evoluzione e perché fenomeni intensi non sono affatto inusuali nel semestre invernale. Perciò, parlare di possibili nevicate eccezionali o di rari eventi di caldo anomalo in febbraio non è veggenza, ma il tentativo di narrare la variabilità propria della stagione.

È altamente probabile che, in alcune annate, possano manifestarsi precipitazioni nevose importanti persino alle porte della primavera meteorologica. L’ITALIA è una penisola che sorge al centro del Mediterraneo, dunque punto di confluenza fra masse d’aria di origine diversa. Se l’anticiclone africano non è presente a proteggere la Penisola e le correnti fredde riescono a sfondare dai quadranti orientali, la meteo può cambiare repentinamente, regalando paesaggi imbiancati che fino a qualche giorno prima sembravano impossibili. Dall’altro lato, l’aumento generale delle temperature terrestri può favorire intrusioni di aria calda atipica, generando persino condizioni primaverili già a febbraio.

 

Per concludere

Febbraio resta un mese cruciale per chi segue la meteo, proprio perché la sua variabilità può dare origine a situazioni di forte instabilità. Il cosiddetto colpo di coda dell’inverno è dietro l’angolo, mentre i primi tepori primaverili iniziano a fare capolino nelle carte dei modelli previsionali. La presenza del VORTICE POLARE, la possibilità di STRATWARMING, lo scenario di uno SPLIT DEL VORTICE POLARE o l’irruzione del GELO SIBERIANO rappresentano elementi fondamentali per decifrare il “perché” e il “come” dei principali avvenimenti atmosferici.

 

Chi critica le previsioni a lungo termine, ritenendole poco attendibili, in parte ha ragione: la meteorologia non è una scienza esatta e i modelli sono soggetti a mutevoli condizioni iniziali. Tuttavia, esaminare indici come l’AO, la NAO e monitorare le tendenze dei venti stratosferici resta un esercizio essenziale per provare a intravedere spiragli di futuro meteo. Non dobbiamo stupirci se le previsioni cambiano di giorno in giorno, perché l’atmosfera è un sistema caotico e ogni minima variazione delle condizioni iniziali può innescare reazioni a catena.

 

Febbraio 2025, dunque, potrebbe darci uno scenario di relativa tranquillità o trasformarsi in un mese dalle tinte decisamente invernali. Tutto dipenderà dall’evoluzione delle correnti e dal comportamento di quelle figure bariche che influenzano il tempo sull’EUROPA. Ricordiamo che le sorprese meteo non sono infrequenti in questo periodo. Un eventuale blocco anticiclonico sull’Atlantico e l’arrivo di correnti continentali da est potrebbero capovolgere la situazione in pochi giorni. Anche un improvviso processo di STRATWARMING sarebbe capace di cambiare drasticamente il quadro, aprendo la strada a irruzioni fredde più incisive.

 

Imparare a leggere gli indici climatici e a interpretare le carte dei modelli aiuta a comprendere meglio la complessità del sistema e a non cadere in inutili allarmismi o in eccessivi scetticismi. L’importante è tenere presente che la meteo è sì una scienza, ma con margini di incertezza elevati, specialmente quando si cerca di prevedere eventi a lunga scadenza. Ecco perché, in un contesto in continuo divenire, febbraio può ancora riservarci colpi di scena, siano essi giornate di sole dal sapore quasi primaverile oppure nevicate inaspettate che riportano l’inverno alla ribalta. Siamo in un periodo di grande instabilità e di possibile caos meteo, in cui ogni scenario potrebbe realizzarsi da un momento all’altro, dimostrando ancora una volta la straordinaria variabilità del nostro clima.

Meteo Febbraio e gli acuti colpi di coda invernali